martedì 6 ottobre 2020

MONTANELLO [3] Giro del Montalon + Montanellino [3B] Laghetti della Val dell'Inferno

【Gianni Spagnolo © 20IX29】
Con questa terza proposta di Montanello, rimaniamo ancora sulla catena dei Lagorai, spostandoci però più ad Est, sull’ultima parte già lambita dal Montanello-2 (1),  ma approcciando il giro partendo dalla Val Campelle, che merita una visita per se stessa. Anche questo è un itinerario piuttosto lungo, da farsi in una giornata piena, ma gratificante e molto vario, presentando in successione ambienti e paesaggi diversi e toccando ben 5 laghetti alpestri.
Si raggiunge la Val Campelle proveniendo dalla Valsugana, da Borgo o Castelnuovo, imboccando la Val Calamento all’altezza di Telve. Poco dopo il capitello della Lapide Divina si prende il bivio a destra per la Val Campelle/Rifugio Carlettini/Tedon. Ci si può arrivare anche da Strigno per la strada che porta al Crucolo, che forse è più nota. Si parcheggia in località Tedon, negli appositi spazi a bordo strada, quindi ci si avvia verso il Ponte Conseria (1468 m), da dove inizia il divieto di transito per gli autoveicoli. 
  • Opzione 3A):
Attraversiamo il ponte Conseria e saliamo lungo la strada fino al terzo tornante, dove a sinistra si prende il sentiero 317 che sale attraverso il bosco in direzione di Malga Valsorda 2a. Si raggiungere quindi il ponte Quarelo, che attraversa il rio Maso di Spinelle e si prosegue la salita finché il bosco comincia a diradarsi e compaiono i primi cespugli di rododendri, mentre la vista si apre a scorci panoramici. Al limite della vegetazione arborea si raggiunge Malga Valsorda 2a (1901 m) e si disvela il maestoso paesaggio, dominato a Nord dal Montalon e ad Est dai prati del Passo Cinque Croci e del Gruppo di Rava. S'oltrepassa la malga e si prosegue sul pendio, fino a doppiare un costone roccioso ed immettersi sul Sentiero Italia 318 che sale dal passo di Val Cion. Lo si percorre a sinistra per  raggiungere in breve l’ampia conca delle Buse Basse, impreziosita dai due suggestivi ed omonimi laghetti. Troviamo il primo e più grande specchio d'acqua in basso (2135 m), mentre il secondo e più piccolo si raggiunge un po’ più in su. In primavera l’ambiente può essere ancora parzialmente innevato, offrendo così sorci e contrasti di colori incantevoli. A Sud s’elevano infatti i poderosi contrafforti settentrionali di Cima d’Asta, solitamente innevati fino ad estate inoltrata e da qui si può ammirare quel quasi tremila in tutta la sua maestosità. Il prossimo obiettivo è raggiungere la Forcella di Valsorda (2256 m), superata la quale si cambia versante e ci si addentra nei contrafforti settentrionali del Montalon/Cima delle Buse prendendo il sentiero 322 fino alla forcella di Montalon (2145 m) e condividendo così un tratto del percorso già descritto in Montanello-2 (1). Sotto di noi appare quel piccolo gioiellino alpestre che è il lago delle Stellune, che certo merita una visita da vicino scendendo brevemente per le numerose tracce che vi conducono. 

[In alternativa alla diretta svolta sul 322 precedentemente suggerita, è possibile scendere verso il lago continuando sul 318 e di lì proseguire fino alle malghe di Stellune e poi Cazzorga lungo un costone boscoso, entrando nei territori della Comunità di Fiemme. Dalla strada sterrata appena sotto la malga, si prende a sinistra il sentiero 362, che attraversa il ponte sul rio Stua e s'inerpica sul gradevole pendio del Pian della Maddalena fino ad intercettare il 322 sulla Forcella di Montalon. Questo diversivo comporta di coprire un dislivello complessivo aggiuntivo di circa 400 m e perciò andrà valutato in funzione dei tempi e delle condizioni fisiche.]

Dalla questo passo si scende brevemente verso Sud fino ai laghetti di Montalon (2089 m), che sarebbero due, ma in estate inoltrata il più piccolo può trovarsi prosciugato. Questi pittoreschi bacini sono contornati, in stagione, da sontuosi prati in fiore che invitano ad una gradevole sosta. Anche per il grandioso panorama che si apre all'orizzonte e suggerirebbe di piantarci le tende, in quel posto lì. Si prosegue dunque su una lunga diagonale erbosa per raggiungere la caratteristica malga di Montalon (1868 m). Da qui in poi si scende per i pascoli, attraversando il Rio di Montalon su un ballerino ponticello in legno, per poi inoltrarsi nel bosco fino a raggiungere il capitello di Sant’Antonio (1656 m). La discesa prosegue nel bosco per sbucare infine nelle radure della malga Campelletto, da cui si raggiunge in breve il Rifugo Carlettini e/o il punto di partenza.  
È un’escursione che impegna l’intera giornata, sulle 7 ore di cammino, anche se non presenta difficoltà. È praticabile da maggio ad ottobre inoltrato, a seconda dell'andamento della stagione nevosa, ma in primavera è da considerare la presenza di sprazzi innevati, con scoli d’acqua e conseguente impregnazione di alcuni tratti di percorso, specie nelle zone di torbiera. In giugno i rododendri fioriti accendono i pendii con superbi contrasti con l'eventuale residua presenza di chiazze nevose.
  • Opzione 3B):
La zona si presta pure a fare un “Montanellino-3B”, ovvero un itinerario più corto e meno impegnativo, ma assai appagante e suggestivo. Questa potrebbe costituire un’opzione alternativa  qualora la comitiva fosse composta anche da persone meno allenate o più scialle, ma comunque desiderose di ritrovarsi nel pomeriggio con i compagni dell'opzione A) per concludere la gita in bellezza con una bella mangiata serale al Rifugio Carlettini o, più in basso, al Crucolo.
Il Montannellino-3B parte in questo caso da Tedon (1403 m) sul sentiero 332 che risale la Val Cadenave attraversando il bosco fino all’omonimo ponte e lambisce il suggestivo biotopo costituito dalla torbiera ai piedi della malga Cadenave, ora adibita a rifugio (1792 m), che vale senz’altro una sosta rilassante e ristoratrice. Volendo, ci si può inoltrare al di là del rifugio e proseguire il giro della restante parte della valle del Rio Caserine. Questa deviazione di mezz'oretta permette di ammirare l'incanto della vallata con zero fatica, essendo sostanzialmente in piano. Dal rifugio si prende a sinistra il sentiero 360 che risale la Val dell’Inferno, prima attraverso i pascoli e poi addentrandosi in meandri rocciosi impreziositi dai tre omonimi laghetti. Si risale l'impluvio fino a quota 2094, per poi deviare a sinistra sul Sentiero Nomadi e scendere brevemente al lago di Nàssere, posto sui contrafforti dell’omonima cima e del monte Conseria. Su quel comodo sentiero di scende quindi alla malga Nàssere (1763 m) e poi giù per i prati dell’Alpe Conseria fino a Tedon, il punto di partenza.
Il dislivello di questo itinerario è minore di quello principale (ca. 600 m) e anche i tempi di percorrenza sono più contenuti, lasciando dunque più ampio spazio alle soste che questa escursione decisamente merita. 
Il Montanellino percorre la parte iniziale del bellissimo trekking dell’Alta Via del Granito, della quale parleremo magari più avanti.
  • 1) https://bronsescoverte.blogspot.com/2020/09/montanello-2-giro-dei-lagorai-centrali.html

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