Non
c’è giorno più scomodo del sabato santo. L’attesa è sempre
scomoda. A nessuno piace attendere. Vorremo sempre saltare la fila,
trovare già tutto pronto, tutto aperto, tutto a disposizione. Ma il
sabato santo è lì per ricordarci che bisogna imparare ad attendere.
Oggi siamo tutti in fila, tutti ad attendere, tutti in attesa di
qualcosa che cambi il finale.
L’attesa è sempre il tempo della
speranza. È il tempo in cui coltiviamo in noi il desiderio che ci
sia un finale diverso da quello che i nostri ragionamenti ci
suggeriscono. Forse era questo lo stato d’animo di quelle donne che
di buon mattino si recano al sepolcro per ungere il corpo di Gesù,
ma arrivate non trovano né la pietra né il corpo. “Mentre erano
ancora incerte, ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti
sfolgoranti. Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a
terra, essi dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è
vivo? Non è qui, è risuscitato. Ricordatevi come vi parlò quando
era ancora in Galilea, dicendo che bisognava che il Figlio dell'uomo
fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e
risuscitasse il terzo giorno». Ed esse si ricordarono delle sue
parole”. È interessante come quelle donne andavano al mattino per
trovare un morto e forse elaborare il lutto attraverso il gesto
dell’unzione, e invece si ritrovano spiazzate da un annuncio che
più che dir loro una cosa nuova gli dice una cosa diversa, una cosa
già udita ma che non ricordavano più. Gesù aveva già parlato di
tutto questo, ma quando si soffre si dimentica tutto, non si
ricordano più le cose che contano, le cose che possono salvarti la
vita. Incontriamo sempre un angelo quando incontriamo qualcuno che ci
ricorda ciò che conta, e che ci dice di smettere di cercare tra i
morti. È tra la vita che bisogna cercare, e non in ciò che vita non
è più e che magari ci pesa addosso come un macigno. “E, tornate
dal sepolcro, annunziarono tutto questo agli Undici e a tutti gli
altri”. Ma nessuno credette loro.
Nel dubbio però Pietro va di
corsa a controllare.
È Pasqua. (Lc 24,1-12)
(lamatitadelcuore)
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