Ormai è diventata una consuetudine: già da metà novembre, ogni mezzo di comunicazione ci “bombarda” di continuo con pubblicità che riguardano le festività Natalizie. Panettoni e dolci tipici riempiono i negozi con una scelta così varia che a volte non sappiamo cosa prendere… Per non parlare dei giochi: argomento che si impadronisce dei pensieri dei bambini e, anche se piccoli, sanno fare lunghe liste di ciò che desiderano… e non hanno nessun dubbio, sono praticamente soggiogati dalle pubblicità della tv…
Poi le luminarie, gioia per gli occhi! Sembra quasi si faccia a gara per istallare le più belle, le più colorate e vivaci…, come gli alberi di Natale sempre più grandi, addobbati con fantasia, con colori sempre nuovi, con luci che si rincorrono, che suonano… e poi… i Babbi Natale! Ce ne sono ovunque, appoggiati alle case, sui davanzali, attaccati alle corde, sulle scale, salgono e scendono con i loro grandi sacchi, senza stancarsi… I negozi abbelliscono le vetrine con addobbi sempre nuovi, alla continua ricerca di idee originali per catturare l’attenzione dei clienti che si s-cervellano fino allo stremo per trovare il regalo giusto... E’ vero, questo è il periodo della “luce”, delle stelle luminose, dei regali, delle grandi abbuffate, ma tutto questo ha trasformato una festa dalle umili origini, in qualcosa di totalmente consumistico… La macchina del progresso e del benessere è in continuo movimento e tutti ne siamo coinvolti, che lo vogliamo o no… Così, pensando a questo nostro modo, a volte così arido di vivere il Natale, ho cercato nei miei ricordi di bambina di tirare fuori immagini e sensazioni…
La cosa principale era fare il presepio, nella cultura e tradizione Cristiana è il modo migliore per ricordare un avvenimento che è il fulcro di questa festa: la nascita di Gesù! Grande o piccolo, quello era il modo per creare con la fantasia veri capolavori che partecipavano ai concorsi Parrocchiali ed erano di stimolo, soprattutto per i bambini, per impegnarsi nel migliore dei modi con quello che si aveva a disposizione. A scuola si imparavano canti e poesie che venivano recitate in piedi, su una sedia, prima del pranzo di Natale. Diritti, impettiti si proclamavano i versi aspettando soltanto di sentirsi dire ”Bravo!” e il premio era un bacio in più… Poi si scrivevano le “letterine” (non quelle di Passaparola…) erano scritte con il cuore di bimbi e iniziavano quasi sempre con una preghiera al Bambinello per avere protezione e salute per tutta la famiglia, le righe continuavano con la richiesta di perdono per qualche marachella e per finire la promessa di migliorare…
Erano letterine particolari, con i disegni pieni di brillantini che ci venivano date dalla maestra a scuola e che si mettevano sotto al piatto del papà o della mamma e, restando in silenzio, si aspettava di veder brillare i loro occhi che, con finto stupore la aprivano e, ad alta voce la leggevano… Il pranzo era semplice, le cose fatte in casa, minestra di brodo con tagliatelle, pollo o coniglio e per finire una bella torta (mi sembra di sentirne il sapore, quella che faceva la mia mamma si chiamava Torta Paradiso…).
Si andava a messa a Mezzanotte con la certezza che quella era una notte speciale e poi si andava a letto…
Mio papà, a mezzanotte, riempiva la greppia di fieno alle nostre mucche perché diceva che quella notte era diversa anche per gli animali, erano loro che avevano riscaldato il Bimbo Divino… Nella stufa si metteva la “sòca” tenuta da parte apposta perché Gesù, nell’arrivare, trovasse ogni casa con il tepore del fuoco acceso. Non si ricevevano regali: quelli ce li portavala Befana che era attesa e tanto temuta… Più tardi, nelle case è arrivato anche l’albero di natale, abbellito semplicemente con qualche pallina di vetro (delicatissima!), qualche cioccolatino appeso, le stelle filanti e una fila di luci dalle forme particolari; poi piano piano, ha preso il sopravvento la festa che noi tutti conosciamo, la festa dei regali, dei doni, delle luci…
Nelle nostre case l’albero ha il posto principale, con lo spazio intorno perché Babbo Natale possa mettere pacchetti grandi e piccoli per tutti, ma spesso manca il segno vero del Natale, a volte ci si dimentica o non si ha più voglia di fare il presepio… Ma ci sono ancora persone a cui piace creare, costruire, inventare presepi sempre nuovi e questi piccoli capolavori dovrebbero far venire la voglia di ritornare a tener viva la nostra tradizione che è fatta anche di queste cose. Sarebbe bello che non solo nelle case, ma anche nei paesi, in qualche angolo, ci fossero questi segni, così da fermarsi, ammirando le creazioni, le idee, le varie interpretazioni che si possono dare a questo avvenimento. Tra i tanti presepi che nel prossimo mese potremo visitare tra contrà e paesi, mi permetto di consigliare quello che si trova a 20 minuti dalla contrà “Bàise” a San Pietro Valdastico, ed è stato chiamato “Il Presepio dei Bambini”. Immaginate le statue viste con gli occhi di un bambino… un bambino del 2012… vorrebbe forse vedere qualcosa che lo rispecchi e in questo caso lo può trovare: Giuseppe indossa jeans, camicia e maglione, come pure i Re Magi, uno addirittura porta in dono a Gesù un orsetto di peluche… Maria ha lo sguardo dolce e pulito di una bambina e il viso di ogni personaggio è un viso bambino! Anche il bue e l’asino sono speciali… stanno in una grande casa, in mezzo alla natura e mi piace pensare che ricevano la visita di scoiattoli, uccellini, volpi, tassi e siano contornati dai rumori festosi del bosco! Quale altro posto poteva essere più indovinato per un presepio così particolare?
Invito i genitori a fare una passeggiata con i loro bambini, riscoprendo così che la gioia del Natale si può trovare anche in queste piccole cose!
Poi le luminarie, gioia per gli occhi! Sembra quasi si faccia a gara per istallare le più belle, le più colorate e vivaci…, come gli alberi di Natale sempre più grandi, addobbati con fantasia, con colori sempre nuovi, con luci che si rincorrono, che suonano… e poi… i Babbi Natale! Ce ne sono ovunque, appoggiati alle case, sui davanzali, attaccati alle corde, sulle scale, salgono e scendono con i loro grandi sacchi, senza stancarsi… I negozi abbelliscono le vetrine con addobbi sempre nuovi, alla continua ricerca di idee originali per catturare l’attenzione dei clienti che si s-cervellano fino allo stremo per trovare il regalo giusto... E’ vero, questo è il periodo della “luce”, delle stelle luminose, dei regali, delle grandi abbuffate, ma tutto questo ha trasformato una festa dalle umili origini, in qualcosa di totalmente consumistico… La macchina del progresso e del benessere è in continuo movimento e tutti ne siamo coinvolti, che lo vogliamo o no… Così, pensando a questo nostro modo, a volte così arido di vivere il Natale, ho cercato nei miei ricordi di bambina di tirare fuori immagini e sensazioni…
La cosa principale era fare il presepio, nella cultura e tradizione Cristiana è il modo migliore per ricordare un avvenimento che è il fulcro di questa festa: la nascita di Gesù! Grande o piccolo, quello era il modo per creare con la fantasia veri capolavori che partecipavano ai concorsi Parrocchiali ed erano di stimolo, soprattutto per i bambini, per impegnarsi nel migliore dei modi con quello che si aveva a disposizione. A scuola si imparavano canti e poesie che venivano recitate in piedi, su una sedia, prima del pranzo di Natale. Diritti, impettiti si proclamavano i versi aspettando soltanto di sentirsi dire ”Bravo!” e il premio era un bacio in più… Poi si scrivevano le “letterine” (non quelle di Passaparola…) erano scritte con il cuore di bimbi e iniziavano quasi sempre con una preghiera al Bambinello per avere protezione e salute per tutta la famiglia, le righe continuavano con la richiesta di perdono per qualche marachella e per finire la promessa di migliorare…
Erano letterine particolari, con i disegni pieni di brillantini che ci venivano date dalla maestra a scuola e che si mettevano sotto al piatto del papà o della mamma e, restando in silenzio, si aspettava di veder brillare i loro occhi che, con finto stupore la aprivano e, ad alta voce la leggevano… Il pranzo era semplice, le cose fatte in casa, minestra di brodo con tagliatelle, pollo o coniglio e per finire una bella torta (mi sembra di sentirne il sapore, quella che faceva la mia mamma si chiamava Torta Paradiso…).
Si andava a messa a Mezzanotte con la certezza che quella era una notte speciale e poi si andava a letto…
Mio papà, a mezzanotte, riempiva la greppia di fieno alle nostre mucche perché diceva che quella notte era diversa anche per gli animali, erano loro che avevano riscaldato il Bimbo Divino… Nella stufa si metteva la “sòca” tenuta da parte apposta perché Gesù, nell’arrivare, trovasse ogni casa con il tepore del fuoco acceso. Non si ricevevano regali: quelli ce li portava
Nelle nostre case l’albero ha il posto principale, con lo spazio intorno perché Babbo Natale possa mettere pacchetti grandi e piccoli per tutti, ma spesso manca il segno vero del Natale, a volte ci si dimentica o non si ha più voglia di fare il presepio… Ma ci sono ancora persone a cui piace creare, costruire, inventare presepi sempre nuovi e questi piccoli capolavori dovrebbero far venire la voglia di ritornare a tener viva la nostra tradizione che è fatta anche di queste cose. Sarebbe bello che non solo nelle case, ma anche nei paesi, in qualche angolo, ci fossero questi segni, così da fermarsi, ammirando le creazioni, le idee, le varie interpretazioni che si possono dare a questo avvenimento. Tra i tanti presepi che nel prossimo mese potremo visitare tra contrà e paesi, mi permetto di consigliare quello che si trova a 20 minuti dalla contrà “Bàise” a San Pietro Valdastico, ed è stato chiamato “Il Presepio dei Bambini”. Immaginate le statue viste con gli occhi di un bambino… un bambino del 2012… vorrebbe forse vedere qualcosa che lo rispecchi e in questo caso lo può trovare: Giuseppe indossa jeans, camicia e maglione, come pure i Re Magi, uno addirittura porta in dono a Gesù un orsetto di peluche… Maria ha lo sguardo dolce e pulito di una bambina e il viso di ogni personaggio è un viso bambino! Anche il bue e l’asino sono speciali… stanno in una grande casa, in mezzo alla natura e mi piace pensare che ricevano la visita di scoiattoli, uccellini, volpi, tassi e siano contornati dai rumori festosi del bosco! Quale altro posto poteva essere più indovinato per un presepio così particolare?
Invito i genitori a fare una passeggiata con i loro bambini, riscoprendo così che la gioia del Natale si può trovare anche in queste piccole cose!
In una canzone che ho composto, quando facevo parte del Coro Parrocchiale di Pedescala, è scritto così: “Con gli occhi di un bambino, io guardo verso Te; a Te che sei divino ma uomo come me…” Proviamo a guardare alle cose con la semplicità di un bimbo, con i suoi occhi, con il suo cuore, con lo stupore, con la meraviglia…, sapremo certamente scoprire che anche nelle cose semplici, si possono nascondere enormi ricchezze! Termino con la speranza di aver risvegliato in qualcuno la voglia di fare… chissà che nei paesi, nelle piazze, nelle contrà del comune di Valdastico, si possano ammirare nuove creazioni, così da riscaldare i cuori, da rasserenare le menti e far sentire Natale anche in questo modo, ricordando il suo vero significato!
Lucia Marangoni
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