sabato 1 maggio 2021

Cuél che xe sta, torna!


Cuél che xe sta, torna
Così dicevano i vecchi, a significare la periodica riproposizione delle circostanze nel corso del tempo. Ecco quindi rappresentato in foto un quadretto pastorale dei nostri giorni che tuttavia ha caratterizzato la vita della valle in passato per lunghi secoli. 
L'allevamento ovi-caprino era diffuso in tutto il nostro territorio e da noi era condotto a livello familiare e semi-stanziale, dato che non contemplava la transumanza stagionale in pianura, ma tutt'al più il trasferimento nei bàiti d'altura durante l'estate. Erano minuscoli greggi di pochi capi, a misura delle possibilità familiari, ricoverati in stalli e condotti al pascolo sui terreni di proprietà privata o collettiva secondo le regole degli usi civici. 
Nei territori montani dei Sette Comuni era invece prevalente l'allevamento transumante, il cosiddetto Bisennaghen (pensionatico) che prevedeva di trasferire le greggi in pianura da novembre a maggio per ovvie ragioni di impraticabilità dei pascoli per la neve. Nel XVIII secolo sull'Altopiano si contavano circa 200.000 capi e un migliaio di pastori, come pure di bovini, giusto per dare un'idea della vastità del fenomeno. L'arte casearia si affinò dunque per secoli con i formaggi di pecora, prima di raggiungere molto più recentemente l'eccellenza nel formaggio Asiago, che invece è prodotto con latte vaccino. Non quindi malghe caricate con le placide vacche della nostra giovinezza, ma molto più pascoli costellati di bianchi battuffoli di pecore, come i soffioni dei pissacàn nei prati di primavera.
Immaginiamoci lo spettacolo che a maggio e a novembre offrivano queste numerose greggi che salivano o scendevano i sentieri che conducevano nei Sette Comuni, con un rituale immutato da secoli e una periodicità che scandiva inesorabilmente l'esistenza.

2 commenti:

  1. Il Dal Pozzo dice che erano più ’ di trecentomila nel 1779.I bovini furono allevati dopo da inizio del 1800,dopo che era stata vietata la transumanza delle pecore verso la pianura.


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    1. Erano certamente tanti. Sul numero esatto non mi fisserei troppo, dato che immagino che neanche il nostro buon abate si sarà messo personalmente a contarle. Io mi riferivo ai dati di ricerche pubblicate da chi s'è occupato professionalmente della materia.
      Rif. Evoluzione della consistenza del patrimonio ovino nell'Altopiano dei Sette Comuni:
      Anno 1598 capi: 133.500;
      Anno 1763 capi: 200.845;
      Anno 1776 capi: 140.000;
      Anno 1793 capi: 91.586;
      Anno 1857 capi: 30.003;
      Anno 1879 capi: 7.745;
      Anno 1908 capi: 3.336;
      Anno 1930 capi: 3.454.
      (Fonte: L.Pittoni, 1938 - G.Bortoli 2000)

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