giovedì 13 aprile 2023

El salàro

[Gianni Spagnolo © 2347]

Rénte ala fornéla, picà via su pal muro dal’altra parte dela cassa del’àcoa, par via chel vapore nol lo ingrùme, ghe jera senpre el salàro. 

Il salàro era una saliera, contenente appunto il sale grosso per salare la polenta e la pasta. Un contenitore perlopiù di maiolica arabescata o di lamiera smaltata, con la chiusura a rebàlsa, prevalentemente di legno. Era comodo alla bisogna e facile prelevarne il contenuto con una solo mano: si alzava la rebàlsa, si raccoglieva la manata di sale secondo necessità, poi il coperchio si richiudeva da solo a gravità. Non serviva allontanarsi dalla stufa, dove bolliva l’acqua nel caliéro o nella pentola, né aprire bussoli o scartossi, dove servivano due mani.

Un contenitore semplice e funzionale, nonché ergonomico e sempre rifornito di materia prima. Sì, perché la polenta era quotidiana, similmente in seguito per la pasta. Entrambe le preparazioni richiedevano l’uso del sale grosso, da aggiungere non appena l’acqua arrivasse a bollore. Era posto sufficientemente in alto per evitare che vi accedessero i bambini di casa e rappresentava un elemento d’arredo immancabile delle cucine dei nonni. 

Il sale grosso, dalla forma imperfetta e grossolana, costava infatti meno del sale fino e si scioglie meno rapidamente, quindi era impiegato di preferenza nelle in cotture più lunghe, lasciandolo disciogliere nei liquidi, come l'acqua di cottura della polenta, appunto. Girète l’ocio, il sale veniva poi usato per pulire il caliéro della polenta; Veniva aggiunta una manciata di sale a mezzo bicchiere d’aceto per lissiare a specchio il paiolo, una volta rimosse le groste, ovviamente.

Il sale grosso serviva inoltre anche a molteplici altri usi, come per esempio catturare gli uccelli e vari animali di piccola taglia. Bastava infatti arrivare a metterne un grano sulla coda per avere la sicurezza di catturarli senza fallo. Almeno questo era il sistema che insegnavano i veciòti a noi bociarìa, e se questo metodo era stato tramandato per così tante generazioni doveva essere sicuramente valido. Peccato che noi non avessimo mai raggiunto l’abilità richiesta per utilizzare questo sistema di caccia con la stessa perizia ed efficacia dei nostri avi, per cui vivemmo la nostra fanciullezza con grave pregiudizio della nostra autostima. 

2 commenti:

  1. Buongiorno, anch'io mi chiedevo come fosse possibile catturare gli uccelli mettendo il sale sulla loro coda. Il mio babbo convinto che il metodo funzionava, mi ripeteva più volte di provare. 😃 Anna Maria Leoni

    RispondiElimina
  2. Ridere è il sale della vita, è una cosa seria ! Benche le dimensioni del cervello degli uccelli sono ridotte; la densità di neuroni è molto elevata. Hanno sviluppato le loro reti neurali e aree cerebrali. Per questo fatto, non si può più prenderli mettendo sale sulla loro coda !

    RispondiElimina

La vignetta