【Gianni Spagnolo © 21E10】
Alcune tradizioni natalizie dell'Europa Centrale contemplano l’esistenza di una strega chiamata Frau Perchta. Questa megera consegna doni o dispensa castighi durante i dodici giorni del Natale e le punizioni che infligge non sono per nulla simboliche: estrae con violenza gli organi interni di un bambino per rimpiazzarli con paglia e roccia. Con le sue molte varianti (Bertha, Perca, Faste, mentre Frau sta per "Signora") era conosciuta come una divinità nelle tradizioni alpine pre-cristiane e germaniche. Il suo nome vuol dire "La Splendente". Le parole peraht, berht e brecht significano infatti luminoso, radioso. Il fatto di dispensare doni o castighi ai bambini pesandone l’operato, l’accomuna un po’ alla Befana, così pure l’aspetto di vecchia megera, che talvolta può tuttavia diventare splendente fata, da cui forse il nome. L’antichità di questo mito polivalente è testimoniata dalle molte versioni che assume nelle diverse epoche e nelle vare zone.
I nostri vicini di Luserna, dall'alto dei loro norrenici veroni, elaborarono il mito della Frau Pèrtega in modo meno cruento e più utilitaristico, associandolo alla trasmissione della vita. D’altronde, che un figlio costi, si sa. Che sia necessario comprarlo, anche, dato che nella nostra parlata non esiste il verbo partorire e l’operazione si svolge sempre in ambito mercantile. Dove si comprasse un figlio, però, a Sanpiero non era molto chiaro, mentre a Luserna avevano invece ben evidente il concetto. Anche il negozio dove effettuare l’ordine era facilmente identificabile, si trattava della caverna naturale posta sotto il promontorio del Lång Nas, dove sbuca il sentiero che sale da Belfiore. Era precisamente lì l’abitazione della Frau Pèrtega, che era probabilmente parente della nostra Vecia che abitava l'omonimo Cògolo in sima ala Singéla ed era altrettanto vessatoria coi bambini. Mentre infatti la prima presiedeva alla nascita mercanteggiando, la seconda sovrintendeva al loro passaggio all’età della ragione imponendo il bacio del deretano. Non è ben chiaro se anche i casotani si rifornissero al medesimo spaccio, oppure optassero per le più banali foje de capusso.
Sentiamo dalla viva voce di Andrea Nicolussi Golo, la versione autentica della storia della Frau Pèrtega, cliccando sul video allegato (sottotitolato per i diversamente ciauscanti).
Complimenti a Gianni e Andrea, ora che sono scritte queste storie non andranno perse o dimenticate, bravissimi
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