[Gianni Spagnolo © 2348]
Abituati ai “memory” con memoria di forma, a quelli costosetti delle dimostrazioni casalinghe, o a quelli super economici delle promozioni televisive, ci siamo dimenticati dei materassi che ci hanno visto nascere e crescere. Quelli di lana dai bordi cordati, per intenderci, ricondizionati periodicamente in piazza dalla Cicci con lunghi aghi e trapuntati con quei curiosi ciuffi di cotone. Dal tessuto rigorosamente a rigoni nelle tonalità del marrone e del verde, il tradizionale tarliso, imbottiti con fiocchi di lana e periodicamente rifatti. Prima ancora, per l’imbottitura, si usavano i scartossi, ossia le cariossidi del granoturco; decisamente freschi e traspiranti d’estate, ma che scrocchiavano ad ogni movimento.
Erano collocati sopra reti di ferro dalla flessibilità resa sempre eccessiva dal ripetuto riciclo, che ti facevano dormire in modalità amaca. Salvo non irrigidirle con delle tavole di legno, perché così s'indrissava la schéna, dicevano! Ma secondo me era una scusa. Sopra, almeno d’inverno, coperte di lana antibalistica che ti comprimevano a bozzolo.
Vabbé, … andava bene così e abbiamo sempre dormito di gusto. Anche perché, prima di entrare nel letto bisognava dire le preghierine. Il rito iniziava immancabilmente con l’intingere el deéto nell’acquasantiera di ceramica fatta a mo' di angioletto appesa sopra il capezzale del letto di ogni famiglia timorata. Era infatti questa una ritualità iniziale che convinceva anche i più riottosi o assonnati; una sorta di complicità con quell'angelico essere alato che doveva proteggerti il sonno. Come dire: téndeme ti che mi a go sono!
L’angioletto era importante perché bisognava iniziare con l’Angele Dei (.. qui custos es mei, me, tibi commìssum pietàte supérna, illùmina, custódi, rege et gubérna), oppure l’Angelo di Dio, per i meno datati post-Concilio. Anche se allora le devozioni tradizionali stavano già scomparendo, così come quelle ingenue acquasantiere appese ai lati del letto che, prima vuoti addobbi, finirono infine disperse in qualche cassetto dei granari paesani. Quella del mio letto aveva il bacile scheggiato, a differenza di quella di mia sorella che era bella integra, e questo mi faceva rabbia! Non so che fine hanno fatto, probabilmente quella comune a tutti gli arredi di quegli anni.
La comparsa delle prime acquasantiere domestiche risale al XVI secolo. All’inizio erano diffuse in prevalenza fra il clero e i membri di comunità e ordini religiosi. A partire dal secolo successivo entrano a far parte dell’arredo delle cappelle private domestiche delle famiglie aristocratiche, laddove nel corso del Millesettecento diventano parte irrinunciabile dell’inventario delle camere da letto di tutti i ceti sociali fino alla prima metà del secolo scorso. Di solito venivano poste accanto al letto in modo che al mattino e alla sera i fedeli potessero segnarsi e recitare le preghiere.
Come forme e soggetti le acquasantiere domestiche seguivano l’andamento della moda e del gusto delle varie epoche storiche, facendosi così documento delle caratteristiche stilistiche del loro tempo e rivelando nel contempo qualcosa della personalità del proprietario, della sua religiosità e devozione, nonché il suo status sociale.
Svariati i temi iconografici che le adornavano, e che di solito occupavano la parte centrale dell’alzata. Le scene più frequenti erano ispirate alla vita di Gesù, specie alla Natività, alla Passione e alla Crocifissione. Ricorrenti erano pure immagini della Madonna, ma anche di santi. Motivi frequenti erano inoltre gli angeli, ma anche simboli vari come la croce, gli strumenti della Passione di Cristo, il monogramma cristologico IHS, il Sacro cuore sovrastato dalla fiamma, il monogramma mariano.
L'acquasantiera domestica ! Mi ricorda la stanza da letto dei nonni materni nella quale si dormiva quando andavamo vederli d'estate, a centro Valpegara (fine anni 50). Accanto al letto matrimoniale, erano fissate alla parete due acquasantiere domestiche. Ho sempre dormito di gusto, forse perchè ero bambina, anche ! In luglio 2022 abbiamo visitato la basilica di San Antonio a Padova e, in ricordo di quell'epoca, ho comprato un'acquasantiera domestica, con il Santo della città, che ho messo,... dovinate dove...
RispondiEliminaGrazie Gianni per la rievocazione di questi ricordi che restituioscono una parte fondamentale della nostra infanzia.Una fede semplice ma in grado di esprimere grazie al cielo anche per il sostegtno alle difficoltà quotidiane sempre incombenti e motore di spinta per sognare un futuro migliore.
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