Un tempo, la vigilia di Natale, giornata di astinenza e di digiuno,
appariva uggiosa e grigia, ma serviva a far risaltare maggiormente la
festosità del giorno successivo.
La sera della gran notte, nell'ampio
camino della disadorna cucina, si metteva ad ardere il sóco e si andava a
letto presto.
Finalmente giungeva il mattino di Natale; la chiesa,
già gremita fin dalla messa antelucana, si presentava sfavillante e
ricca di luci, di addobbi, di paramenti, col suono d'organo che intonava
la vecchia pastorale, con i cantori che, infaticabili, allietavano
tutte le messe.
In un angolo c'era l'immancabile, tradizionale presepio
di statuine, muschio, gesso (non c'erano allora presepi nelle case), che
faceva rimanere incantati i volti trasognati dei piccoli.
Tutto il
mattino della festa aveva il suo centro nella chiesa dove le messe si
susseguivano spesso ininterrotte.
Poi, a casa, un pasto più sostanzioso del solito sottolineava la grande ricorrenza; nel pomeriggio, tra le funzioni in chiesa e un più lungo soffermarsi degli uomini all'osteria, l'aria natalizia andava sfumando, e si ritornava pian piano al ritmo consueto;
Poi, a casa, un pasto più sostanzioso del solito sottolineava la grande ricorrenza; nel pomeriggio, tra le funzioni in chiesa e un più lungo soffermarsi degli uomini all'osteria, l'aria natalizia andava sfumando, e si ritornava pian piano al ritmo consueto;
così il Natale era una grande festa
tranquilla immersa nel mare tranquillo del riposo invernale.
CIMBERnauti
Par me Nòno Nane el soco xera un rito! Non si sarebbe sottratto nemmeno con 40° di febbre credo! Lo preparava con largo anticipo perchè avrebbe dovuto essere ben secco e siccome doveva essere per forza "el pì grosso" della pila, abbisognava di cure diverse...
RispondiEliminaLa Mamma invece poneva vicino alla stufa su una sedia le fasce per il Bambinello...
Io di quelle notti serbo piacevoli ricordi indelebili...