L’intraprendente Repubblica di Venezia, agli inizi del ‘500 era in
fase di espansione nelle terre limitrofe.
La città a causa dei continui
attacchi ai propri territori dello “Stato da Mar” lontani dalla patria,
accolse con entusiasmo i nuovi sistemi di costruzione per le
fortificazioni erette a difesa delle città, quando l’uso dei cannoni rese
poco sicure le mura in pietra usate fino ad allora. La maggiore
espressione di questo nuovo sistema difensivo è rappresentata dalla
magnifica Palmanova, in provincia di Udine, un capolavoro assoluto di
fortificazione a stella.
La prima pietra della città fu posta il 7 ottobre del 1593, per celebrare la vittoria contro gli Ottomani nella battaglia di Lepanto, avvenuta ventidue anni prima, e per onorare Santa Giustina, divenuta poi patrona della città. La città stellata non fu costruita solo come baluardo contro i Turchi, ma anche per avere un luogo fortificato in un territorio che era quasi un enclave nell’impero austriaco, nemico storico della Serenissima.
La città, pensata come una vera “macchina da guerra”, ha una forma geometrica perfetta: una stella a nove punte, con al centro una piazza perfettamente esagonale, da cui partono le sei principali strade, poste a raggera. Tre di esse conducono alle porte della città orientate verso Udine, Aquileia e Cividale.
La prima pietra della città fu posta il 7 ottobre del 1593, per celebrare la vittoria contro gli Ottomani nella battaglia di Lepanto, avvenuta ventidue anni prima, e per onorare Santa Giustina, divenuta poi patrona della città. La città stellata non fu costruita solo come baluardo contro i Turchi, ma anche per avere un luogo fortificato in un territorio che era quasi un enclave nell’impero austriaco, nemico storico della Serenissima.
La città, pensata come una vera “macchina da guerra”, ha una forma geometrica perfetta: una stella a nove punte, con al centro una piazza perfettamente esagonale, da cui partono le sei principali strade, poste a raggera. Tre di esse conducono alle porte della città orientate verso Udine, Aquileia e Cividale.
Fu considerata la città più inespugnabile d’Europa,
con le sue mura mimetizzate dalla vegetazione, quasi invisibile perché
costruita sotto la linea dell’orizzonte, e con sistemi difensivi
all’avanguardia.
Cinque provveditori generali si occuparono dei piani esecutivi della città, ma i disegni delle fortificazioni si devono principalmente a Marcantonio Martinengo e Giulio Savorgnan, anche se qualcuno ha ipotizzato il coinvolgimento di Leonardo da Vinci.
Palmanova doveva essere un’utopia realizzata, il prototipo della “città ideale” rinascimentale: i disegni della fortificazione e degli edifici sono geometricamente perfetti, i percorsi accuratamente ideati, e ogni parte della città aveva uno scopo particolare. Le persone che avessero scelto di vivere lì, dove precedentemente sorgeva l’antico borgo di Palmata, avrebbero condiviso esattamente la stessa quantità di terra e di responsabilità rispetto ai propri concittadini.
Ma questa città fortezza, capolavoro di architettura militare veneziana, non attrasse alcun colono, vale a dire nessuno voleva andarci a vivere. Il governo della Serenissima non trovò altro rimedio che inviare, nel 1622, un certo numero di prigionieri, che furono i primi cittadini, non militari, di Palmanova.
Per una strana ironia del destino, questa affascinante fortezza non fu mai protagonista di clamorose battaglie: fu governata dalla Repubblica di Venezia per quasi 200 anni e, in tutta la sua storia, fu assediata solo tre volte.
Cinque provveditori generali si occuparono dei piani esecutivi della città, ma i disegni delle fortificazioni si devono principalmente a Marcantonio Martinengo e Giulio Savorgnan, anche se qualcuno ha ipotizzato il coinvolgimento di Leonardo da Vinci.
Palmanova doveva essere un’utopia realizzata, il prototipo della “città ideale” rinascimentale: i disegni della fortificazione e degli edifici sono geometricamente perfetti, i percorsi accuratamente ideati, e ogni parte della città aveva uno scopo particolare. Le persone che avessero scelto di vivere lì, dove precedentemente sorgeva l’antico borgo di Palmata, avrebbero condiviso esattamente la stessa quantità di terra e di responsabilità rispetto ai propri concittadini.
Ma questa città fortezza, capolavoro di architettura militare veneziana, non attrasse alcun colono, vale a dire nessuno voleva andarci a vivere. Il governo della Serenissima non trovò altro rimedio che inviare, nel 1622, un certo numero di prigionieri, che furono i primi cittadini, non militari, di Palmanova.
Per una strana ironia del destino, questa affascinante fortezza non fu mai protagonista di clamorose battaglie: fu governata dalla Repubblica di Venezia per quasi 200 anni e, in tutta la sua storia, fu assediata solo tre volte.
Dopo la caduta della Serenissima, Palmanova passò agli austriaci e
ai francesi, conquistata da Napoleone Bonaparte, che fece costruire un
ulteriore muro difensivo.
Nel 1866 fu annessa al Regno d’Italia, e dal 1960 è diventata Monumento Nazionale.
Nel 1866 fu annessa al Regno d’Italia, e dal 1960 è diventata Monumento Nazionale.
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