Il Cuculo (Cuculus canorus), per gli amici Cucù, è un uccello migratore che trascorre l'inverno nelle foreste tropicali dell'Africa per poi migrare in Europa durante la bella stagione. Nei nostri boschi il suo inconfondibile canto si può ascoltare improvvisamente tra la fine di marzo e l'inizio di aprile, tanto che viene considerato da molti il premonitore dell'arrivo della primavera.
Il Cuculo ha le dimensioni di una colomba, il dorso è di colore grigio cenere mentre il ventre è bianco striato di nero. Il suo comportamento è schivo, percorre il lungo viaggio di migrazione in solitaria e una volta giunto a destinazione ama il fitto della macchia, proprio per queste ragioni risulta poco conosciuto alla vista, mentre è molto amato per il suo canto. La sua natura schiva e il suo canto inconfondibile hanno particolarmente stimolato l’immaginario collettivo, in molte culture attorno a questo volatile sono nate credenze e fantasie, spesso legate ad auspici di prosperità e fortuna.
Il Cuculo però è noto ai più per la sua peculiare caratteristica del parassitismo di cova; una forma particolare di parassitismo che si verifica quando una femmina depone le sue uova nel nido di una coppia di uccelli della stessa specie o di una specie differente. Il Cuculo quindi è a tutti gli effetti un uccello parassita che non costruisce il suo nido, ma utilizza quello di altri volatili, soprattutto passeriformi.
La femmina di Cuculo una volta individuato il nido dei malcapitati (e inconsapevoli) genitori adottivi aspetta che questi depongano le uova e alla prima occasione si introduce nel nido. A questo punto elimina una delle uova presenti, depone il suo uovo e vola via. L’uovo del Cuculo si schiude in un tempo nettamente inferiore rispetto a quelli del passeriforme (circa 12 giorni) e appena il pulcino viene alla luce, seguendo un istinto insito nei suoi geni, si sbarazza delle altre uova presenti nel nido non ancora schiuse. I genitori adottivi vengono ingannati da questo comportamento e nutrono il cuculo come se fosse un proprio nidiaceo per 2-3 settimane fino all’involo.
Il Cuculo però è noto ai più per la sua peculiare caratteristica del parassitismo di cova; una forma particolare di parassitismo che si verifica quando una femmina depone le sue uova nel nido di una coppia di uccelli della stessa specie o di una specie differente. Il Cuculo quindi è a tutti gli effetti un uccello parassita che non costruisce il suo nido, ma utilizza quello di altri volatili, soprattutto passeriformi.
La femmina di Cuculo una volta individuato il nido dei malcapitati (e inconsapevoli) genitori adottivi aspetta che questi depongano le uova e alla prima occasione si introduce nel nido. A questo punto elimina una delle uova presenti, depone il suo uovo e vola via. L’uovo del Cuculo si schiude in un tempo nettamente inferiore rispetto a quelli del passeriforme (circa 12 giorni) e appena il pulcino viene alla luce, seguendo un istinto insito nei suoi geni, si sbarazza delle altre uova presenti nel nido non ancora schiuse. I genitori adottivi vengono ingannati da questo comportamento e nutrono il cuculo come se fosse un proprio nidiaceo per 2-3 settimane fino all’involo.
Questa strategia sembra essere stata selezionata positivamente dall’evoluzione soprattutto in alcune specie per una serie di indubbi vantaggi, tra cui il più rilevante è che, senza il processo tassativo di allevare i giovani, il genitore è libero di usare l’energia risparmiata per produrre più uova.
Questo comportamento solitamente lascia meravigliati i più, il pulcino e il nido sono collegati a idee di tranquillità, di sicurezza e di cure parentali. Nel caso del cuculo invece emerge in maniera netta l’indifferenza della natura e la potenza dell’evoluzione. La madre “scellerata” non si prenderà cura del figlio, “crudele e spietato”, a cui nessuno ha spiegato come fare, sa istintivamente che per sopravvivere dovrà gettare fuori dal nido le altre uova e una volta cresciuto sarà sempre l’istinto a guidarlo durante la migrazione solitaria verso l’Africa.
Questo comportamento solitamente lascia meravigliati i più, il pulcino e il nido sono collegati a idee di tranquillità, di sicurezza e di cure parentali. Nel caso del cuculo invece emerge in maniera netta l’indifferenza della natura e la potenza dell’evoluzione. La madre “scellerata” non si prenderà cura del figlio, “crudele e spietato”, a cui nessuno ha spiegato come fare, sa istintivamente che per sopravvivere dovrà gettare fuori dal nido le altre uova e una volta cresciuto sarà sempre l’istinto a guidarlo durante la migrazione solitaria verso l’Africa.
(weebly)
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