lunedì 29 giugno 2015

Supplemento a Via Rotzo

Questo mio "supplemento" alla via Rotzo è dovuto perché, anche una piccola Via come questa, era uno spaccato veramente originale del nostro Paese. 



Cominciamo con Antonio (Tones) che dopo aver subito, oltre alla guerra, anche degli imbrogli di famiglia, in data 05/03/1922 sposò Lorenzi Maria (Bastiana) dalla quale ebbe il figlio Ampelio
Acquistata la trattoria "alle Alpi" dai fratelli Lorenzi, dovette emigrare in Argentina per pagare i debiti, (questa premessa per capire le fatiche doppiamente sostenute dalla gente della nostra Valle). 
Lorenzi Maria (bastiana) col figlio Ampelio - notate la scritta ALLA CORONA D'ITALIA

 la Maria (bastiana) con alcuni clienti della trattoria

Dopo aver perso il figlio in guerra e la moglie per malattia, il Tones incontrò la Marta, mia madre, anche lei ritornata al Paese dopo vari lavori come domestica e operaia in fabbrica. Qui in Paese faceva la parrucchiera, la prima della nostra zona, sù per le scalette della Salve dove abitava la Natalia.
Sposatisi il 22/10/1949, diedero vita a noi due: Ampelia e Ampelio, gestendo nuovamente la trattoria, dopo una piccola pausa causa la scomparsa della Maria.

Ampelio con Mamma e Papà (ottobre 1955)

 battesimo di Ampelio in primo piano la Maria volpe (giocava sempre la schedina in trattoria) 
la bimba in piedi è la Mariella (gala) vicino Guerra e il Tones,
 a sx della Marta Fulgido, il primo a sx Bepi toro.

Ampelio in braccio al Papà con la Mamma, la sorella Ampelia e Marialena Toldo 
- corte delle bocce estate 1956 - 


Ampelio con la Mamma 


 la famiglia al completo

Ampelio con Mamma e Papà 


zia Vittoria, Guerra Pesavento, santolo Giuseppe Toldo (Bepi Toro), Fulgido 

 la famiglia in tempi più recenti

 

I miei primi ricordi sono per i nostri Paesani, giocatori veramente instancabili di carte. Giocavano la domenica pomeriggio e nelle varie festività. La mattinata dopo la messa era dedicata alle chiacchiere e bevute con servizio di pop corn e patate fritte gentilmente offerte dai gestori per tutti.






Gli ambulanti: il mio ricordo più lontano va a una coppia che tirava un carrettino di colore azzurro e vendevano un po' di tutto, dalle forbici al filo per cucire e pentolame vario.
L'ultimo va a Mario Ciechi, venditore di stoffe e abbigliamento, che passava il venerdì e pranzava da noi. 
Nel mezzo mi ricordo il barba da Thiene che vendeva sementi con la bicicletta, il fruttivendolo claudicante, i venditori di maialini da ingrasso che anche noi ne prendevamo uno, il Gino formajàro dalla canzone fin che la barca va, e i mitici ambulanti della nostra sagra di San Pietro. Tutti questi mangiavano dal Tones e Marta che per la festa mettevano fuori i tavolini per la tanta gente che veniva a mangiare specialmente panini.
I carrettieri erano invece una categoria a parte, arrivavano da Arsiero o giù di lì, passavano da noi, perché ormai i cavalli si fermavano da soli; dopo aver appeso loro il sacco della biada attorno al collo entravano e si fermavano per un paio d'ore; noi allora, bambini affascinati dal cavallo con il carretto, cercavamo in tutti i modi di farlo partire, ma niente da fare... quando usciva il carrettiere con la sua sbronza (tanto non c'era la prova del palloncino), si buttava sopra il carro e il cavallo lo portava a casa, a Castelletto o Rotzo. 

Poi ricordo i mitici giocatori di bocce...  Nei mesi di Luglio Agosto questo gioco era un passatempo che teneva impegnati i nostri clienti e i molti emigranti che ritornavano al paese. Davano vita a delle partite, come si diceva, all'ultima bocciata, con grandi bevute di vino rosso e birra messe al fresco nella piccola vasca d'acqua assieme alle trote.


Gli Esattori delle tasse: anche per riscuotere queste, la nostra trattoria offrì il suo servizio, visto che a cadenza fissa arrivavano i Casentini, padre e figlio puntuali per l'incasso, così pure il Daziaro, tutti di Arsiero. Consentitemi una riflessione: i soldi venivano dati, come si dice, "sull'unghia" e per tanti anni...mai che si sia sentito di imbrogli! Tutto veniva versato nelle casse dello Stato... forse perché c'era questo Responsabile fisico?





I giocatori. Mi riferisco al gioco del totocalcio. 
Il Tones, appassionato giocatore, condivideva questa passione con i propri clienti, in pratica lui procurava le schedine della giocata di quella settimana, i clienti venivano lì a compilarle e poi però bisognava andare ad Arsiero nella ricevitoria in piazza a convalidarle e lui vi si recava, solitamente per tutti, con la corriera della Siamic il giovedì.  
Poi i paesani tornavano a riprendere la ricevuta. La schedina era composta da tre facce: figlia, spoglio e matrice; le ultime due rimanevano in ricevitoria. 
Come vedete i bravi gestori, oltre a fare il loro lavoro, svolgevano anche un servizio supplementare per i cari clienti, paesani e non.
Mi ricordo di qualche rara vincita: una fu fatta da uno studente di Pedemonte frequentante le medie che rimase molto soddisfatto. Per il resto... era bello vedere le speranze dei vari giocatori che dopo la giocata concludevano con la classica frase: se vinso a fasso balàre l'orso...
 


Le Scuole. Gli studenti delle medie di Pedemonte e Lastebasse venivano a mangiare da noi nei giorni del tempo prolungato; un po' di scatolame veniva portato dalla nostra Amministrazione, per il resto cucinava il Tones. 





I Preti. Questi, nel periodo estivo, erano nostri clienti fissi, (per dormire andavano in canonica); mi riferisco ai vari Parroci nostri paesani che svolgevano la loro missione in altre parrocchie e d'estate facevano ritorno al Paese. 




La Trattoria: Marsoni e Trote, in poche parole... pesce fresco, visto che il Tones era un pescatore eccezionale con licenza sia di notte che di giorno... al bisogno andava nel torrente Astico con rabio, cunela e rete con stanga a pescare per poi mettere il pesce nella vasca con acqua di sorgente che si trova nel nostro piccolo orto. 
Di questa cosa si sparse la voce e specialmente nel fine settimana, la nostra Osteria si riempiva di compagnie per delle gustose mangiate di questa delizia nostrana, ora persa per la distruzione ambientale del torrente nel corso degli anni... un vero peccato...
E noi. Ho vissuto 20 anni in quella piccola Trattoria, che con 6 tavole, 40 sedie, un gas, una moka e una stufa a legna... nella casa che ora è di mia sorella, si cucinò pesce e carne ai ferri per tantissime Persone, nonchè numerose cene paesane e nozze. 
Ogni giorno della settimana, i tanti operai dei vari cantieri della nostra Valle, venivano da noi per pranzare.
Però... già verso gli anni 70... tutto questo via-vai andava calando vistosamente... neppure le mitiche trippe di mezzanotte della vigilia di Natale andavano più, solo la simpatia e l'allegria dei gestori riusciva a fare cassa con dei clienti affezionati, sia paesani che da fuori.
I segnali però erano chiari, sempre meno Persone e tutto stava finendo per la piccola Trattoria. 
Non si cantava neanche più nelle serate estive e la corte delle bocce era ormai deserta. Quanta gente, quanta allegria, quanti sorrisi, quante chiacchiere, quante belle parole per tutti e date a tutti in uguale misura, dai simpatici gestori della Trattoria alle Alpi. Antonio Pesavento (Tones) Maria Lorenzi (Bastiana) Marta Toldo (Godi).

Quella piccola Osteria della felicità chiuse le porte nel dicembre del 1975, poco dopo la scomparsa della mitica Marta che collaborò con tanta passione e simpatia.
Ampelio Pesavento 

NB: perdonate la qualità delle foto, di più non ho potuto fare.
Ho scelto di pubblicare questo post il 29 giugno, festa del Santo Patrono, perchè in quel giorno, questo posto assumeva un fascino particolare. Qui sotto desidero anche aggiungere delle foto che ho scattato al nostro caro Adriano, proprio nella cantina della trattoria che sostituiva il frigo del tempo... 
Come ben vedete lui ha conservato parecchio del tempo che fu. Bravo!







3 commenti:

  1. Bravissimo Adriano, per i bei ricordi, un grazie di cuore da parte mia.

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  2. La trattoria del Tones e della Marta era veramente una "istituzione" per il nostro paese. Ricordo di aver anch'io mangiato degli ottimi piatti di pasta e fagioli. Grazie ad Ampelio per questi "amarcord" di prima mano e al bravo Adriano per conservare con cura tanti cimeli del tempo nella cantina.
    Spero che tutti quegli oggetti possano essere conservati a lungo, e magari ispirare la creazione di un Museo della Civiltà Contadina e Montanara della nostra valle.
    Verrà il tempo (I have a dream.... direi con Martin Luther King..... ho un sogno) che tutta la valle, da Barcarola a Brancafora farà un solo Comune, e magari cambierà (pur conservando quelli locali storici di Pedescala e Casotto. Forni e Longhi Settecà e Ponteposta, Valpegara e Carote...) Magari chiamarsi "Val Gioiosa"... un nome che rilanci anche un po' di ottimismo, un'attitudine positiva verso il futuro.
    E allora il Comune di "Val Gioiosa" con i suoi 3.000 abitanti, le sue 30 contrade, belle come gioielli, incastonate nel verde, diverrà un'attrazione turistica di primo piano con delle invidiabili piccole aziende di Agriturismo, il Museo, le Trattorie tipiche, l'Artigianato, le Feste del Raccolto, i Concorsi di Bellezza, le Passioni in Piazza (...grazie Lucia), le marce come Pedescalando, l'Escursionismo, il Motocross, le competizioni di Mountain Bike.
    Oh! Meraviglioso Piccolo Mondo Antico....

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  3. Sì caro Airone, sarebbe tutto meraviglioso, ma credo che, purtroppamente, per una serie infinita di motivazioni che non sto ad elencare perchè altrimenti la Carla mi censura, il tuo è destinato a rimanere solo e soltanto un meraviglioso sogno. E anche mio e di tutti quelli che la Valle la amano veramente.

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