lunedì 21 giugno 2021

Le simpatiche canaglie di contra' Sella


Quel giorno, ai Sella, una piccola frazione del comune di Valdastico, regnava una calma fuori dall’ordinario, c’era un silenzio quasi irreale rotto solo dai canti degli uccelli e da quei rumori che in natura sono musica per le orecchie.

Li avevano sopranominati "le simpatiche canaglie"  perché erano due fratelli molto vivaci: la bambina era più grande e  insieme al fratellino, erano per tutti gli abitanti della contra', fonte di preoccupazione.  I due bambini, quando avevano del tempo libero, erano sempre in cerca di avventure, anzi per la verità, erano costantemente alla ricerca di scherzi e trabocchetti da fare agli adulti. In loro c’era una carica di vitalità, di idee che arrivavano così, d’un tratto: in pochi attimi con sguardi d’intesa, ognuno dei due sapeva cosa fare! Com'era capitato la volta che Bartolo si era addormentato all’ombra di un albero; lesti e silenziosi, avevano annodato i lacci degli scarponi ed erano rimasti nascosti per vederne l’effetto, una volta che il contadino si fosse destato. A volte scambiavano i vasi dei fiori sui davanzali delle case, o nascondevano le mollette del bucato, oppure invertivano la biancheria stesa, o ancora aspettavano la sera per vedere come avrebbero fatto a vederci senza lampadine… E via così, ogni giorno uno scherzo da pensare e attuare, ogni giorno con persone diverse, tanto che si potevano udire grida e imprecazioni del malcapitato di turno, ogni volta che lo scherzo riusciva bene… 

I due fratelli non se ne curavano, si divertivano così, senza grandi pretese, aguzzando l’ingegno e facendo sonore risate, tanto sapevano che ai loro scherzi c’era un rimedio quasi istantaneo…

Solo la vecchia Arpalice, una nonnina dolce e gentile, accettava di buon grado le marachelle delle “simpatiche canaglie”, sorrideva ed era contenta che i due fratelli andassero d’accordo e avessero trovato un modo simpatico per divertirsi insieme. Arrivò il giorno che, vuoi per la luna storta, vuoi per pensieri vari, gli abitanti della contra' arrivarono al limite della sopportazione e decisero che, al prossimo scherzo, avrebbero dato una lezione ai due monelli. Avrebbero trovato il modo per far finire quella confusione che si era creata, facendo capire ai ragazzini che era ora di finirla con quelle buffonate. Tutti d’accordo tranne Arpalice, che cercava di far capire agli altri che erano scherzi innocui, da prendere con un po’ di umorismo e leggerezza. Non riuscì a convincere nessuno, tutti erano concordi nel dare una lezione ai due fratelli. La vecchina, cercò i bambini e li chiamò in casa sua per avvisarli del pericolo, raccontò di ciò che aveva udito, ma loro non avevano intenzione di smettere con le loro burle, sapevano che erano inoffensive. Così la nonnina, prese loro le mani e con voce calma e gentile, diede loro un’idea, un’alternativa su come passare il tempo. Suggerì di andare nei prati e nei boschi, raccogliere fiori di ogni varietà e farne dei mazzetti da donare a chi passava per la strada, sottostante la contra'. I due fratelli ci pensarono un attimo e accolsero la proposta, anzi, accettarono il consiglio della donna; si misero all’opera e dopo poche ore, avevano confezionato dei mazzetti variopinti legati con i fili d’erba. Dopo essersi messi nel luogo più in vista, iniziarono a distribuire i mazzolini  a chi passava: quando tornarono per ringraziare Arpalice, avevano ricevuto parecchie offerte in denaro ed erano molto soddisfatti.  Ogni giorno creavano dei piccoli capolavori con quello che la natura offriva loro e dopo qualche tempo avevano raccolto parecchi soldi. Non sapendo come usarli, decisero di farsi consigliare dalla nonnina che li invitò a pensare ai tanti bambini che, a causa di qualche malattia, non potevano essere liberi di camminare tra boschi e prati, come loro avevano la fortuna di poter fare. Così, tutto quello che ricevevano con le loro composizioni floreali, lo portavano ad Arpalice che si impegnava a inviarli per la giusta causa che avevano scelto.  I due ragazzini, grazie alla donna, capirono quanto erano fortunati di poter muoversi in libertà e impararono ad essere grati per quello che ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, potevano fare. Da quel giorno ai Sella  regnò la quiete, tutti vivevano tranquilli e sereni, felici di avere fra loro quelle simpatiche canaglie che avevano trovato il modo per essere utili e generosi con chi aveva più bisogno.”


Se passate da quelle parti, fermatevi a salutare i due fratelli: loro sono sempre lì che aspettano con i loro fiori variopinti!


                                                  Lucia Marangoni


3 commenti:

  1. Complimenti Lucia, con il tuo racconto,hai donato un pizzico di magia all'ultima frazione del Comune. Lino

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  2. Grazie Lucia per la tua simpatica favoletta dedicata ai Sella
    Comunque un po di verità c'è...Con dei mazzetti (sopratutto nel periodo di
    fioritura dei mughetti) alla domenica, non si disdegnava aspettare qualche
    buon viaggiatore, che incuriosito e preso dal fragrante profumo acquitava
    al cambio di 50 lire,con la gioia di noi ragazzini
    P.S. Complimenti agli autori materisli dei 2 figuranti: simpatiche canaglie

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  3. Grazie di cuore a tutti! Quando scrivo qualcosa, sapere che è gradito, è per me una maggior soddisfazione, Grazie ancora, Lucia

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