Il remissivo è colui che rinuncia alla lotta per debolezza, per paura,
per rassegnazione. Il mite, no: rifiuta la distruttiva gara della vita
per un senso di fastidio, per la vanità dei fini cui tende questa gara,
per un senso profondo di distacco dai beni che accendono la cupidigia
dei più, per mancanza di quella passione che, secondo Hobbes, era una
delle ragioni della guerra di tutti contro tutti, la vanità o la
vanagloria, che spinge gli uomini a voler primeggiare; infine, per una
totale assenza della puntigliosità o dell’impuntatura che perpetua le
liti anche per un nonnulla, in una successione di ripicchi e ritorsioni,
del «tu l’hai fatta a me, io la faccio a te», dello spirito di faida o
di vendetta che conduce inevitabilmente al trionfo dell’uno sull’altro o
alla morte di tutti e due.
Norberto Bobbio, "Elogio della mitezza e altri scritti morali".
Norberto Bobbio, "Elogio della mitezza e altri scritti morali".
Nessun commento:
Posta un commento