LA RIFLESSIONE
"In
un tempo di frenesia, io vorrei fermarmi.
Raccogliere tutti i miei pensieri e nasconderli dentro una pallina di Natale, appenderli sull'albero, in attesa che questo momento passi, permettere che prendano luce per essere diversi, rinnovati, più leggeri.
In un tempo di chiacchiere, io desidero il silenzio, ho bisogno di non ascoltare nulla se non quello che il mio cuore ha da dirmi, ho bisogno di comprendere i miei bisogni, di accoglierli, di accarezzare le mie ferite, di non dimenticarmi di me.
In un momento in cui tutti si affrettano, io vorrei rallentare, trovare un passo che sia adeguato al mio bisogno di pace, vorrei fare meno del solito perché mi rendo conto che è diventato impossibile da sopportare il peso di tutto quello che ho già fatto.
In un tempo di complicazioni, io vorrei cose semplici. Momenti per me, per volermi bene, per ricaricarmi di energia per affrontare tutto quello che mi aspetta, per trovare le forze necessarie per esserci, al meglio, anche dopo.
In un momento di apparenza, io desidero la sostanza, il bene vero, l'affetto autentico, gli abbracci sinceri, parole calde, carezze, i doni che non si possono comprare, gli amici di una vita, i ritorni, la dolcezza.
In un momento in cui si avvertono fortissime le mancanze, io voglio concentrarmi sulle presenze. Nel cuore, chi non c'è più, per i motivi più vari, ha un posto indelebile, mi accompagna sempre.
Non dimentico, mai.
Ma chi è rimasto ha bisogno di me, che io guardi avanti, che sia qui, tutta intera.
Con gli occhi puliti, il cuore aperto, le mani tese, con un Natale dentro, pronto a scoppiare."
Laura Messina-webRaccogliere tutti i miei pensieri e nasconderli dentro una pallina di Natale, appenderli sull'albero, in attesa che questo momento passi, permettere che prendano luce per essere diversi, rinnovati, più leggeri.
In un tempo di chiacchiere, io desidero il silenzio, ho bisogno di non ascoltare nulla se non quello che il mio cuore ha da dirmi, ho bisogno di comprendere i miei bisogni, di accoglierli, di accarezzare le mie ferite, di non dimenticarmi di me.
In un momento in cui tutti si affrettano, io vorrei rallentare, trovare un passo che sia adeguato al mio bisogno di pace, vorrei fare meno del solito perché mi rendo conto che è diventato impossibile da sopportare il peso di tutto quello che ho già fatto.
In un tempo di complicazioni, io vorrei cose semplici. Momenti per me, per volermi bene, per ricaricarmi di energia per affrontare tutto quello che mi aspetta, per trovare le forze necessarie per esserci, al meglio, anche dopo.
In un momento di apparenza, io desidero la sostanza, il bene vero, l'affetto autentico, gli abbracci sinceri, parole calde, carezze, i doni che non si possono comprare, gli amici di una vita, i ritorni, la dolcezza.
In un momento in cui si avvertono fortissime le mancanze, io voglio concentrarmi sulle presenze. Nel cuore, chi non c'è più, per i motivi più vari, ha un posto indelebile, mi accompagna sempre.
Non dimentico, mai.
Ma chi è rimasto ha bisogno di me, che io guardi avanti, che sia qui, tutta intera.
Con gli occhi puliti, il cuore aperto, le mani tese, con un Natale dentro, pronto a scoppiare."
IL VANGELO DELLA DOMENICA
Giovanni, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il vangelo… In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».
da Mt 11, 2-11
Gesù, alla
domanda del Battista se sia egli colui che deve venire, lascia la
risposta al linguaggio dei gesti, i soli a rendere evidente senza ombra
di dubbio di quale immagine di Dio sia portatore il Messia, nel quale
Dio si racconta in maniera ultima e perfetta. Un Dio non narcisista, per
questo né risentito né fuoco divoratore, ma via d’uscita ai prigionieri
del loro male fisico, psichico e morale, un Dio che non manda
all’inferno, ma ne libera, libera cioè da un presente e da un futuro
segnati dal non senso e dall’infelicità. Il patire della creatura è il
patire di Dio, e lo stare bene della creatura è la gioia di Dio; e tutto
questo è detto in Gesù, colui che ha avvicinato in maniera unica e
ultimativa il “cielo” alla terra. L’ingresso nell’orizzonte di un Dio in
Gesù è un evento di amore consegnato alla libertà dell’uomo. Questa è
l’immagine di Dio a cui dobbiamo convertirci, unitamente alla lettura di
Gesù come pietra d’inciampo nei confronti di ogni altra
rappresentazione di Dio.
LA POESIA
Me Nono Bepi
Te tornavi dai campi la sera stufo,
ridòto come na strassa.
Par sena quatro foje de radìco mal consà.
Do fete de polenta calda strucà nele to man con tanti cali.
Un giosso de vin.
E dopo te te sentàvi vissìn, par contàrme na storia:
quela de l'orco... fin che vegnèva note.
Na note con tante stele.
Na ociàda ale bestie se le rumegàva ale galìne sul punàro...
e na carèssa al to nevòdo pì caro...
Na preghiera sommessa xera el coronamento dela to giornàda.
Qualche volta te me metìvi sula busèta dela man
na presa de tabàco da naso: quasi par augurarme tanta salute.
No ghe xera altro.
De tuta la to povertà,
de tuta la to bontà,
me xè restà un gropo proprio qua...
Nono...
solo questo te me ghe lassà...
Cesare Bertapelle
LA FRASE
Nella vita mai dire mai, e mai dire sempre, perchè tutto può iniziare e tutto può finire.
IL PROVERBIO
El Paradiso lo preferìsso par el clima, l'inferno par la compagnia...
LA FOTO CURIOSA
E' mai possibile, si chiede Marisa Toniolo da Velo che ci invia questa foto, che i gatti abbiano sempre da intrufolarsi in tutti i posti impensabili? ;-)
RELAX
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