venerdì 16 luglio 2021

Perché?

【Gianni Spagnolo © 21G11】

Perché è un avverbio, congiunzione e perfino sostantivo della lingua italiana: è assai diffuso, giacché, a differenza di altre lingue, si presta sia a formulare la domanda che la risposta. Esso è stato recepito velocemente nel nostro dialetto, anche se vi era estraneo, perché la formulazione della frase ricalca ormai la sintassi italiana anche nel dialetto. La nostra parlata aveva invece altri modi di formulare la domanda e dare una risposta, senza utilizzare l'italico perché.

Per fare la domanda si usava: achefàr? (a che far)

Achefàr vetu a dugare a boce? [Perché vai a giocare a bocce?]

Per dare la risposta si usava: parvìa (par via)

Parvìa ca me perdo via coi me soci. [Perché mi diverto con i miei amici.]

Questo è un esempio di come si evolve la lingua dando l’impressione che si sia sempre parlato così. Oggi dire perché non ci sembra assolutamente foresto, ma del tutto naturale, mentre invece la sua evoluzione è recente e quello che c’era prima s’è irrimediabilmente dimenticato.


3 commenti:

  1. Erano tantissimi anni che sentivo più:parvia e achefar. Un balzo nel tempo che fu.

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  2. Achefar mai usato. Inizierò.

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  3. io ho nell'orecchio: "A far cossa…" piuttosto che Achefàr

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