domenica 1 dicembre 2019

La pagina della domenica





LA RIFLESSIONE

Un vecchio contadino per anni aveva coltivato i suoi raccolti lavorando moltissimo. Un giorno il suo cavallo fuggì e i vicini gli dissero che era stata proprio una sfortuna perderlo, ma il contadino rispose “forse”.
Il cavallo, il giorno seguente, tornò insieme ad altri 3 cavalli. I vicini dissero che era una meraviglia, ma il contadino rispose di nuovo “forse”.
Il giorno dopo il figlio del contadino provò a cavalcare uno dei nuovi cavalli, ma si ruppe una gamba. I vicini gridarono alla sfortuna e l’agricoltore risposte ancora una volta “forse”.
Il giorno seguente dei soldati vennero ad assoldare giovani uomini nell’esercito, ma il figlio del contadino non venne chiamato dato che aveva la gamba rotta. I vicini dichiararono che era stata una vera fortuna. Ma il contadino, come sempre, rispose “forse”.
Cosa significa questa storia? In quel “forse” si racchiude il segreto del non giudizio che rivela come niente sia come sembra e che ogni cosa è legata all’altra. Bene e male, quindi, sono interconnessi, due facce della stessa medaglia. Nulla è perfetto e tutto può cambiare da un momento all’altro, senza preavviso.
La storia dimostra che ogni evento comporta vantaggi e svantaggi, e che nulla è completamente positivo o negativo, dipende dai punti di vista. La vita è imprevedibile e per quanto questo suo aspetto misterioso ci destabilizzi, non ha senso cercare di ingabbiarla come tentiamo di fare con i nostri continui giudizi.
La felicità è comunque accessibile, ma dovremmo imparare, per raggiungerla, a non giudicare troppo gli eventi e a lasciar correre, fluendo con il fluire della vita stessa, e praticando l’antica arte del non attaccamento.


LA POESIA

(non so se sia una poesia, ma l'ho trovata in rete e mi è piaciuta troppo)😊

Le case delle nonne
hanno un'anima.
Da piccoli,
ci si vergogna ad invitare gli amici
perché c'è ancora la vetrinetta
con i bicchieri di cristallo,
qualche bomboniera
con velo e confetti,
e i piatti buoni
che non si useranno mai.
A casa della nonna,
c'è un divano
con la stoffa damascata
dove non ci si può sedere,
ma si è appisolato il tempo.
A casa della nonna,
la camera da letto
ha l'immagine del Cristo,
capelli lunghi e sguardo suadente.
A casa della nonna,
il comò dai cassetti scricchiolanti
è una parata di cari estinti,
appoggiati a campane di vetro
dove Santi colorati
e Addolorate in nero,
promettono il Paradiso.
A casa della nonna,
c'è una foto gialla e nera
col nonno e il vestito buono.
A casa della nonna,
non c'è la vasca dell'idromassaggio
e i sanitari sono ingialliti,
ma il profumo di candeggina
ti riporta al bagnetto di bambino,
tra le barchette di carta.
A casa della nonna,
il pavimento di marmetto rosa,
grigio e avana
non si abbina a nessun mobile,
ma sfilavano le bambole
e combattevano i soldatini.
A casa della nonna,
sono in bella mostra
le tue foto della prima Comunione
che tu vorresti nascondere,
eppure sono la sua fierezza
da mostrare alla vicina.
A casa della nonna,
conchiglie e cartoline
raccontano viaggi
più sognati di chi
li ha vissuti.
A casa della nonna,
nei pensili della cucina
con la formica scollata,
il pane raffermo
non si butta mai
perché è un peccato a Gesù.
A casa della nonna,
la credenza tinteggiata di bianco
è rivestita da carta fiorata,
qua e là appassita,
ma le confetture
hanno frutti
che sconfiggono le stagioni.
A casa della nonna,
mangi di tutto e di più
perché ti trova sempre sciupato,
anche se sei appena uscito
dal nutrizionista.
A casa della nonna,
i grandi cartoni vuoti
erano la nostra capanna,
la nostra astronave
che ci portava tanto lontano.
Più lontano di una PlayStation
dove il viaggio più fantastico
non decolla dalla sedia.
A casa della nonna,
non ci porteresti gli amici.
Ma ci hai lasciato
la tua anima.

Gianni Miniello


LA FRASE

E non sopporto più l’arroganza, perché strappa la fraternità, perché confonde le parole, perché è figlia della paura di morire. Non è più tempo di dare fiducia agli arroganti, non credo in chi ha le soluzioni facili, non sopporto chi, con supponenza, conosce sempre il volto dei nemici. Il mondo sarà cambiato con la mitezza di chi si sente erede di una terra che ha trovato e vuol lasciare a chi verrà dopo di lui. E se il mondo non cambierà, almeno non smetterà di respirare, levigato dalle carezze dei miti. La mitezza di chi non si sente padrone mai, ma neppure schiavo, ma padrone mai, viandante quello sì, grato e stupito e leggero. La rivoluzione è dei miti e del loro sorriso scagliato controvento.
Alessandro Dehò



A chi aspettava dicembre...
A chi ha avuto l'impressione che novembre sia passato molto velocemente, a chi ha sempre l'impressione che il tempo voli e di non riuscire proprio a stargli dietro.
A chi ama dicembre e a chi lo odia.
A chi sa che a dicembre alcune mancanze si fanno sentire molto più che in tutto il resto dell'anno, a chi ha perso qualcuno che invece lo scorso dicembre c'era ancora, a chi ha perso qualcuno che non c'è più da molti mesi di dicembre e che, tuttavia, manca ancora esattamente come il primo giorno.
A chi cerca la pace, a chi comincia a fare bilanci, a chi invece non trova il tempo nemmeno per pensarci.
A chi ama addobbare casa, a chi metterà luci ovunque, a chi inizierà a immaginare il ritorno delle persone che vivono lontane e a Natale possono essere finalmente riabbracciate.
Ai bimbi che sono una festa con la loro stessa presenza, ai sorrisi, alle coccole, alle recite natalizie, alle canzoncine, alle filastrocche, ai piccoli esploratori di sogni.
A chi non smette mai di usare la fantasia, a chi spera, nonostante tutto.
A chi si sente solo, a chi fa del bene tutto l'anno, a chi pensa sempre agli altri.
A chi si sente sempre sbagliato, a chi questo dicembre dovrà fare a meno di qualcosa o di qualcuno, a chi comincia a capire che non tutte le perdite sono un male, a chi sarà pronto a ricominciare.
A chi legge queste parole, perché qualunque sia il vostro stato d'animo, qualunque cosa vi sia accaduta, qualunque sia il desiderio che sta nascosto nel vostro cuore, dicembre possa portare giorni sereni e piccole palline colorate piene di gioia.

buon mese di dicembre a tutti!
(Laura Messina-web)





PELOSETTI: ce la faremo o no? 😉

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