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Visualizzazione dei post da dicembre, 2017
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Domani strapperò l’ultimo foglio del calendario… Penso a quello che questi ultimi dodici mesi mi hanno dato... mi hanno tolto, mi hanno donato... ci sono stati giorni di gioia e di dolore, ma comunque ho vissuto… Un nuovo anno si affaccia, con i fogli ancora integri, non so se avrò la possibilità di scrivere su tutte le pagine, quante saranno scure e quante luminose, quante difficili e pesanti e quante leggere e gioiose… ma se ci saranno pagine da scrivere, mi prometto che le scriverò sempre con la penna intinta d’amore… Anche se avrò momenti di delusione, di dolore, se mi sentirò inadeguata, sconfitta, sfiduciata, cercherò in fondo a me stessa la forza che mi manca, il coraggio che non ho, le capacità difficili da trovare. Ma in tutto questo mi terrò aggrappata alla fede che mi è compagna, per trovare in tutto quello che avverrà ogni giorno, un disegno nascosto, un progetto che Dio ha pensato per...

Quando il Paesello decide di indossare la corona bianca... è impossibile non esclamare: "sì... ancò te sì pì belo de sempre"...

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(E.S.)

Tradizioni

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A Capodanno si inizia un nuovo capitolo della vita, si buttano le cose vecchie e si enunciano i nuovi propositi, è una festa che deve le sue origini alla festa del dio romano Giano, e ci sono diverse usanze e rituali da seguire in questo giorno. Uno dei riti più conosciuti è quello di mangiare le lenticchie, magari con le mani, allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre, per favorire ricchezza ed abbondanza e subito dopo, far esplodere qualche botto o fuoco d’artificio per celebrare il nuovo anno cercando di allontanare il maligno. Nell’Italia del sud si usa anche lanciare i cocci, un rito che simboleggia l’eliminazione del male, fisico e morale accumulato durante l’anno passato. Per portare ricchezza in famiglia si usa mangiare anche l’uva passa, forse per questo motivo è uno degli ingredienti principali del panettone! Si narra anche che sia di buon auspicio incontrare per strada un vecchio o un gobbo (o un carro di fieno o u...

Fiaccolata dell'Amicizia

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Sabato 6 gennaio  è prevista la tradizionale  fiaccolata dell'Amicizia A breve il programma  nelle bacheche di zona

Valdastico nord: è un imbroglio

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Un pensiero, un augurio, una speranza dalla Pro Loco di Pedescala

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Sta per concludersi il 2017 e desideriamo ringraziare tutte le Persone che ci sono state vicine e ci hanno aiutato a tenere vivo il nostro piccolo Paese.  Abbiamo lavorato duramente e sempre volentieri per dare esempio ai nostri giovani e loro ci hanno ripagato partecipando con grande impegno e creatività e questa è per noi la cosa più importante! Far crescere l’interesse per il proprio Paese, lavorarci per trasformarlo e sentirsi parte è sempre stata la strada in cui abbiamo sempre creduto. Per il 2018 però vorremmo lavorare anche per costruire e far crescere lo spirito di appartenenza alla NOSTRA VALLE perchè siamo convinti che chi ci abita, chi ha radici, chi ci è affezionato... la senta SUA e che ci sia tanta energia per FARE , ma questa forza non venga utilizzata e vada continuamente dispersa… Non pensiamo a feste più grandi per attirare più gente, ma lavorare per avere una visone comune per viverci meglio e saper guardare oltre ai campanili...

Buon anno 1960

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Nella stalla appesa al muro scrostato c’era la locandina di Sant’Antonio da Padova protettore degli animali. Aveva una lunga barba bianca ed un bastone. Ai suoi piedi c’erano maiali, galline, asini, cani e gatti. La locandina veniva sostituita, sempre uguale, dopo alcuni anni ed era quindi ingiallita, sporca e molto sciupata. In alto veniva inserito un ramo di ulivo che era sostituito ogni anno nella domenica delle palme. Non è dato sapere se il santo proteggesse veramente gli animali dalle malattie, ma per i contadini gli animali erano talmente importanti che facevano di tutto per proteggerli. Nella cucina una bella madonna di gesso di colore azzurro faceva bella mostra sopra la credenza con vetrina. A volte aveva appeso un piccolo rosario al collo. Poteva capitare di vedere dove si era rotta cadendo perché si vedeva l’incollatura. I credenti la guardavano con devozione, gli altri non la degnavano di uno sguardo, ma nessuno si permetteva di rimuoverla. Nella camera da letto era app...

Quando che nelle case se copàva el mas'cio...

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Un tempo, questo era il periodo di un po' di abbondanza di cibo nelle case. Era il periodo che veniva ucciso il maiale con una procedura di giorni che molti di noi ricordano. Tutta la famiglia ne era coinvolta. Io ho ricordi ben nitidi del maiale appeso divaricato nella corte, i norcini indaffarati, i prodotti appesi nella cantina a stagionare, l'odore particolare che essi emanavano. Salami, salsicce, soppresse, cotecchini dovevano stagionare, ma tanto altro si mangiava fresco: si faceva il sanguinaccio (sanguetta), il polmone in umido (la coradéla), c'erano i ciccioli croccanti (sòssoli) della polenta consà,  la pastasciutta con la pasta di salame, indimenticabili panini col salame per la merenda a scuola, ecc.  Sbiaditi ricordi, ma nemmeno poi tanto...

Non sono più tra noi

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Il Capitello dei Cerati con annessa poesia di Germano

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Incidente a Lastebasse

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Sulla famosa curva incriminata, a due passi prima di Lastebasse, quella curva che da tanti viene chiamata “la curva del sindaco” e da altri “la curva paurosa”, meno di un’ora fa, un Tir ha violentemente urtato, ancora una volta, contro la recinzione dell’orto del sindaco, facendo rotolare grossi massi anche in mezzo alla carreggiata e spingendo la rete metallica  ancor più all’interno della proprietà. Erano circa le 17.40 di oggi 27 dicembre, quindi già notte, quando l’urto violento del pesante mezzo, a causa del fondo viscido, ha prodotto un forte terremoto a tutti i fabbricati della locale contrada, equiparabile allo scoppio di una bomba da guerra. Le gente, uscita terrorizzata dalle case, non sapeva dove guardare. Urla di persone, grida d’angoscia, tutti pensavano a qualche auto nel burrone. Nel frattempo, non c’era tregua per la solita colonna di auto che salgono e scendono, spesso senza badare alle condizioni pericolose della strada e il fatto incoraggiava, dal momento che...

Le leggi della natura...

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Gheppio in picchiata

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(Alago)

Il tramonto del grande vecchio

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Lo sapete perché una volta i grandi vecchi delle famiglie contadine passavano a miglior vita in autunno o nel centro dell’inverno?  Voi direte perché il clima era umido e freddo, i vecchi a volte non erano ben nutriti ed era facile prendere una brutta polmonite che non lasciava scampo. Che era la classica stagione nella quale il grande poeta Ungaretti diceva "si sta come d’autunno sugli alberi le foglie". Che bastava a volte il venticello leggero del dipanatoio, cioè bastava un nonnulla per provocare la fine improvvisa. Che scivolare nel fango e nella neve era facile. Disse Giovanin guardando il muro della chiesa: hanno appeso il manifesto funebre e pensare che sabato sera giocavamo a briscola insieme. Ora vi svelo una verità. Molti vecchi sostenevano infatti che il destino aveva programmato per loro il passaggio nell’aldilà nel periodo dell’anno nel quale c’era poco lavoro in campagna e quindi più tempo per gestire con grande partecipazione la dipartita. Pensate se cap...

Contributi per ristrutturare-raddoppiano i fondi casa

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  Apri Raddoppiano i fondi per gli interventi di abbellimento dei centri storici dei paesi del Trentino e potranno essere assegnati non solo per sistemare le facciate, ma anche, quando si tratta di prima casa, per le ristrutturazioni interne. Lo prevede un emendamento alla manovra di bilancio 2018, approvata oggi dal Consiglio provinciale, frutto di una proposta avanzata dalle minoranze che è stata accolta dalla maggioranza. Con l’emendamento vengono assegnati ulteriori 20 milioni per gli interventi nei centri storici che si aggiungono ai circa 26 già previsti, portando dunque ad un raddoppio dell’investimento della Provincia e ad un allargamento delle tipologia di ristrutturazioni che potranno, appunto, interessare anche gli interni delle case. Si prevede, inoltre, che nell’assegnazione dei contributi verrà data priorità alle domande delle giovani coppie e degli anziani. Per questi, in particolare, i contributi riguarderanno eventuali lavori legati alla...

Non sono più tra noi

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No al casello di Cogollo

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A tutti Voi e ai Vostri Cari, Buon Natale e serene Festività!

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Alleluia

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Natale

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Anche quest’anno arrivi… Ma mi chiedo ancora… dove ti abbiamo messo, dove ti abbiamo nascosto? Ti abbiamo mimetizzato fra le carte lucenti dei regali, fra le fronde degli abeti luminosi; ti abbiamo rinchiuso negli addobbi, nelle palline, in luci di ogni tipo, che si rincorrono nella notte... Ti nascondiamo fra le stoffe dei vestiti nuovi, negli auguri senza senso, a volte imposti e non sentiti, nel rumore delle pubblicità che riempiono la testa... Crediamo di averti eclissato, di averTi offuscato, perché sei un Dio a volte scomodo, un Dio che ci chiede impegno costante…  Invece sei Tu che ti sei messo da parte e ci lasci liberi di cercare, liberi di trovarti, o di nasconderti dietro a tutto questo… E’ quasi come se TU, giocassi a nascondino con ogni uomo perché vuoi che ci mettiamo alla ricerca negli angoli più nascosti, nei luoghi più scuri, nelle situazioni più disperate nascoste tra le pieghe della vita. Tu sei nei cuori semplici e puri, sei nei gesti ...

El Presepiéto

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Un'altra poesia che sa di... antico.  Una storia... Vissìn al fogolàre, sula vetrina, lavora el Nòno, col puteléto; col mus-cio, i sassi e sora la farina con poco... xè bele fato el Presepiéto. Maria e Giuseppe el ghe li mete el Nòno, el putélo i pastori e l’angioléto, ma i oci ghe se sara, ghe vien sòno: “Xè mejo, picinìn, che némo in leto.” Eco! I pastori se move, le piegoréte le va. Dal cielo te senti che piove, varda Giuseppe cossa el fa. L’arna vole scapar via, l’acqua la core dal bon. Dal cielo vien zo na falìva, sona le ciòche... din, din, don. E intanto dorme el Putélo sula paja vissìn ala Madòna, ride Giuseppe incantà e i pastori de fora che sona! I angeli bate le ale, le ochete le sguassa nel fosso, sule stradéte de giara vien vanti un caréto... col musso. Vissin al fogolare in brasso al Nòno, ingrotolìo ghe dorme el puteléto. L’è là vissin al fogo, pien de sòno, el sogna d’éssar rento al Presepiéto. El vede le cavréte che le magna, ...

La letterina di Natale

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Chi è stata bambina negli anni '60-'70, sicuramente ricorderà le letterine che si mettevano sotto il piatto! Erano così belle quelle letterine piene di polvere brillantinata... Ricordo che la maestra ci faceva scrivere in brutta copia, le correggeva e poi le riscrivevamo in bella calligrafia. Di solito iniziavano sempre con: Cari Mamma e Papà, prometto di essere più buona e di non farvi più arrabbiare e finivano sempre con un vi voglio bene. Il giorno di Natale a pranzo si nascondeva sotto il piatto del papà, poi lui alzava il piatto e fingendosi sorpreso, diceva: ma che cos'è questa? Quanta emozione nel leggere quella letterina!!! Poi si pranzava e si passava il pomeriggio giocando a tombola. Nell'aria si diffondeva il profumo delle bucce di mandarini messi sul piano della stufa a legna... quanto calore e non solo per il fuoco. Poi arrivava la sera e si mangiavano gli avanzi del pranzo, i grandi giocavano a carte e noi bambini, anche a Natale, guardava...

Pattinaggio su ghiaccio: non ci sono parole per definirli.

(2) - Cariolantamìnti, Sponciamìnti e...

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La croce illuminata sullo Spitz

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Vieni a vedere anche tu la croce di Monte Spitz illuminata! 🏔️💥 Non perderti questa occasione, solo domani, domenica 24 dicembre, dalle ore 17.30. 🕠

Vecchie case

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 Il paese è ancora là,  a guardia della Valle;  il torrente che scorre, il torrente dalle acque chiare  e dal letto di ghiaia,  è la voce familiare  del Paese, da sempre.  Ma ora il Paese è vuoto, vive di qualche vecchio  e di ricordi: i giovani sono andati  tutti nel grande mondo,  sparpagliati e lontani, alla ricerca di un domani  differente da vivere.  E le vecchie case  dalle imposte chiuse  sembrano dormire un lungo sonno, custodi silenziose di un tempo passato ormai dimenticato ... E sognano.  Sognan, le vecchie case, l'irrompere del sole dalle finestre aperte,  davanzali fioriti  e giochi di bambini nei cortili e risate,  tra il garrire di rondini che sfrecciano nel cielo, e tante luci accese nelle dolci serate. Poi, nell'inverno gelido, sognano un focolare  scoppiettante, e faville  che si alzano fulg...

Un po' di atmosfera natalizia...

Beata innocenza... troppo bello per non condividerlo, siete d'accordo?

Pensieri in libertà di Andrea Nicolussi Golo

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Ho sempre rivendicato la mia apparteneza incoerente, pasticciata, meticcia, sono arrivato a dirmi 100% cimbro,  100% italiano e 100% tedesco e anche molto francese persino un po' svizzero per quanto di questa ultima fetta me ne vergogni un po', non amo gli svizzeri del bosco.  Non credevo davvero che si sarebbe tornati a parlare di carte e confini e dazi da pagare, mi cadono le braccia e non mi viene niente da dire. Allora ho pensato che forse qualcosa lo avrebbe detto mio nonno paterno; austriaco di nascita e di gioventù, fatto italiano in forza delle armi, emigrante in Vorarlberg, cittadino del Reich germanico nel 1939 nel fiore della sua maturità di uomo in forza dell'inganno. Ramingo per il Reich dopo il 1942 senza un luogo a cui approdare,  apolide nel 1943. Gli chiedo cosa ne pensi, mentre, nel 1954 appena ritornato italiano, aspetta paziente l'apertura dei seggi elettorali per votare finalmente, dopo tanti anni, per la prima volta l'amato partito socialis...