venerdì 14 aprile 2017

Questo è il modo in cui uno scrittore ungherese ha spiegato l'esistenza di Dio


Nel pancione di una mamma c'erano due  bambini.
Uno chiese all'altro: "Ma tu ci credi in una vita dopo il parto?"
L'altro rispose: "Certo! Deve esserci qualcosa dopo il parto. Forse noi siamo qui per prepararci per quello che verrà più tardi". "Sciocchezze"... disse  il  primo, "non c'è vita dopo il parto! Che tipo di vita sarebbe quella?"
Il  secondo riprese: "Io non lo so, ma ci sarà più luce di qui. 
Forse potremo camminare con le nostre gambe e mangiare con le nostre bocche. 
Forse avremo altri  sensi che non possiamo capire ora".
Il primo replicò: "Questo è assurdo. Camminare è impossibile. E mangiare con la bocca!? Ridicolo! Il cordone  ombelicale è tutto quello di cui abbiamo bisogno... e poi è troppo corto. 
La vita dopo il parto è fuori questione".
Il secondo continuò ad insistere: "Beh, io credo che ci sia qualcosa e forse diverso da quello che è qui. Forse la gente non avrà più bisogno di questo tubo".
Il primo  contestó: "Sciocchezze... e inoltre, se c'è davvero vita dopo il parto, allora perché nessuno è mai tornato da lì? 
Il  parto è la fine della  vita e nel postparto non c'è nient'altro che oscurità, silenzio e oblio. 
Il parto non ci porterà da nessuna parte".
"Beh, io non so" disse il secondo, "ma sicuramente troveremo la mamma e lei si prenderà cura di noi".
Il primo rispose:  "Mamma? Tu credi davvero alla mamma? Questo sì che è ridicolo. Se la mamma c'è, allora dov'è  ora?"
Il secondo riprese: "Lei è intorno a noi. Siamo circondati da lei. Noi siamo in lei. È per lei che viviamo. Senza di lei questo mondo non ci sarebbe e non potrebbe esistere".
Riprese il primo: "Beh, io non posso vederla, quindi, è logico che lei non esiste".
Al che il secondo rispose: "A volte, quando stai in silenzio, se ti concentri ad ascoltare veramente, si può notare la sua presenza e sentire la sua voce da lassù".

7 commenti:

  1. Una riflessione interessante... ma rimaniamo sul piano della poesia. Credo che per i credenti in Dio, di ogni religione, la "sfida" sia ancora più forte e impegnativa. Si basa sulla fede, punto e basta. Comunque sia bene accetta la spiegazione dello scrittore ungherese, è un aiuto per i credenti. Si parla di Dio da sempre, e da sempre come di un "mistero". Nel racconto dei due futuri neonati, mi sembra che quello che crede nella vita dopo il parto abbia già fatto un viaggetto nel mondo esterno , e sia poi ritornato nel grembo di mamma. Altrimenti come farebbe a parlare di luce, di camminare con le gambe, mangiare con la bocca, e parlare della madre ecc. ecc. La fede in Dio è un tuffo nell'ignoto, un atto di fiducia assoluto.
    ANONIMO

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  2. poesia o fiaba a me ha fatto sorridere Si può sempre sognare un mondo migliore.

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  3. Come Gesù, per farci comprendere i suoi messaggi, ha usato parabole, usare racconti come questo può farci pensare. certo è che la fede, è fidarsi totalmente, è lasciarci andare, avvolgere da un amore che supera ogni cosa. E....non è certamente cosa facile, ma chi crede, sa che deve anche fare fatica... SERENA PASQUA A TUTTI ! Lucia

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  4. Vorrei sapere come si chiama lo scrittore....

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  5. Comunque per noi cristiani la fede non è un salto nel buio e nell'ignoto Gesù è morto ed è risorto ed ora è riunito al Padre... ci ha detto che dov'è Lui saremo anche noi!

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  6. Bellissimo e profondo, al di là del marchio religioso, al di là della poesia.

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