【Gianni Spagnolo © 21F6】
Gratascarpuni, sfangadore, raschìn, .. o semplicemente: fero.
Già dal nome di capisce la funzione di questo strafanto in ferro o ghisa. Era utilissimo un tempo, quando le strade non erano asfaltate, per pulire la suola delle scarpe dal fango e dallo sterco dei cavalli che trainavano carri e carrozze. La forma variava a seconda del prestigio dello stabile davanti al quale veniva installato. Si andava da una semplice lamina di ferro, a raffinati esemplari fusi in ghisa e istoriati con fiori o animali, collocati davanti alle case più distinte. I pochi rimasti ci sembrano ora inutili orpelli, ma in passato non lo erano affatto. Pare che il loro uso cominci ad affermarsi nel Settecento, per poi diffondersi e diventare popolare in tutta Europa nel secolo successivo. Addirittura, nel 1925 un Regio Decreto arrivò a raccomandarne la presenza in tutti gli alberghi, ma con la penuria di materiali ferrosi vennero poi poi riciclati per fabbricare armi e munizioni.
Ai giorni nostri, con le strade asfaltate e l’assenza di animali vaganti, la loro funzione è venuta meno. In verità, se ci siamo liberati dal paltàn e dalle boasse sulle strade, non si può dire lo stesso delle cacche dei cani sui marciapiedi. Liberarsi da questi ricordini inavvertitamente calpestati, può infatti rivelarsi un po’ complicato.
Chi élo che se ricorda ancora la struma de tor via i tochìti de boassa col bachetélo?
Dicono che pestare una cacca porti fortuna. Mah!
Stiani, che capitava spesso, non è che la fortuna fosse molto diffusa. Pestarne una al giorno d'oggi può rivelarsi addirittura un dramma, dato che abbiamo ormai perso abilità e consuetudini con quel materiale.
Buongiorno, mi piace ciò che ha scritto, vorrei solo aggiungere che esiste ancora il nettascarpe: è lo zerbino che troviamo agli ingressi, Anna Maria
RispondiEliminaSono due cose diverse,si immagina pulire le scarpe piene di popò sullo zerbino?
EliminaC'era poi lo sciusciana cantato da Paolo Conte : le scarpe poi brillavano, bastava usare "Brill"
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