Nel 1577 il Palazzo Ducale fu devastato da un incendio che costrinse il
Senato della Repubblica a spostare i Pozzi e i Piombi: le nuove celle
furono collocate sulla riva di fronte del Rio di Palazzo e rimasero in
uso per tantissimo tempo fino al 1919.
Nel 1614 l’allora doge Marino Grimani ordinò all’architetto Antonio Contin di edificare un ponte che congiungesse le sale delle Magistratura direttamente alle prigioni, per trasferire i colpevoli subito dopo la sentenza: questo ponte nasconde completamente due corridoi separati da un muro che collegano le Prigioni, l'uno diretto alle Sale dei Magistrati situate al piano nobile del Palazzo Ducale, l'altro alle Sale dell'Avogaria e al Parlatorio. Ogni corridoio è poi collegato alla scala di servizio che dai Pozzi porta fino ai Piombi.
Il Ponte fu costruito secondo lo stile barocco con pietra d’Istria, una roccia calcarea molto resistente all’erosione salina e tanto cara alla Serenissima.
La leggenda gli ha affibiato questo nome in quanto per di li transitavano i condannati o i detenuti in attesa di giudizio, i quali potevano vedere la luce del giorno, il panorama di San Giorgio e della laguna per l'ultima volta, sospirando quindi per la terribile prigionia che li aspettava nelle durissime celle della Serenissima.
Veneto a 360°
Nel 1614 l’allora doge Marino Grimani ordinò all’architetto Antonio Contin di edificare un ponte che congiungesse le sale delle Magistratura direttamente alle prigioni, per trasferire i colpevoli subito dopo la sentenza: questo ponte nasconde completamente due corridoi separati da un muro che collegano le Prigioni, l'uno diretto alle Sale dei Magistrati situate al piano nobile del Palazzo Ducale, l'altro alle Sale dell'Avogaria e al Parlatorio. Ogni corridoio è poi collegato alla scala di servizio che dai Pozzi porta fino ai Piombi.
Il Ponte fu costruito secondo lo stile barocco con pietra d’Istria, una roccia calcarea molto resistente all’erosione salina e tanto cara alla Serenissima.
La leggenda gli ha affibiato questo nome in quanto per di li transitavano i condannati o i detenuti in attesa di giudizio, i quali potevano vedere la luce del giorno, il panorama di San Giorgio e della laguna per l'ultima volta, sospirando quindi per la terribile prigionia che li aspettava nelle durissime celle della Serenissima.
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