- Mappale
n. 1255, Casa: Lorenzi Giuseppe fu Francesco;
- Mappale
n. 1255, Casa: Lorenzi Giuseppe fu Francesco;
- Mappali
n. 4206, 1256, 1257, 1258, 1261,
1265, 4209, Prati irrigati e
arativi: Lorenzi Giuseppe
fu Francesco;
- Mappale
n. 4208, Arativo in piano: Lorenzi Giovanna fu Giovanni maritata Serafini (proprietà
registrato nel 1848).
In capo
all’insediamento troviamo poi il vecchio Casello della Dogana Veneta, eretto nel 1639 per contrastare il contrabbando di biade col Tirolo, ma in disuso a quest'epoca in quanto allora entrambe le sponde della Torra
ricadevano sotto lo scettro della Casa D’Austria.
- Mappale
n. 3828, Erario Civile: I.R.
Antica cassa d’ammortizzazione e per essa l’I.R. Cassa di Finanza e
Demanio di Vicenza.
Il fatto che
vi sia in sostanza un unico proprietario dei due caseggiati e dei fondi
rivieraschi della roggia, farebbe pensare ad un’acquisizione piuttosto recente.
L’abitazione è decisamente eccessiva per una famiglia e sarebbe un po’
improbabile che quel patrimonio fosse pervenuto ad un unico proprietario in
caso di successione generazionale. Per contro una costruzione a nuovo in quel
luogo, che aveva ormai perduto la sua importanza strategica e di traffico come
posto di confine, suonerebbe un po’ strana.
Si potrebbe quindi
pensare che forse il Lorenzi abbia rilevato dall’I.R. Intendenza le proprietà
in disuso dell’antico posto di confine, attrezzato con casermette, cortili e
spazi di pertinenza alla dogana.
Da alcuni
indizi e tradizioni, si potrebbe supporre che l’obiettivo primario della
costruzione consortile della roggia non fosse solo di procurare forza motrice
per il mulino e la segheria, quanto di irrigare i prati dell’Astico. È possibile
che verso la fine del XVI° secolo un ramo dell’Astico costeggiasse il piede
della collina di San Pietro, raccogliendo il contributo delle valli del Chèstele e dell’Orco e consentendo l’irrigazione naturale dei prati.
(Don
Giovanni Toldo registrava una tradizione presente in
paese, che fino ai primi dell’ottocento l’Astico scorresse ai piedi della
collina di San Pietro e che al Sasso de
Godi, in fondo alle Vegre, si
pescassero le trote. L’autore riteneva inverosimile la cosa, pur ipotizzando che forse un ramo del
torrente, in epoca però ben più remota, potesse aver avuto questo percorso).
Una
disastrosa alluvione potrebbe aver poi seccato questa derivazione a monte e
modificato il profilo rivierasco in zona Casotto e Soglio/Forme, imponendo
interventi correttivi per adeguarsi alla mutata geografia del fondo valle. La costruzione dell’abitato delle Forme in
terra di Rotzo (ma solo perché s'era spostato l'Astico, il millenario limite) e dei masi in Breióla, potrebbe forse attribuirsi quel lontano
evento e giustificare gli strani confini e appartenenze della frazione di
Forme.
Nel casello
daziario confluiscono sia la strada Cavallara verso Casotto che la roggia. Ciò
farebbe pensare che si trattasse di un fabbricato porticato, posto a sbarramento strategico della Via di
Germania: un rastrello appunto, spesso nominato nelle cronache antiche.
Il posto di
frontiera rimase inattivo nel periodo della dominazione asburgica del Veneto,
ovvero dal 1815 al 1866, anno della sua annessione all’Italia. Con il
ristabilirsi del confine nazionale sulla Torra, ecco che la contra’ riacquistò
importanza economica e strategica e si popolò dei servizi tipici di un varco
confinario. Oltre agli originari Lorenzi, s’insediò qui proveniente dall’Aréta la famiglia degli Spagnolo detti Nandi, che vi aprì un’osteria che
esercitò fino al successivo mutar di confine in seguito al primo conflitto
mondiale.
Oggi la piccola contra’ si presenta poco dissimile dall’originario complesso; le abitazioni sono state però tutte ristrutturate ed è ancora popolata da alcune famiglie.
Gianni Spagnolo
V-MMX
Bibliografia, annotazioni, avvertenze e diritti:
- San Pietro Valdastico - Storia del paese - Don Giovanni Toldo - 1936;
- Valdastico Ieri e Oggi - Mons. Antonio Toldo - Ed. La Galaverna - 1984;
- I documenti catastali qui riportati sono estratti dagli originali conservati presso l'Archivio di Stato di Bassano del Grappa - Catasto Napoleonico ed Austriaco del comune censuario di Rotzo - Mappa d'Avviso; Mappa I; IV e Libri partite e riportano in filigrana il marchio d'origine. Sono concessi ad uso esclusivo di questa pubblicazione con prot. n. 01 del 04/02/2015 dal Mistero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo sez. d'Archivio di Stato Bassano del Grappa.
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