domenica 1 ottobre 2023

La polenta

 


Il Veneto riflette nella sua cucina quella specialissima caratteristica che è l'aver il mare, la pianura, la collina e l’alta montagna in uno spazio relativamente esiguo. Una cucina varia dunque, ma su due punti s'incontra tutto il territorio: l'uso del granoturco e del riso.

Mais e riso furono colture introdotte nel 1500, l'anno della scoperta della pianta americana e l'altra proveniente dalla vicina Lombardia; entrambe costituirono la risposta alla necessità di una agricoltura che risolvesse contemporaneamente il problema del basso costo d'impianto e dell'alta resa.
Ormai tutto governato da Venezia, il Veneto si avviava a produrre, con la sua politica d'incentivazione agricola, un'altra fonte di ricchezza alternativa al mare.
I nobili acquistavano terreni, li riorganizzavano non più in funzione della produzione di consumo, ma soprattutto di quella di mercato, soprattutto verso i paesi del nord.
L'introduzione di colture ad alta resa fu così una soluzione alternativa e tale rimase sino al XIX quando, sotto il dominio italiano iniziò un lungo periodo di carestia e la polenta, assieme al riso, diventò il cibo più economico e il più diffuso.
Le relazioni che lo stato italiano fece fare nell'800 sulla situazione dei contadini veneti, non erano affatto confortanti; così scrive F. Signori in "L' economia di Bassano dalle origini ai nostri giorni":" ...Il vero regno della miseria rimaneva il desco del contadino.
Il prezzo della manodopera variava a seconda delle stagioni: d'inverno la paga giornaliera del bracciante era di 50 cent., in primavera di 90, d'estate di 1 Lira e in autunno di 90 cent.
Cosa si poteva mangiare se non solo polenta dalla mattina alla sera? E pensare che per mangiarla dovevano anche pagare una tassa, quella sul macinato, la più vessatoria e onerosa di tutte.
Oggi, polenta e riso sono per noi due piatti come tanti, ma racchiudono in sé il sapore amaro della miseria patita dai nostri bisnonni.

RICETTA SUL CALIERO

-acqua pari a quattro volte il peso della farina
-sale grosso
Mettere a bollire nel caliero 2 litri d’acqua, salarla con circa un cucchiaio da minestra colmo di sale grosso: ad inizio bollitura, togliere dal fuoco e incominciare a versare a pioggia la farina, mescolando rapidamente. Terminato di versare la farina, continuare a mescolare sempre molto bene (nello stesso verso e dal basso verso l’alto), rimettere sul fuoco facendo attenzione agli schizzi. La cottura necessita di circa un’ora scarsa: la polenta è cotta quando si stacca perfettamente dalle pareti del caliero.
Voltarla con un colpo secco sul tagliere. Sapete come la tagliavano una volta? Con il filo bianco da cucito in cotone, un vero e proprio taglio chirurgico!
da Anima Veneta

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