Il 22 aprile 2019 (lunedì di Pasqua), il Vescovo di Padova mons. Claudio Cipolla, tornerà sull’altopiano per unirsi alla comunità di Mezzaselva
nel ricordo della Messa in lingua cimbra celebrata per la prima volta
il 19 aprile 1979. Quella Messa stata un avvenimento particolare, non
una semplice festa folkloristica. Dopo secoli e secoli di dominio
assoluto della lingua latina nella vita della chiesa cattolica in tutto
il mondo, la Messa in lingua cimbra era un segno di nuovi tempi, secondo
la spinta del Concilio Vaticano II che apriva il culto cattolico alle
lingue e alle tradizioni locali, rivalutando l’importanza dei dialetti e
anche delle lingue minoritarie. L’ispiratore e il traduttore del testo
in lingua cimbra (e poi il primo celebrante della stessa Messa) fu don
Giandomenico Tamiozzo, figlio di madre nata a Mezzaselva, sacerdote
della Diocesi di Vicenza, molto legato al paese della madre. Egli era
stato per cinque anni in missione in Brasile, dove aveva conosciuto la
teologia della liberazione, la teologia che portava la cultura popolare
nella liturgia. Com’è stato scritto in quello storico libretto
pubblicato in collaborazione con l’Istituto di Cultura Cimbra da poco
nato a Roana, il testo della Messa in lingua cimbra è stato “il
frutto di un lungo e minuzioso lavoro di un gruppo di persone che hanno
voluto esprimere le parole sante della Messa con la loro antica e ancor
vivente tradizione”. Quella pubblicazione era rivolta particolarmente ai giovani, come si leggeva nel libretto, con l’invito a “rinnovare
la fede lasciataci dalla generazione passata e ridare vigore a una
tradizione culturale che ci lega al passato, ci spiega l’ambiente nel
quale viviamo e ci apre al diverso come valore che ci arricchisce”.
I canti della messa in lingua cimbra sono stati appresi ed eseguiti in
forma corale dalla gente, sempre con l’aiuto della appassionata
competenza di don Giandomenico.
Quella prima Messa a Mezzaselva è stata
presieduta da mons. Luigi Sartori, nativo di Roana e presidente
dell’Associazione Teologi Italiani, che ogni anno è tornato a Mezzaselva
il lunedì di Pasqua fino alla sua scomparsa (2007), portando un
contributo di cultura attuale apprezzato da tutti. Gran parte di quei
contributi è stata raccolta in un prezioso volumetto (“Ostarmentak - Lunedì di Pasqua”), come quell’intervento indimenticabile fatto nel 1989, quando mons. Sartori diceva tra l’altro: “A
dieci anni di distanza della celebrazione della prima Messa in lingua
cimbra, oggi abbiamo più diritto di ieri a lavorare in questo campo,
anche se sembriamo coltivare qualcosa che brilla vicino ai cimiteri,
destinato a onorare le tombe… Abbiamo il dovere di aiutare ogni cosa che
germoglia e ogni realtà vecchia che vorrebbe ringiovanire e aver
diritto alla vita… In questi giorni noi assistiamo a un dono pasquale,
se è vero che è stata ottenuta energia pulita con la fusione
dell’atomo. Gli uomini hanno interpretato finora la forza della
distruzione e della separazione, oggi sembrano scoprire l’importanza
della unione, del fondersi insieme, dello stringersi le mani per andare
avanti. È Dio che ci chiama ad avere più fiducia in tutto ciò che
unisce, che rende fratelli coloro che sono anche di religione diverse,
di patrie diverse, di lingue diverse. In questa Messa stiamo realizzando
un pezzo di vita cristiana e di futuro, contribuendo a unirci,
resuscitando i morti, donando la vita, sempre vita, solo vita…”.
E’
stato un pensiero che ha ispirato l’Istituto di Cultura Cimbra in
questi anni. Nel 2007 abbiamo anche inciso la Messa cimbra in un DVD,
che ci permette di ascoltarla e di seguirla privatamente, in diverse
parti e in diversi momenti, riscoprendo anche la bellezza di una lingua
che non è morta, non può essere abbandonata tra le cose morte, ma può
essere conservata tra cose ancora vive, che ci aiutano a vivere.
(cimbri dei sette comuni)
(segnalato da Enrico Sartori)
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