martedì 15 giugno 2021

Prime Comunioni di un tempo


Da parecchi anni, nella nostra diocesi di Padova, l’iniziazione Cristiana ha cambiato volto: un modo sperimentale che ha apportato alcuni grandi cambiamenti al solito sistema di fare catechismo, di conseguenza anche i Sacramenti della Cresima e della Comunione. I bambini fanno un percorso che si basa sulla conoscenza di Gesù e sul portare la Sua Parola nelle attività di ogni giorno, così da toccare con mano i tanti modi che il cristiano ha di attuare l’insegnamento del  Vangelo.  Dall’altra parte, un percorso pensato per i genitori che mensilmente partecipano a degli incontri, studiati per dare un' opportunità, comprendere il Vangelo da persone adulte, viverlo in famiglia e nella società. Gli incontri tenuti da accompagnatori e dal parroco danno modo di confrontarsi su temi importanti dove ognuno liberamente, può esprimere la propria opinione e il proprio pensiero. I Sacramenti nella Veglia Pasquale, hanno assunto il loro vero significato, con la gioia della Resurrezione, con la luce, con l’acqua. La Cresima o Confermazione, amministrata dal parroco, conferma la volontà di essere cristiani per accogliere il grande dono dell’Eucarestia: la presenza che Gesù ha voluto lasciarci come segno del Suo grande amore. Niente esteriorità, ma semplicità nei segni che fanno della Veglia Pasquale, la celebrazione più importante dell’anno liturgico. A causa del covid, da quasi due anni non sono più stati organizzati gli incontri per i genitori, il catechismo si è adattato alle normative e i ragazzi hanno ricevuto i Sacramenti in una delle domeniche dopo la S. Pasqua, ma il senso profondo è rimasto lo stesso. Nelle Prime Comunioni di un tempo, il vestito delle bambine era a dir poco da principesse: una sottogonna che lo rendeva più ampio, scarpette bianche, la coroncina in testa, i guanti, tra le mani giunte la corona del rosario, il libretto delle preghiere e perfino la borsetta uguale al vestito! I bambini invece avevano un abito da festa, con pantalone, camicia, farfallina al collo, scarpe bianche, guanti e in mano la corona del rosario con il libretto delle preghiere, mentre sul braccio sinistro una fascia bianca. L’età della Prima Comunione variava dai sei agli otto anni, si diceva che i bambini di quell’età erano più puri e immacolati; si osservava il digiuno dalla mezzanotte e dopo la Prima Comunione, si andava a messa tutti i giorni per ricevere l’Eucarestia. Mi ricordo che, inginocchiata sulle balaustre a occhi chiusi, ho ricevuto la prima volta Gesù, poi mi sono fermata a pregare mentre la signorina Adele passava con una caraffa d’acqua per chi faceva fatica a deglutire la particola. Il vestito che indossavo quel giorno, me lo aveva prestato una cugina di Calvene ed era bellissimo: la sottogonna era inamidata per dare la giusta forma alla gonna. Mi ricordo che la mia amica Francesca aveva un bel vestito ed era suo, ma mentre si preparava per la foto davanti all’altare della Madonna, ho visto la mamma che le metteva a posto la gonna e ho scorto una specie d'impalcatura, una gabbia in plastica che le teneva ampio il vestito. Io ho pensato a quanto doveva essere scomodo quell’aggeggio, io ero proprio fortunata a non averlo… Si partecipava  ogni giorno al Rosario e si teneva in mano la corona come fosse la cosa più preziosa che si possedeva e lo era realmente! La Cresima poi, impartita dal Vescovo in persona, dava importanza e solennità e si aveva una gran paura della “sberla” che, a detta dei nostri genitori o santoli, sarebbe stata uno schiaffone sonoro! Il regalo del santolo o santola, era sempre un orologio, esibito poi in ogni occasione speciale, tirando sempre su la manica per farlo vedere bene! Anche i libretti delle preghiere hanno subìto tante trasformazioni: quello di mio marito con la copertina in madreperla, quello dei miei figli più semplice, quello dei ragazzi d’oggi è il Vangelo o una Bibbia in forme diverse, con spiegazioni su parole, luoghi e anche appunti, dove fermarsi e comprendere meglio ciò che si è letto.

Nel tempo sono cambiate tante cose, già dopo pochi anni mia sorella portava la tunica e in testa un fazzoletto della stessa stoffa; anche i maschi avevano la tunica e tutto pareva più sobrio, fino al momento in cui la prima Comunione era diventata come un matrimonio: fotografi, fiori, simboli, regali… Oggi i ragazzi hanno di tutto e di più, non si sa cosa regalare perché hanno il superfluo e non sono mai contenti di niente, nulla li soddisfa… Manca quell’attesa, quella gioia, quell’atmosfera profumata d’incenso, quel rispetto, quella devozione che era compagna dei nostri giorni. Secondo il mio modesto parere ora siamo ritornati all’essenziale, ma abbiamo perso l’insegnamento cristiano in famiglia che era la base per una buona pratica religiosa.  In più di cinquant’anni, tante cose sono cambiate: chi partecipa alle celebrazioni ha una fascia d’età, diciamo sul maturo… i giovani non frequentano, i ragazzi nemmeno, i bambini poco ed è molto triste e deludente guardarsi intorno quando si va a messa. La prima chiesa domestica è la famiglia, si diceva un tempo, ma ai nostri giorni ci troviamo davanti a famiglie di varie tipologie ed è sempre più difficile avvicinarle alla Parola buona del Vangelo. Si ha tempo per tutto, ma per rafforzare e far crescere la fede che ci è stata tramandata, non si trova mai un momento, non si è interessati, si fa quando tocca e tanto per fare… 

Io mi auguro e lo spero vivamente, che anche i ragazzi d’oggi possano conservare a lungo il ricordo dei loro Sacramenti, come anche i bambini dei miei tempi custodiscono frammenti di quel giorno tanto speciale che è rimasto impresso nel cuore e nella mente.

Lucia Marangoni





                                                  

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