Ho letto un articolo su Repubblica che mi ha fatto rabbrividire. Il figlio di Rocco Siffredi, l’atleta Leonardo Tano, ha ottenuto la miglior “prestazione” dell’anno sulla distanza indoor. Ecco, mi domando perché Repubblica si sia sentita obbligata, in dovere di specificare il nome del padre di questo ragazzo? In una disciplina sportiva «essere figlio di», non incide minimante sulla performance. Naturalmente le battute demenziali e osé sono fioccate. Che volesse proprio questo il giornale? Certo, oggi per attirare l’attenzione niente è più utile del demenziale.
Sesso, scandali e pettegolezzi, ecco l’unica cosa che sembra interessare al grande pubblico.
Le cose serie annoiano, non vanno più di moda. Ma non è un caso. Fa tutto parte della tecnica della distrazione di massa. Fanno in modo che siate sempre distratti. Assorbiti. Impegnati.
Vi parlano di cose idiote, perché vogliono che siate idioti. Che non vi concentriate troppo su quelle cose “pesanti, noiose” come l’operato del governo, la depressione economica, lo corruzione crescente, lo strapotere esercitato dalle oligarchie.
Ecco, sapevate che la potente famiglia di costruttori Caltagirone possiede il controllo su Il Messaggero e Il Mattino? La Repubblica, L'Espresso e la Stampa sono invece di una holding olandese controllata dalla famiglia Agnelli. Un capitolo a parte spetta all’Impero mediatico creato da Berlusconi, mentre dietro il gruppo Rizzoli ci sono Mediobanca, l’Unipol e la multinazionale Pirelli. Grandi imprese, grandi multimilionari, ecco chi sono coloro che gestiscono l’informazione. Sorge spontanea la domanda: se l’opinione pubblica è influenzata dal potere del grande capitale, può ancora definirsi democratica?
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