L‘uomo è
irragionevole,
illogico ed
egocentrico.
Non importa, amalo.
Se fai del bene diranno che lo farai
per secondo fini.
Non importa, fa del bene.
Se realizzi i tuoi
obiettivi
a favore degli altri
incontrerai chi ti
ostacola.
Non importa,
realizzali.
Il bene che fai,
forse domani verrà dimenticato.
Non importa, fa del bene.
L’onestà e la sincerità
ti rendono vulnerabile.
Non importa, sii sincero.
Quello che hai costruito
può essere distrutto.
Non importa, costruisci.
La gente che hai amato,
forse non ti sarà
grata.
Non importa, aiutala.
Dà al mondo il meglio di te
e forse sarai preso a pedate.
Non importa, dai il meglio di te.
Madre
Teresa di Calcutta
Ah.... se Madre Teresa di Calcutta
RispondiEliminaavesse pronunciato queste belle parole
davanti all'assemblea riunita dei
nostri deputati e senatori ed aspiranti parlamentari,
forse avremmo qualche una migliore classe dirigente.
Speriamo nel FUTURO.
Auguri alla "nuova" Italia che uscirà dalle urne
nei prossimi giorni.
IL VENTO DELLA VALLE
Giusta osservazione, caro Vento della Valle, speriamo che lunedì esca veramente una "nuova" Italia, ma nutro seri dubbi...purtroppo...
RispondiEliminaIo, a dire il vero, non sono mai stato coinvolto da questa che mi è sempre parsa una falsa umile...
RispondiEliminanei "suoi" ospedali era proibito usare lenitivi alle sofferenze, perché la sofferenza è il mezzo pere raggiungere il "paradiso".
Strana cristiana... ora vedo muoversi un vespaio... accetto qualunque critica!
Il vangelo dice:Non Giudicare,per non essere giudicato.......
RispondiEliminaUna cosa ti auguro "alago" che tu possa nella tua vita fare "male" come Lei, tutto il" bene"
che Lei ha fatto ai poveri e bisognosi.
Lino, non è questo il problema; rimarremo sempre fermi al palo accettando acriticamente certi aforismi, come quello che citi ora dal Vangelo. E' un aforisma, messo in una discussione, non un consiglio/avvertimento Divino.
RispondiEliminaSe un comportamento è sbagliato, pure in buona fede, è male non farlo rilevare; perché errare è umano, perseverare è diabolico... altro aforisma. Non giudicare, per non essere giudicato, è il chiudere orecchie, naso e bocca delle tre scimmiette: Non vedo. Non sento. Non parlo.
Allora i cristiani, e chi li guida, devono capire che non è vero che siamo stati fatti per tribolare e basta, che dobbiamo rinunciare ai progressi della medicina per andare in Paradiso e storie del genere; è disonesto, è una sovrastruttura "religiosa" che poteva andar bene quando altri rimedi al dolore non esistevano.
E' come quando cerchiamo il "premio" alle tribolazioni inflitteci: nel Paradiso per noi, e nell'Inferno per il malvagio che ce le infligge: era il modo per tenere col capo chino il poveretto... e non aggiungo altro.
Nel caso di specie, Madre Teresa alla fine viaggiava tutto il mondo a raccogliere soldi per la sua "casa", e non si guardava attorno per vedere dove finissero le somme raccolte, lasciatasi sopraffare dal mondo "moderno".
Io vedo più santi nel vivere quotidiano, vittime di questo stesso sistema che vivono: è un tritacarne.
Penso ad un Welby, per esempio, e a quella sua povera moglie... ad una Eluana Englaro, ed a quel povero papà martirizzato inoltre dalle fazioni "politicamente" avverse, oltre che dalla "chiesa"... alla bambina che abitava qua vicino, figlia di un amico, morta a 10 anni di tumore al cervello... consolava lei i genitori!
Guerre dappertutto, morti e distruzioni, inedia e malattie, fame, suicidi... Ed è così da sempre, per la maggior parte della umanità; noi siamo in una isola fortunata: ancora per poco? Ed è cosa pessima, di cattivo auspicio, vedere le lotte di Religione!
Capisci, perfino di Religione, contraddizione in termini!
Dirai che sto andando lontano... sono le contraddizioni, dai.
Buon Week end.
Credo che affrontare argomenti così alti, sensibili e complessi richieda un’altissima dose di umiltà.
RispondiEliminaPenso che il carisma di Madre Teresa non vada considerato tanto nella soluzione di problemi che comunque ci trascendono tutti, come il senso della vita, il male, la sofferenza e la morte, ma nel farsi vicina e prendersi cura di chi si trovava in quelle situazioni e a cui nessuno badava.
Probabilmente non evitò la morte o la sofferenza dei corpi, ma quella dell'anima (chiamiamola come vogliamo) forse si. Soffrire e morire nella solitudine e nell’abbandono credo sia diverso dal farlo sentendosi accolto, accudito ed amato, anche con errori o inadeguatezza di mezzi.
La mentalità corrente ha messo la (VITA) fra parentesi, estrapolandola dal contesto dell'eternità da cui procede e ci porta a medicalizzare tutte le nostre fasi cruciali che non riusciamo a "controllare", delegandole a istituzioni, sostanze e strumenti tecnici. Così il parto, la sofferenza, l'agonia e la morte, che sono passaggi critici e cruciali, ma naturali, si tende a relegarli fuori dalla nostra comune esperienza di sani (occhio non vede, cuore non duole e ... coscienza non s'interroga), per poi trovarceli di fronte a tempo debito, inesorabilmente, senza alcuna preparazione per affrontarli.
L'edificazione attraverso la sofferenza, insegnamento che (in passato) ha permeato non poco la formazione religiosa, è un concetto che si è prestato facilmente a mistificazioni e a forme di controllo della società, questo è assolutamente vero, ma non ha perso la sua valenza per le coscienze rettamente formate.
Quanto alle contraddizioni poi, sono nella natura dell'uomo: misuriamo l'infinito con il calibro; è sempre uno strumento di misura, ma riesce a coglierne solo un parte.
È comunque buona cosa discutere anche di queste cose, senza timor di polemiche, che ci sono solo fra gente in malafede. Questi sono argomenti dove nessuno è maestro, ma tutti balbettanti apprendisti e ogni stimolo ed opinione è sempre bene accetto e fonte di riflessione.
Sottoscrivo, Gianni. Ciao
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