giovedì 21 novembre 2024

Gli orizzonti della Poesia


Io ricordo di un freddo novembre, 

pioggia a cascata sul giorno 

e andare a scuola lo stesso. 

Seguire le lezioni distrattamente, 

troppo presa a guardare le nuvole 

farsi sempre più nere,

poi i lampi, i tuoni e la paura dentro, 

grande come il sasso davanti all'orto della nonna.

E mi chiedevo come fare per tornare a casa 

col mio ombrello sbilenco che dalla lotta 

col vento era uscito malconcio. 

Le ore passavano lente.

Fuori il mondo aveva perso i colori, la calma,

arrabbiato di brutto con tutti.

L'ansia ostruiva i miei sensi,

amplificava la tempesta esterna con la mia, dentro.

Metà della classe era già andata via,

i genitori erano venuti a prenderli ed io, 

persa più delle cose perdute.

Poi mi sento chiamare - Stassi, vieni... - 

alzo lo sguardo e incontro 

lo sguardo azzurro di mio padre, 

in un abbozzo di sorriso timidissimo.

Lui alto, bello come un dio.

Sono salva, pensai... 

e felice 

come si può essere felici nei giorni belli.


Francesca Stassi

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