E’ deciso, Alberto Baldessari, responsabile del Comitato “Torniamo in Trentino”
di Pedemonte: “Sulla menzione nello Statuto di Autonomia e sul progetto
di affiliazione ci si gioca tutto. I prossimi due mesi saranno
probabilmente decisivi. E’ giunto il momento di vedere se dietro a tante
parole ci sono anche vere intenzioni oppure solo fumo. Il nostro
COMITATO TORNIAMO IN TRENTINO il 19 gennaio scorso ha compiuto 10 anni,
ora credo sia giusto ed onesto chiedere delle risposte definitive.”
Nella sua triplice veste di cittadino trentino, consigliere comunale
di Folgaria con delega alla questione dello Statuto e, per ultimo ma non
per importanza, come coordinatore del COMITATO TORNIAMO IN TRENTINO,
Baldessari ha presentato l’istanza anche all’ultima riunione sul
territorio della Consulta per la Revisione dello Statuto di Autonomia,
tenutasi a Rovereto a luglio.
“I comuni di Folgaria, Luserna, Caldonazzo e Lavarone hanno già votato una mozione in questo senso: ora tocca al governo provinciale. Se a Roma le cose vanno troppo per le lunghe, Trento non può tirarsi indietro. Vorremmo che la nostra Provincia-Madre dimostrasse maggiore coraggio
e sostegno rispetto a quanto fatto finora: con un apposito
provvedimento di affiliazione, Trento può anticipare da subito alcuni
importanti effetti di un futuro ritorno “a casa” di Pedemonte. E’ un nostro diritto storico, non una concessione.
Nello Statuto di Autonomia si dovrebbe inserire una menzione in favore
del rientro dei Comuni cacciati dal Tirolo Storico in epoca fascista. Le
nostre ragioni concorrono a supportare la difesa dell’Autonomia, senza ombra di dubbio.”
Dopo essere stato annesso dall’Italia alla fine della Prima Guerra
Mondiale, con un decreto del governo fascista nel 1929, il territorio
di Pedemonte fu aggregato alla provincia di Vicenza, conservando per il
sistema catastale austriaco. La popolazione, tramite un referendum
tenutosi già nel marzo 2008, ha fermamente espresso la volontà di far
ritornare i due paesi all’interno dei confini della Provincia di Trento e
quindi all’interno dell’Euregio Tirolese.
(unsertirol.com)
(unsertirol.com)
Speriamo che pedemonte e casotto in particolare, passi al Trentino. Sicuramente tanti altri comuni spererebbero di riuscirci.
RispondiEliminaSi può fare dell’ironia, come quel follower che qui sotto scrive: “Ciaperem na barca de schei sensa laorar ... ciò”, ma tanti sono dell’idea che l’autonomia delle regioni a statuto speciale è una delle tante stupidaggini scaturite negli anni del dopoguerra e che sarebbe ora di eliminare certi privilegi anacronistici che, impregnati d’ingiustizia, fanno solo ribollire il sangue a tante persone perbene che pagano le dovute tasse.
EliminaRicordo che, nel referendum del 2008, i “SÌ” (pro-Trentino) sono stati 414 su 811 aventi diritto di voto, (il 51,05%), superando il quorum legale del 50% di soli 8 voti: sarebbe stato un grosso problema per i promotori della consultazione popolare se non avessero votato i vecchietti del Ricovero di Brancafora, gran parte dei quali provenienti da altre realtà e con problemi derivanti dalla loro senilità.
Il Paese ha necessità di giustizia e non di ciarlatani demagoghi che vorrebbero allargare meschini privilegi. Ciò potrebbe causare rancore verso coloro che godono di tali privilegi.
Sono convinto che il buon senso prevarrà su quanti sono preposti a decidere sulla divisione della vallata e che, trascorsi 9 anni dal referendum del 2008, ne trascorreranno molti altri ancora rimanendo nelle condizioni attuali.
La prossima primavera, saranno passati 10 anni da quel referendum...ma non vedo niente, solo qualche chiacchera di alcuni fanatici.
EliminaCiaperem na barca de schei sensa laorar ... ciò.
RispondiEliminagrande BA lo sappiamo solo noi del 57 auguri ciao
RispondiEliminaPasseremo sotto Trento, quando vedremo che l'Astico andra in sù!
RispondiEliminaKruchen: Deo gratias. Ite, missa est.
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