martedì 8 giugno 2021

Fuori dal binario

【Gianni Spagnolo © 21F4】

Me pora nona la diséa: Tarè che cuél che xe sta, torna!

È la fugace impressione che ho avuto leggendo qualche intervento dei soliti opinionisti mainstream riguardo alla non-binarietà del genere umano. Cioè, niente solo maschio e femmina, bensì un’identità fluida e mutevole dove ognuno può riconoscersi nel genere che preferisce, al di là di quel che mostrano i cromosomi. Una persona con identità non-binaria rifiuta infatti la mappa binaria del genere. Non gli appartiene l’idea di dover essere indirizzata e di dover far parte solo di uno o dell’altro genere: uomo o donna che fosse. Le identità non binarie possono perciò sentirsi sia uomo che donna, in momenti diversi della propria quotidianità o contemporaneamente. Esse non rifiutano a priori i dettagli del genere maschile o femminile, non si sentono cioè “nel corpo sbagliato”, ma vivono un corpo fluido, fuori dai canoni prestabiliti e non obbligati ad avere un’unica verità sul genere a cui appartengono per l'insondabile alchimia cromosomica. 

Trattandosi dunque di una sensazione soggettiva e non oggettiva, non si può più inquadrare a colpo d’occhio chi si ha di fronte e scegliere il pronome e la desinenza appropriata per interpellarl#.  Guai! Anche perché l# stess# soggett# potrebbe sentirsi di un genere alla mattina e di un altro al pomeriggio. Sorge dunque il dilemma del come rivolgersi a "loro" nella lingua italiana, che, a differenza di altre, non conosce il genere neutro e declina i pronomi al maschile o al femminile. Neanche si può più usare la forma maschile, che nella nostra lingua convenzionalmente assorbe anche i generi neutri. Come fare allora?

Per la verità, ci aveva già provato la Buonanima ad abolire il “Lei” promuovendo forzatamente il “Voi”, nell’intento di virilizzare il popolo italiano ritenuto troppo debosciato. Ma già con la virilizzazione partiremo subito col piede sbagliato e perciò meglio non richiamare questi infausti precedenti.

I pronomi di cortesia come “Lei” e “Voi” sono nati con l’intento di evitare un riferimento diretto alla persona, perché questo poteva apparire troppo diretto e quindi irrispettoso. In origine si utilizzavano gli aggettivi, seguiti da un nome: Sua Eccellenza, Sua Signoria, Vostra Grazia, Vostra Magnificenza. Trattandosi in prevalenza di sostantivi femminili accanto al pronome “Voi”, si è poi consolidato l’uso del “Lei”. Allo stesso modo si è passati per brevità da “Le Loro Eccellenze” a “Loro”, quando le persone cui ci si intende rivolgere sono più d’una.

Per dare autorevolezza alla propria persona, Re e  Papi usavano invece il plurale maiestatis, cioè la prima persona plurale (Noi) al posto del singolare (Io). In definitiva, Lei e Voi sono forme entrambe presenti nella storia della lingua italiana e dei suoi dialetti. Tutte le lingue europee, del resto, non soltanto quelle di origine latina, contemplano pronomi di cortesia, che generalmente ricalcano fedelmente la seconda persona plurale. “Vous” in francese, “Usted” in castigliano, “Voceî” in portoghese, “Vyi” in russo. Contrariamente a quel che si ritiene, in inglese si usa sempre “you” non perché si tratti di una società egualitaria nella quale si dà a tutti del tu. Anzi, “you” è il pronome di cortesia “voi”, che ha annullato e sostituito quello diretto. La seconda persona singolare, cioè “thou”, è infatti caduta in disuso col tempo.

Va da sé, che se uno è di genere fluido sarebbe opportuno dargli del “Voi”, così si resta nell’ambito della cortesia codificata e non si offende nessuno. Inoltre si dimostra rispetto e accoglienza per tutte le sue sfumature esistenziali, visibili o meno che fossero. Dato che queste sono per definizione plurali, il Voi ci starebbe a pennello.

L’ideale sarebbe rispolverare il dialetto e dare del “Vu” a tutti, voilà!

I miei genitori davano del “Vu” ai loro, e anche noi l’usavamo di regola con gli anziani nati nell’Ottocento. Sinceramente non ho mai avuto l’impressione che fossero gender-free, cioè dall’identità fluida o solo interlocutoria. Figurarse! Vabbè, non lasciamoci fuorviare da questi arcaismi. Rispolveriamo dunque le vecchie usanze per toglierci d’impaccio in ogni situazione ed essere aggiornati, cortesi, di ampie vedute, politicamente corretti e assolutamente inclusivi.

Ssa ghìn disìo, vu?


2 commenti:

  1. Dopo la scossa di pochi minuti fa, mi consolo con l'opinione della tua, saggia, nonna. Un abbraccio Classe

    RispondiElimina
  2. I prelievi del sangue a domicilio li gestisce una cooperativa di Catania che ha parecchi infermieri del sud. Ne ho avuti 3 della zona di Napoli, peraltro bravissimi e simpaticissimi che mi davano inizialmente del "voi"😊... Provavo una sensazione strana... mi sentivo vecchia! Dopo un paio di volte siamo passati al "tu"😊

    RispondiElimina

Girovagando

  Il passo internazionale “Los Libertadores”, conosciuto anche come Cristo Redentore, è una delle rotte più spettacolari che collegano l...