I nipoti di Antonio Lorenzi mi hanno espresso il desiderio di riproporre il post per ricordare OGGI il loro valoroso zio, nel centenario del suo gesto eroico per il quale fu decorato di medaglia d'argento.
Credo che molti paesani ignorino di avere avuto fra i loro concittadini un decorato di Medaglia d'Argento al Valor Militare della prima guerra mondiale.
Non è cosa ordinaria essere insigniti di questa onorificenza e mi pare che in Valle ve ne siano solo due:
A Velo (benché nativo di Rovato BS) Mons. Francesco Galloni, mitico cappellano del Btg. Alpini "Monte Suello", fondatore dell'Ordine delle Figlie di Maria Annunciata (Montanina), della Pro Oriente e ispiratore della costruzione della chiesetta di Santa Maria del Pasubio;
Da noi: Antonio Lorenzi Canèla.
Antonio nacque a San Pietro di Rotzo il 26 novembre 1896, da Giacomo e Lucca Maria, terzo di undici figli. (Marianna 1892, Margherita 1894, Antonio 1896, Ettore (Bepi Sélega) 1899, Maria 1901, Caterina (Catìna) 1904, Domenica 1906, Domenico 1908, Domenica (Meneghìna) 1909, Elena 1912, Egidio 1915.
Frequentò in paese le scuole elementari e allo scoppio
della guerra venne chiamato alle armi il 25 Novembre 1915.
Era minatore di professione per cui venne assegnato al 5° Reggimento Genio, da dove, dopo un periodo di addestramento fu inviato in zona di guerra (il 5 marzo 1916) e assegnato alla 25ª Compagnia Genio Minatori.
Era minatore di professione per cui venne assegnato al 5° Reggimento Genio, da dove, dopo un periodo di addestramento fu inviato in zona di guerra (il 5 marzo 1916) e assegnato alla 25ª Compagnia Genio Minatori.
Durante la guerra fu sul Gruppo del Pasubio e nella primavera del '18, durante la storica fase delle mine austriache e contromine italiane, si meritò la medaglia d’argento al valore militare con la seguente motivazione:
"Con elevato spirito militare, sprezzante del pericolo malgrado
l’evidente minaccia di esplosioni di mine nemiche, si offriva volontariamente
di prendere parte al caricamento di due contromine dimostrando attività e
coraggio esemplari" Monte Pasubio 13-3 1918.
(Bollettino Ufficiale 43 del 20 Giugno 1919, pg. 3006)
(Bollettino Ufficiale 43 del 20 Giugno 1919, pg. 3006)
Dopo la guerra, nel 1920, emigrò negli Stati Uniti, dove si era già trasferita la sorella Margherita.
Partì da Genova il 13 ottobre con la motonave Giuseppe Verdi
per recarsi dalla sorella, nel frattempo sposata con Giovanni Brazzale originario di Caltrano, a Rockford,
Illinois.
Venne raggiunto nel 1929 dalla sorella Elena di soli 16
anni, che si sposerà in seguito con Rudella Francesco di Caltrano.
Visse per tanti anni a Chicago e Detroit, lavorando come minatore e poi muratore, quindi all’inizio degli anni '60 si trasferì a Los Angeles, assieme a tutte le altre famiglie.
Ritornò in Italia definitivamente alla fine degli anni '60 stabilendosi a San Pietro, dapprima in via Regina Margherita, dov'era l’abitazione di famiglia e successivamente, dopo una malattia, presso la sorella Domenica, ai Cerati.
Concluse la sua esistenza terrena il 16 Agosto 1973 all’Ospedale di Schio senza lasciare discendenti.
Decorare Antonio della Medaglia d'Argento al Valor Militare da vivo, non è stato un ossequio al grado o alle appartenenze; era un soldato semplice e per giunta del Genio, arma un po' emarginata dalla retorica militaresca della prima linea e dell'epoca. È stato un riconoscimento al suo valore di uomo e di soldato; equivalente ad una medaglia d'oro, considerate le circostanze.
Ci piace quindi ricordarlo qui sul Blog grazie alle notizie forniteci dai suoi nipoti Toldo.
Era un uomo buono e generoso, che con i risparmi di una vita di sacrifici aiutò i propri parenti e soprattutto l'opera di sua zia Madre Lorenzina Lucca delle Suore Maestre di S. Dorotea, alla quale era particolarmente legato.
Questa religiosa nostra paesana, infatti, fondò e diresse un orfanotrofio a Castellarquato (Piacenza), dove morì nel 1960. Presso quest'opera, in tempi più grami degli attuali, trovarono ospitalità ed aiuto anche diverse ragazze del paese.
In questo ambito ebbero così modo di esprimersi talenti di intelligenza e carità altrimenti negletti, che spesso si distinsero nella loro opera, onorando così anche il proprio paese.
Suor Lorenzina è ricordata con una piccola lapide affissa nella chiesa del nostro cimitero.
Antonio ha vissuto una vita che rappresenta emblematicamente il travagliato ciclo della sua generazione: la giovinezza in un periodo di rinnovate speranze, la guerra devastatrice, l'effimero periodo della ricostruzione e delle speranze deluse, la lunga emigrazione e infine il ritorno all'origine; in quel posto della terra e dell'anima dove furono educate le sue virtù.
Perché quest'uomo dallo sguardo chiaro e mite, onorò con il suo valore anche la sua terra e la sua gente.
Gianni Spagnolo
(Ringrazio il nipote Giorgio Toldo per le informazioni e la documentazione messa gentilmente a disposizione)
Grazie a quelli del blog che fan conoscere anche queste storie. Questo è un chiaro esempio che chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato e che il bene non fa mai rumore.
RispondiEliminaE' proprio vero, ancora di più se si considera quanto pochi siano i militari di truppa a fregiarsi della Medaglia di Argento
EliminaSe ho letto bene, un po più di 109.000 militari Italiani sono stati decorati nella prima guerra, tra cui 38.000 circa medaglie d'argento. Mi sembrano pochi se guardiamo il totale dei morti e dispersi che rappresentano 13 % dei mobilitati.
EliminaAnonymous delle 14.09 : ti sembrano cifre coerenti ?
Non so se il numero è coerente, io desideravo solo sottolineare che le medaglie d’oro e d’argento sono state assegnate principalmente a ufficiali e sottufficiali, raramente ai militari di truppa
EliminaCarissimi Carla e Gianni, vi ringraziamo per questo post. Non sapevamo nemmeno di questa bellissima storia dello zio Tony! Così lo chiamavamo noi! E' davvero stato una grande Persona e aiutava tutti. A noi pronipoti ha sempre voluto bene. La foto poi con tutta la famiglia e con nostro Papà piccino è stata veramente una bellissima sorpresa!
RispondiEliminaMi unisco alle mie sorelle.
EliminaUn piccolo appunto: anche se non siamo discendenti diretti, noi tutti lo ricordiamo con grande affetto, ed un fiore sulla sua tomba non manca mai.
Complimenti comunque per il post.
Grazie Francesco per l'appunto: ho già provveduto a modificare il testo.
EliminaVolevo aggiungere che anche mio nonno, il fratello, ha combattuto la prima guerra. Era uno dei 'ragazzi del 99', chiamato alle armi a neppure 18 anni ed insignito poi anche lui di alcuni riconoscimenti, fra cui quello di 'Cavaliere di Vittorio Veneto'.
RispondiEliminaBuon sangue non mente. E' bene ricordare ogni tanto anche chi ha trascorso la sua vita nell'ordinaria semplicità sapendosi comportare alla bisogna con grande dignità ed onore. Se chi ha oggi risonanza mediatica avesse anche questa dignità e questo onore, state sicuri che le cose andrebbero meglio.
RispondiEliminaValà, valà, Philo, vara che te resta solo un scampolo de quaresima, dopo finisse la tregua. Comunquemente, se fusse solo par le medaje, anca mi a gh'n sarìa pién pedo de un generale russo, se no altro par tuti i sbrodegamìnti de cafelate ca me cato sul pigiama.
RispondiEliminaCaro '' Vecio '' don , tachito anca ti ad aver la man tremula. par non spocarse, una solusion xe la canucia o el biberon . Sempre avanti caro, mai spaventarsi per do macie sule brage. Ciapela a ridere ciao
RispondiEliminaecco un nome per la via nuova che da casa nostra scende alla pro loco : via Antonio Lorenzi medaglia d'argento al valor militare ( fusse che fusse la volta bona ) peccato non averlo conosciuto.
RispondiEliminabravo Piero per questa idea, bisogna portarla avanti, in tanti, così sarà più facile realizzarla
EliminaAnch'io sono dello stesso parere di Piero. I paesani che hanno dato lustro al paese devono essere ricordati anche nel futuro.
EliminaSarebbe bello anche perché s'incrocia con la Via Vittorio Veneto
EliminaInteressante osservazione Renata. brava.
EliminaPEDROOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
RispondiEliminaQuesta si chiama genialata!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Spero che il Sindaco legga e tenga in debita considerazione questa tua proposta!!!
Bravo!
Mi collego ad un post del 2015 trovato oggi su Bronsescoverte, dove si parlava di Antonio Lorenzi Canela.
RispondiEliminaVolevo mettere a conoscenza che anche un mio zio si chiamava Antonio Lorenzi soprannominato Carnavale ed anche lui fu decorato con Medaglia al Valore durante la seconda guerra mondiale.
Fu Camicia Nera e volontario nella guerra di Spagna poi ritornato andò sempre volontario in Serbia e Montenegro dove ricevette la medaglia.
Nel 1944/45 lo troviamo Partigiano tra le nostre Valli ed alla fine deportato a Mauthausen durante il rastrellamento del 06/01/1945 dove morì il 29/04/1945.
Ho già parlato una volta di lui e mi fa sempre piacere spendere una parola per un personaggio di Valdastico che nessuno oramai più ricorda.
Grazie. Luciano Pesavento