sabato 10 ottobre 2020

Lezioni dentifricie


【Gianni Spagnolo © 20X3】
Siamo abituati a compiere gesti automatici in molte occasioni. Essi fanno parte del nostro quotidiano e non vi prestiamo particolare attenzione, come, ad esempio, dosare il dentifricio sopra lo spazzolino. 
Appena aperto il tubetto nuovo, ne spalmiamo di solito una bella dose, ben superiore a quella necessaria. Quando è a metà, continuiamo a metterne in abbondanza, considerando solo la metà piena della confezione e ignorando quella vuota. 
E quando sta per finire?
Allora diventiamo improvvisamente attenti. Ci concentriamo su di essa durante la spremitura, ci mettiamo tutta l'energia e diamo valore ad ogni minimo residuo. Solo allora continuiamo a lavarci i denti con una dose sempre più piccola, ma che, ciononostante, diventa sufficiente alla bisogna. Poi insistiamo a spremere il tubetto per recuperare anche l’ultimo sprizzetto di prodotto, in una sorta di gara infantile con lo strizzatissimo involucro, scoprendo che esso nasconde sempre di più di quello che il suo malconcio e sdrucito stato farebbe pensare.
Spesso ci comportiamo così anche nella vita, negli affari e nei rapporti umani.
All'inizio, quando disponiamo di qualcosa in quantità: tempo, amore, salute, bellezza, cibo, vestiti, denaro, acqua, energia, ecc., diamo tutto per scontato misconoscendone il valore. Verso la fine, proprio quando stiamo per perderlo, ci rendiamo conto della sua valenza e facciamo di tutto per non lasciarlo andare, rivalutando ogni rimasuglio.
Capita poi di accorgersi che una sana parsimonia non altera più di tanto il nostro tenore di vita e che gran parte dei nostri sforzi sono in effetti rivolti ad ottenere quel sovrappiù che non ci serve per davvero.

Una versione casalinga di dentifricio può essere fatta mescolando tre parti di bicarbonato di sodio, a fini detergenti, una parte di sale, per l'abrasività, e un po' di glicerina per emulsionare il tutto. Con l'aggiunta di qualche goccia di aroma e di colorante alimentare, un dentifricio è bell'è fatto! 
Il costo del prodotto in sé, è infatti poca cosa. 
Era il 1896 quando la Colgate commercializzò i primi tubetti di dentifricio spremibili; prima infatti la pasta dentifricia veniva venduta in vasetti di vetro. Questi nuovi e pratici contenitori avevano allora un foro d’uscita molto piccolo, perciò la gente ne usava poco e il prodotto durava tanto. Gli affari non andavano dunque benissimo per i fabbricanti, ma ecco che ebbero una trovata semplice quanto geniale: allargarono il foro di uscita. Da lì il dentifricio, fino ad allora centellinato, iniziò ad essere usato a dismisura. Una modifica insulsa che però fece una bella differenza nei profitti.

Ecco così che il nostro tubetto di dentifricio, che maltrattiamo più volte inconsciamente nel corso della giornata, può stimolarci delle riflessioni sul nostro stile di vita, sui nostri riflessi condizionati, sui feroci e subdoli condizionamenti cui siamo sottoposti e sull’uso delle risorse che abbiamo a disposizione, non ultimo il tempo.

1 commento:

  1. Pensare che la pulizia è opera non del dentifricio, bensì del buon spazzolino...la pasta aggiunta è specchietto, fa parte del consumismo. Detersivi in genere usati a dosi triple rispetto al necessario...L'ambiente ringrazia...

    RispondiElimina

Avvisi della settimana

Sabato 1 e domenica 2 febbraio alle porte delle chiese di tutta la valle ci sarà la vendita delle primule a favore del Centro di aiuto alla ...