Oggi, 3 febbraio la Chiesa ricorda San Biagio protettore
della gola. Si narra che avesse salvato un bambino al quale si era conficcata una lisca di pesce in gola.
In tempi non lontanissimi anche nel nostro Paese era
venerato ed era una ricorrenza solenne.
Venivano portati i bambini in Chiesa a far benedire. Il
Parroco li benediva posando due candele incrociate vicino alla gola (benedette
il giorno prima, il giorno della “Seriòla” - candelora -) pronunciando frasi in latino per
noi incomprensibili e probabilmente erano queste:
(latino)
« Aliud. Ad
eductionem eorum, quae in tonsillas devorata sunt. Statim te ad aegrum
desidentem converte, ipsumque tibi attendere jube, ac dic: egredere os, si
tamen os, aut festuca, aut quid quid tandem existit: quemadmodum Iesus
Christus ex sepulchre Lazarum eduxit, o quemadmodum Jonam ex ceto. Atque
adprehendo aegri gutture dic: Blasius martyr o servus Christi dicit, aut
adscende, aut descende. »
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(italiano)
« Se la spina o l'osso non volesse uscire
fuori, volgiti all'ammalato e digli «Esci fuori, osso, se pure sei osso, o
checché sii: esci come Lazzaro alla voce di Cristo uscì dal sepolcro, e Giona
dal ventre della balena.» Ovvero fatto sull'ammalato il segno della croce,
puoi proferire le parole che Biagio martire e servo di Cristo usava dire in
simili casi «O ascendi o discendi». »
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