martedì 26 novembre 2024

Al peggio non c'è mai fine?




Al peggio non c’è mai fine? 

Non so se avete seguito la vicenda della banana di Maurizio Cattelan, «l’opera» venduta per 6,2 milioni di dollari a un collezionista privato. 

Ecco, ma solo io mi domando: ma esattamente cosa è stato venduto? C'è gente che muore di fame, letteralmente, e si spendono milioni per una banana e un pezzo di scotch: ecco l’essenza della società di oggi. Eppure c’è chi ha usato la parola «genio», «provocazione», chi parla di «critica alla società», chi addirittura come Sgarbi ha visto nell’opera di Cattelan una «strada nuova e rivoluzionaria» al nostro modo di intendere e di concepire l’arte. E allora mi domando: ma sono tutti impazziti? Far passare l’idea che una banana appiccicata al muro sia arte, quella che dovrebbe «scuotere dall’anima la polvere», perché è come una freccia che tocca il cuore, a me pare una forzatura bella e buona. 

Ecco, una delle fiabe più antiche al mondo racconta di un re superficiale e vanitoso, ossessionato dal suo aspetto esteriore. Un giorno gli si presentano due furfanti, garantendo di essere in grado di produrre una stoffa preziosissima e meravigliosa, con il pregio di essere invisibile agli ignoranti. Colpito nella vanità, il re si fa confezionare questi abiti nuovi. Tutti i dignitari di corte, per paura di essere tacciati di ignoranza, si sperticano in lodi esagerate riguardo ai vestiti inesistenti. Finché un giorno un bambino gridò, svegliando tutti dal torpore: «Il re è nudo!»

Perché vedete, il punto è proprio questo: il re è nudo! Abbiamo perso il senso e la misura delle cose. Tutti parlano, ma nessuno ha realmente qualcosa da dire. Nella società delle apparenze tutti vogliono mettersi in mostra, senza avere nulla da mostrare! Viviamo la cultura del contenitore che se ne frega del contenuto. 

Caro Professor Sgarbi, se la banana di Cattelan è arte... allora l'arte è un luogo comune. Una provocazione fine a se stessa. E non serve più a niente e a nessuno. Ecco, lasciatemelo dire, su una cosa però Cattelan ha ragione: 

Siamo alla frutta! Letteralmente! 


G. Middei

3 commenti:

  1. Per completare l'opera, se fossi davanti, toglierei lo scotch e mi mangerei la banana, cosa che probabilmente Cattelan apprezzerebbe. Certo, rischierei l'arresto... ma voglio credere che me la caverei con una risata collettiva! 🍌🎨

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  2. C'è anche questa "opera" che ricordiamo...Penso che è meglio la banana !
    La Stampa 8/12/2016 scrive :

    Una delle famose scatolette di «Merda d’artista» di Piero Manzoni è stata venduta al prezzo di 275 mila euro, compresi i diritti d’asta, presso la casa milanese «Il Ponte» dove si è tenuta una vendita di Arte Moderna e Contemporanea.

    Si tratta del record mondiale d’asta per una di queste scatolette di latta, del diametro di 6,5 centimetri e 4,5 d’altezza, sulle quali compare l’etichetta: `Merda d’Artista. Contenuto netto gr.30. Conservata al naturale. Prodotta e inscatolata nel maggio 1961´. Piero Manzoni (Soncino, 1933 - Milano 1963) ne produsse 100, firmate e numerate (quella venduta è la n. 69).

    In realtà non si sa se l’etichetta dica il vero circa il contenuto, in quanto nessuna scatoletta è mai stata aperta, semplicemente perché un gesto simile le avrebbe fatto perdere il suo valore, che negli anni è andato sempre più crescendo, essendo ritenuto uno dei maggiori esempi di «provocazione artistica» della storia.

    Con questo gesto Manzoni aveva voluto compiere appunto una provocazione contro la mercificazione dell’arte, del resto sempre più cresciuta in seguito, conglobando le sue stesse scatolette di «Merda d’Artista», che dalle poche migliaia di lire dell’inizio sono costantemente aumentate di prezzo, per la continua richiesta dei collezionisti. Finora non avevano però superato i 200 mila euro.

    La scatoletta messa in vendita a Milano proviene da una collezione privata inglese.

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  3. Odette, hai ragione, la banana è senz'altro più "accessibile"! Tuttavia, per completare l'opera, se fossi davanti alla scatoletta di Manzoni, non mi azzarderei mai ad aprirla... non si sa mai cosa potrei trovare, e poi perderebbe valore! Meglio restare curiosi e mantenerla "conservata al naturale"!

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