sabato 28 dicembre 2019

Il sistema longobardo di controllo del territorio in Valdastico come il nucleo dell'insediamento cimbrico dell'altopiano dei 7 comuni. Autore: Oliver Baumann, Aschaffenburg Data: 07.09.2019 Luogo: Velden / Landshut. Traduzione: Enrico Sartori. Sezione 4




[F] Epilogo e prospettive
[G] Note di fondo pagina 27-29
[H] Bibliografia
Oliver Baumann#zimbrischebörtar
[F] Epilogo e prospettive
Purtroppo ho potuto mostrare ben poco del nostro vasto materiale. Io ed Enrico, nell'agosto
2019, abbiamo collezionato e anche scoperto molto. Le nostre fonti d'informazione ci hanno
raccontato molto. L'ampio materiale alla fine troverà la sua forma scritta.
Quindi assumiamo con Zordan un insediamento primario da parte dei Longobardi subito dopo
la presa di possesso delle terre, ma crediamo ad ulteriori afflussi, ad esempio dopo la
distruzione di molti castelli longobardi nel 575 e 590 da parte dei Franchi, così come un
ulteriore rafforzamento dei resti dei Longobardi durante gli assalti degli Ungheri nel X secolo27
e, più tardi, degli strati insediativi da parte di romani, bavaresi, alemanni, tirolesi, ecc.
Secondo le nostre ricerche si può ipotizzare un primario insediamento longobardo dalla
Valdastico sopra il Bostel con fortificazione sul colle del Khastel a protezione della valle
dell'Astico con la vicina Hute e la Massa, che fu poi probabilmente spostata ulteriormente fino
a Rotzo28, con il castello accanto al Bostel come ulteriore protezione della val d'Assa.
Pensiamo che l'intero altopiano sia stato insediato dai Longobardi, Enego poi, direttamente
partendo dal ducato del Friuli. Così come anche Reich ipotizza un insediamento primario dei
Longobardi per Luserna, così come si può ipotizzare un tale insediamento per i 13 comuni, il
Veneto fu una marca molto importante per i Longobardi.
Tuttavia, parliamo sempre di un insediamento primario e non neghiamo gli ulteriori strati
insediativi nel corso dei secoli. 29
Sono anche convinto che le isole di lingua cimbra non sono i resti di una zona di lingua cimbra
coerente, ma piuttosto i resti di una zona di lingua longobarda attraverso l'insediamento della
zona, cioè che sono regioni di difficile accesso in cui la lingua germanica è stata mescolata con
le lingue di altri coloni. Le differenze delle varietà cimbre derivano dalla diversa colonizzazione
(federale o longobarda) e dalla più o meno grande influenza dei coloni successivi.
Vorrei ringraziarvi per l'attenzione ed il Cimbernkuratorium per l'invito e soprattutto per la
versione online del dizionario di Resch, che è sempre stata un'ispirazione preziosa per me, e
soprattutto Enrico Sartori per accompagnarmi nel viaggio in agosto, le sue eccellenti piantine e
il suo instancabile aiuto, ed Ermenegildo Bidese per il consiglio sul libro e il suo paziente
accompagnamento nella preparazione di questa lezione, così come con tutti gli amici cimbri e
amici della cultura cimbra (Sergio Bonato, Giancarlo Bortoli, Andrea Cunico Jegary, Matteo dal
Pozzo, Alessio Fabris, Enghele Frigo Mayar, Andrea Nicolussi Golo, Luigi Nicolussi Castellan,
Lauro Tondello e tanti altri), che hanno apportato informazioni preziose a tale contributo.
È il nostro appello comune per una maggiore ricerca negli archivi della comunità, delle
biblioteche e delle chiese. La strada per la ricerca dell'origine dei Cimbri passa sostanzialmente
attraverso gli archivi e gli elenchi dei beni!
[G] Note di fondo pagina
27 "899-955, atto del 917, donazione dell'Altopiano dal Brenta all'Astico al vescovo di Padova,
includeva l'ordine di costruire fortificazioni a causa degli Ungheri. L'atto del 917 cede al
vescovo di Padova Valdobbiadene e Valbrenta, e la giurisdizione sugli uomini liberi della valle
(e quelli che seguiranno in seguito). I documenti del 917 e 924 si trovano in Andrea Gloria
"Andrea Gloria. 1877-1878. Codice Diplomatico Padovano, I, doc, 30. a, 917 " e " Andrea
Gloria. 1877-1878. Codice Diplomatico Padovano, I, doc. 33, a. 924 ". Nel documento del 924,
a Padova viene anche trasferito il possedimento Quero e Fonzaso del Comitato di Feltre,
assieme all'altopiano di Asiago e Caltrano del Comitato di Vicenza. Fonte: Pubblicazione del
917: SCHIAPARELLI 1903. I diplomi di Berengario I. p.264e seg.; A. Gloria. C.D.P., I, doc,
30.a, 917; Fonte di archiviazione: Archivio Capitolare di Padova. Fonte del 924: A. Gloria,
C.D.P., I, doc. 33, a. 924
28 Forse da Furigualdum come Ermenegildo Bidese assume: "Furigualdum" (cimbr. fur + wald
secondo Schmeller, un toponimo di tradizione orale).
"Nome di un maso posto in un luogo imprecisato di Rotzo, presente in un atto di investitura del
feudo decimale scritto nel 1294: "unus mansus qui dicitur Furigualdum et regitur per
Bernardum Texarum" - Una villa/mansus chiamata Furigualdum, diretta da Bernard Texarum,
Biblioteca della Curia Vescovile the Padova Feudorum vol iii p 191.
Nome di una fattoria / maso in un luogo non specificato di Rotzo, che si trova in un atto
dell'inaugurazione del prestito decimale dell'anno 1294 nella biblioteca della Curia episcopale di
Padova. Feudorum vol iii p. 191. Fonte Slaviero 2014, p. 101)
29 Confronta Fernando Larcher, 2012, pagina 32
L’assenza di documenti e di testimonianze non ci permette di stabilire gli effetti delle invasioni
barbariche (Goti, Franchi, Baiuvari). Probabile che il tutto si sia risolto con il solo transito lungo
la valle dell’Adige, anche se il rinvenimento a Folgaria di un orecchino di bronzo ritenuto
appunto barbarico potrebbe sollevare qualche interrogativo. All’epoca i monti compresi tra i
fiumi Adige e Brenta erano scarsamente abitati, ma non disabitati.
Lo studioso Desiderio Reich ritiene che per i nostri territori rilevante fu l’arrivo nel 568 dei
Longobardi, una penetrazione che lo studioso definì immigrazione primaria [Desiderio Reich,
Notizie e documenti su Lavarone e dintorni, pp. 11-12.]. I Longobardi suddivisero il loro regno
in trentasei ducati: Folgaria sarebbe stata compresa nel Ducato di Trento, mentre Lavarone e
l’area di Luserna sarebbero stati compresi nel Ducato di Vicenza. Linea di confine tra l’uno e
l’altro sarebbe stato il tratto superiore del torrente Astico, la sella di Carbonare e la valle del
Centa, fino all’alta Val Sugana, dove avrebbe seguito il corso del fiume Brenta. I ducati erano a
loro volta suddivisi in contee e gastaldie. I Longobardi si sarebbero gradualmente integrati e
fusi con l’elemento latino già presente nell’area, importando nella popolazione autoctona le
prime forme di organizzazione amministrativa comunitaria, dalle quali si sarebbero originate le
nostre antiche Comunità. Un’altra immigrazione di tipo tedesco, che il Reich definisce
secondaria, avrebbe ancora interessato gli Altopiani tra il IX e il X secolo (tra il 950 e il 976),
durante il cosiddetto periodo degli Ottoni, casata di imperatori del Sacro Romano Impero,
originaria della Sassonia, che regnò dal 962 al 1024 prendendo il nome dal capostipite, Ottone
I.
E confronta Alberto Carotta, 1997, pagina 37:
“É questo il momento dell'avvio della lenta ma progressiva colonizzazione della nostra zona.
Probabilmente essa ha avuto un nuovo e significativo afflusso di gente quando nel 900 ci fu la
terribile invasione degli Ungari, per la quale, le popolazioni insediate nella pianura, si
rifugiarono nelle valli e sui monti. Tra queste è logico pensare non solo ai resti dell'antica
romanità di lingua italica, ma anche a quanti con i Longobardi già da qualche secolo si erano
insediati nella zona. Non saranno solo queste popolazioni a colonizzare la valle e gli altipiani.
Lungo il 1200 e il 1300 continueranno ad affluire nella zona pastori, boscaioli e minatori, per
lo più di lingua tedesca, attratti dalla possibilità di lavoro e guadagno e dalla prospettiva di
avviare una nuova esistenza. Ma certamente l’avvento dei Longobardi segna l’inizio di una
nuova era sia per l'Italia che per la nostra zona.”
[H] BIBLIOGRAFIA – Letteratura sceltahttp://archiv.sprachminderheiten.de/baumann19.pdf#page=23

CIMBERnauti








Nessun commento:

Posta un commento

Girovagando

  Il passo internazionale “Los Libertadores”, conosciuto anche come Cristo Redentore, è una delle rotte più spettacolari che collegano l...