sabato 17 luglio 2021

Sapiense perse

【Gianni Spagnolo © 21G14】

Pare che nel linguaggio lappone ci fossero cinque parole per definire la neve, sette o otto per chiamare la montagna, ma per definire onestà, virtù e coscienza non c’erano parole specifiche e occorreva ricorrere a delle perifrasi. Come a sottintendere che la neve e la montagna fossero più importanti per i lapponi rispetto all’onestà e alla virtù. Gli Yupik dell’Alaska pare addirittura che identifichino e nominino specificamente un centinaio di tipi di formazioni di ghiaccio. Senza andare tanto distante, anche Mario Rigoni Stern descrisse in "Sentieri sotto la neve”, gli otto nomi che la neve assumeva nei Sette Comuni, pur lamentando che si trattasse di denominazioni ormai perdute: brüskalan, sneea, haapar, haarnust, swalbalasneea, kuksneea, bachtalasneea, kuasneea. Ognuna di esse era infatti specifica della consistenza del manto nevoso riferibile ai diversi periodi dell’anno. Tuttavia l’esistenza di parole diverse per definire una cosa non significa automaticamente che sia più importante di qualcosa per cui non esistono parole. Evidentemente, i nomi di una sostanza sono proporzionali alla sua presenza nella vita quotidiana dei vari popoli e perciò richiedono una definizione più o meno precisa a seconda delle circostanze e della sua consistenza. D’altronde, ci sono sempre stati elementi diffusi e soggetti ad una pluralità di denominazioni diverse in tutte le lingue, solo che magari non erano così candidi, immacolati e poetici come la neve e perciò trovarono meno ospitalità in letteratura.

Infatti anche noi, nel nostro piccolo, avevamo parecchi termini diversi e specifici per definire la medesima materia, pur se ciò non significa che ci fossimo immersi, ma solo che talvolta era opportuno essere precisi per saper come trattarla:

Schito, Schitarata, Schitara, Pétola, Petolòto, Petolòn, Càgola, Chégale, Boassa, Mòrbio, ..

A qualcuno di più erudito ne verranno magari in mente altri.

Certo, da noi non ci sarà nessuno, come Peter Høeg, che ci scriverà un libro come il “Senso di Smilla per la neve”, ma è giusto testimoniare che il concetto di sapienza e ricchezza è piuttosto articolato.






2 commenti:

  1. Anche per descrivere la sbornia: bala, balòta, sìmia, sbìonsa e altri

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    1. Non è la stesa cosa, questi che dici sono sinonimi che identificano il medesimo concetto, mentre quelli del testo significano cose diverse fatte con la stessa materia.

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