Monte Càina m. 1002
Un posto dai orisonti sconfinà, che verse el còre e fa spalancare i oci. Tra un bàtito e n’altro dei oci, i me pensieri i vola a sta quota, sorvolando tuta la pianura nell’assoluto silénsio del cielo.Da dove che mi son sentà fa meditare e va
Rùbio zè un picolissimo paeséto al sole a circa mile metri de quota sfersà dal vento e proprio sòra al promontorio dell’altopian de Asiago.
El se protende verso Bassan del Grapa e la sòto ghe ze tuta la pianura come un'imensa prua de na nave e, data la so posissiòn, te pùi védare paesagi dai orizonti sconfinà e de na luce abagliante.Nei giorni limpidi te pùi dominare tuta la pianura veneta, da Bassan a la laguna de Venéssia, e con un binocolo fin a l’apenìn de Bologna.
Come prima vista, anca se a na sinquantina de Km, se vede i coli Euganei, un fiatìn pi indrìo quei Berici, parfìn i Lessini de Verona.
Invesse a destra ghe ze el monte Grapa, apéna al de là de la Valsugana.
Un itinerario par tute le età e parfìn par i disabili in caroséla.
El posto el ze panoramicissimo, particolarmente fato a posta par chi che ama vardàre da l’alto i grandi orisonti sconfinà .
Dificoltà gnanca una, gnanca in caroséla. La strada la ze sarà al tràfico, quasi tuta sfaltà e un pochéto in discesa e dopo pianegiante, particolarmente tuta al sole, ogni tanto na pìcola oasi soto qualche albero lòngo la strada.
Longo el percorso no ghe ze posti de ristoro e gnaca fontane par bévare, dunque bisogna premunirse.
A metà strada na malga (Giavarin), in atività d'istà, e numerose vache al pascolo.
Mi gò conossèsto sto posto vardando in internet i percùrsi adàti a Persone disabili, cussì un giorno con tuta la faméja semo partìe; quando ca semo rivà a Rùbio, cussì, a prima vista, son restà un fià stomegà, parchè pena fora dal paeséto son sta colpìo da un fulmine, na serie de anténe/ripetitùri altissimi, proprio su la somità.
Un bruto védare proprio. Però oltrepassà queste, passà subito el stupore e anca el malessere, in quanto se verse un panorama da cavàrte el fià e farte cascare le bale dei oci da quanto che te li vérdi.
Pì vanti fin che ze permesso de nare in màchina ghe ze anca un posto che i ghe ciama le “cave dipinte” percorso non adàto par disabili in carosséla, dipinte da Toni Zarpelon de Bassan , che gò incontrà proprio quel giorno; un tipo strano come tuti i artisti de quel stampo.
Praticamente el gà piturà con colùri vivaci in te na vecia cava i sassi, figurandoli come animài, par esempio… se vede ben el leòn, l’elefante, el pesse ecc. In pì, pì in basso ghe ze altre cave che lù el gà rapresentà con vece marmìte de machine… na roba spetrale.
Sevitàndo a percorere la strada che porta al monte Càina, a un serto punto ghe ze el divieto, se parchégia la machina e se ciapa la strada de destra, tuta sfaltà, e se va zo fin che se traversa na contrà disabità, ma tegnù veramente ben; se continua par altri 500 mt. finchè se riva in un spiasso e da li se ze proprio sora a Bassan.
El panorama el ze fantastico, el ponte vecio de Basan el ze talmente picolo ch’el pare quelo che se mete nel presepio quando che se fa el torente con la stagnola. Se alsa i oci e proprio sora de tì ghe ze sempre falchìti che te tien de ocio e che i par fare da sentinela; a sinistra ghe ze un stròdo che porta sù in sima al monte, 5 minuti de tempo e da lì el panorama el ze ancora pì spetacolare.
Quel giorno a gavémo bìo fortuna, parchè zera proprio limpido, talmente limpido che a se vedeva a ocio nudo le navi che partiva da la laguna deVenessia.
Ze un posto che, secondo mì, rinfranca lo spirito; un posto dove i pensieri i vola insieme a la fantasia, basta solo lassàrse trasportare, dale imagini, dal silensio e dal rumore de l’aria e dai versi dei uséi rapaci.
Bona passegiata…
Nico Sartori
Rubbio – Monte Càina mt. 1002
Un luogo dagli orizzonti sconfinati, che apre il cuore e fa spalancare gli occhi. Tra un battito ed un altro degli occhi i miei pensieri volano a questa quota, sorvolando tutta la pianura nell’assoluto silenzio del cielo.
Dove sono seduto fa meditare e valutare la differenza fra una pianura piena di cemento ed asfalto e una montagna ancora abbastanza intatta con un cielo senza confini, alle volte triste e nebbioso, altre con i piccoli falchi fermi a guardarti da sopra come che dicessero: “guarda che stupendo panorama”; altri giorni invece un cielo terso e sfolgorante che ti riempie gli occhi di quel colore che solo lui può avere.
Rubbio è un piccolissimo paese al sole a circa 1000 mt. Di quota sferzato dal vento e proprio sopra al promontorio dell’altopiano di Asiago. Si protende verso Bassano del Grappa e là sotto c’è tutta la pianura come un’immensa prua di una nave e, data la sua posizione, si possono ammirare paesaggi dagli orizzonti sconfinati e di una luce abbagliante. Nei giorni limpidi si può dominare tutta la pianura veneta, da Bassano alla laguna di Venezia e, con l’aiuto di un biniocolo anche l’appennino fino a Bologna.
Come prima vista, anche se ad una cinquantina di km, si vedono i colli Euganei, un po’ più indietro quelli Berici, e perfino i monti Lessini di Verona. Invece a destra c’è il monte Grappa al di là della Valsugana.
Un itinerario per tutte le età e anche per le Persone in carrozzina. Il posto è panoramicissimo, fatto appositamente per chi ama guardare dall’alto i grandi orizzonti sconfinati.
Difficoltà zero, nemmeno per la carrozzina. La strada è chiusa al traffico, quasi tutta asfaltata: un po’ in discesa, ma poi pianeggiante, praticamente tutta al sole, ogni tanto una piccola oasi sotto qualche albero lungo la strada.
Lungo il percorso non esistono posti di ristoro e nemmeno fontane per bere, dunque organizziamoci.
A metà strada, si trova la malga “Giavarìn”, in attività solo d’estate e numerose mucche al pascolo.
Io sono venuto a conoscenza di questo posto guardando in internet i percorsi adatti a Persone disabili, così un giorno, con tutta la famiglia sono partito.
Quando siamo arrivati a Rubbio, così a prima vista, son rimasto un po’ avvilito, perché appena fuori paese sono stato colpito da tutta una serie di antenne-ripetitori altissimi, proprio sulla sommità. Non è un bel vedere, però oltrepassato questo, passato lo stupore ed il malessere, si apre un panorama da toglierti il fiato. Veramente una cosa incredibile, non avrei mai pensato di poter amminrare una veduta del genere.
Più avanti fin che è permesso andare con l’auto c’è un posto che si chiama: “cave dipinte” percorso però non adatto per disabili in carrozzina, dipinte da Toni Zarpelon di Bassano che fatalità ho incontrato prioprio quel giorno. Un tipo strano, come dtutti gli artisti di quello stampo.
Praticamente ha dipinto con colori molto vivaci, in una vecchia cava, i sassi, figurandoli come animali, per esempio: si vede bene il leone, l’elefante, il pesce ecc. In aggiunta, più in basso, ci sono altre cave che lui ha rappresentato con vecchie marmitte di auto…una cosa spettrale!
Continuando a percorrere la strada che porta al monte Càina, ad un certo punto c’è il divieto, si parcheggia l’auto, e si prende la strada di destra, tutta asfaltata e si va giù finchè si attraversa una Contrà disabitata, ma tenuta veramente bene; si prosegue per altri 500 mt. Finchè si arriva in uno spiazzo elì si è proprio sopra Bassano.
Il panorama è fantastico, il ponte vecchio di Bassano è talmente piccolo che sembra quello che si mette nel presepio quando si fa il torrente con la stagnola. Si alzano gli occhi e proprio sopra di te ci sono sempre i piccoli falchi che ti tengono d’occhio e che sembrano far da sentinella. A sinistra c’è un sentiero che porta su in cima al monte, 5 minuti di tempo e da lì il panorama è ancor più spettacolare.
Quel giorno abbiamo avuto fortuna perché era proprio limpido, tslmente limpido che si vedevano ad occhio nudo le navi che salpavano dalla laguna di Venezia.
E’ un posto che, secondo me, rinfranca lo spirito, un posto dove i pensieri volano insieme alla fantasia, basta solo lasciarsi trasportare dalle immagini, dal silenzio e dal rumore dell’aria e dai versi degli uccelli rapaci.
Buona passeggiata…
Nico Sartori
Luogo di partenza: da Rubbio proseguire per la strada che porta alla 'cava dipinta' (indicazioni), si oltrepassano le grandi antenne e si continua finché si arriva ad uno slargo dove si parcheggia e dove si diramano due strade chiuse al traffico con sbarra. Per quella di sinistra si sale alle malghe di Campolongo, per quella di destra si scende brevemente verso il Càina. Circa 20-30 minuti di cammino, qualcosa di più per il ritorno in leggera salita.
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