mercoledì 17 aprile 2019

Da noi "snara" e "snaròn"... siamo in tanti a ricordarli vero? Ancor oggi si è soliti apostrofare una persona che parla tanto: "valà che te sì proprio na snara"




La tradizione voleva che, durante le “Quarant’ore” di adorazione, iniziate dopo la lettura della “Passio” della domenica delle Palme, si avvicendassero a turno in chiesa gli abitanti delle contrade, gli appartenenti a vari mestieri, coloro che appartenevano alle “fraglie” o confraternite religiose, gli amministratori pubblici e le autorità.
Una distribuzione di sapore ancora medievale, come la viscerale esplosione di frastuono prodotto con “ranèle” e “snàtare” nelle chiese buie nella tarda sera del mercoledì santo, quando il celebrante annunciava la cattura di Gesù nell’Orto degli ulivi.
Fino alla mattina di Pasqua, le campane erano legate e mute. I riti disadorni del venerdì e sabato santo, pervasi di tristezza, erano annunciati dal suono sordo del “grolòn”, la gigantesca “snàtara” conservata nelle sacrestie per questo scopo.
Cimbernauti

2 commenti:

  1. snatara da snattaran (Cimbro VII Comuni - C7C)
    ital. strepitare, ciarlare, gracchiare, parlare presto e confuso, suonare la raganella (Hugo Resch)
    C7C: Amme hòolighen vraiteghe khémment gatzóoghet aussar alle de alten snattarn un de junghen ghéent in de khércha ghèerne un bénne de léste khéertza vomme àltare is galéeschet, möghent se snattaran (Umberto Martello)
    ital: Il Venerdì Santo si tirano fuori tutte le vecchie snatare e i giovani vanno volentieri in chiesa e quando è spenta l'ultima candela dell'altare, possono usare la snatara

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  2. Interessante! Confesso che non avevo mai visto questi atrezzi ne sentito parlare della snara o snaŕon!quante lezioni di vita passata questo blog!grazie ragazzi siete grandi!👏👏👏👏👍

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