In ognuno dei nostri piccoli paese o contra', fra le tante persone che vi abitano, ce n’è sempre una che si distingue per motivi diversi. Io, essendo nativa di Pedescala, ho avuto modo di conoscerne tante di uniche e particolari.
Quando ero ancora bambina, ho imparato a conoscere la Santola Fausta essendo lei amica della mia famiglia e viceversa, poi Santola di battesimo di mio fratello Claudio, insieme al marito Giuseppe (Bepi):
Santoli prenotati non appena saputo dell’arrivo del quarto figlio nella mia famiglia. È stata lei che più volte ha intercesso per me con mio papà perché mi permettesse di andare a qualche gita scolastica; quando ero alle medie, i miei genitori non ritenevano indispensabile andare alle gite proposte, non so per che motivo, ma era così.
Fausta andava nella stalla e, mentre mio papà mungeva le mucche, gli diceva:- Compare, làssela nare quela tosa!- Io, nascosta fuori dalla porta, attendevo la tentennante risposta e se era affermativa, mi dava una felicità insperata e ringraziavo in silenzio quella Santola speciale.
Quando mi sono sposata, sono andata ad abitare nella sua via e ho avuto modo di conoscerla meglio; abbiamo condiviso la vita della contra' con le sue gioie e i suoi dolori, specialmente con la crescita dei suoi nipoti che ha allevato con tanta cura e specialmente con alcuni di loro, che sono stati compagni di giochi dei miei figli.
In una contra' come la nostra, particolarmente tranquilla perché chiusa, è stato più facile crescere i bambini e rimanere sedute sulla panchina a conversare, mentre loro giocavano. Non si è mai lamentata per le grida, né ha sgridato i ragazzini per un pallone entrato dalla finestra e finito in un piatto; nemmeno quando Cinzia e Monica hanno “pettinato” con le spazzole della Barbie, la ciotola dei suoi amati fiori di vetro che aveva nel vaso di fianco alla porta d’entrata: sorrideva e diceva: "Valà, no inporta"... e con un abbraccio tutto veniva perdonato.
È sempre stata una persona disponibile, di mentalità aperta, dispensatrice di consigli, con una calma disarmante anche in situazioni critiche, con una parola per tutti. Per gli abitanti di Via Venezia, lei è sempre stata la “Guardiana della contra'”; la sua è stata una presenza sicura in ogni occasione, sempre attenta e cordiale, silenziosa e costante, in parole povere ha sempre tenuto d’occhio ogni cosa!
Fausta non ha avuto una vita facile: nata il primo febbraio 1927 a Setteca', a solo nove mesi è rimasta orfana del papà; ancora bambina ha dovuto lasciare la mamma, il fratello e la sorella perché erano tempi duri, dove dar da mangiare ai figli era difficile e non c’era cibo. La mamma lavava i piatti all’osteria a Setteca' e portava a casa qualche avanzo per sfamare la famiglia. Fausta fu mandata a Forme Cerati a casa degli zii, dove insieme a tre cugine e un cugino, fu allevata con fatica perché non c’era cibo per tutti, ma lei non si è mai lamentata: rimase lì fino alla quarta elementare. Intanto la mamma era andata a servizio a Milano con la sorella Teresa che poi andò in convento con l’Ordine dei Servi di Maria di Monte Berico e prese il nome di Suor Leonarda in ricordo del papà; la mamma lavorava sodo per poter tirare su i suoi figli. Poi, a tredici anni, Fausta andò a servizio nella casa dov’era stata la mamma e lì trovò brave persone che le vollero bene. A diciassette anni, lo zio Giovanni Pretto di Pedescala, sposato con Margherita e senza figli, chiese di poter tenere Fausta nella sua famiglia e di allevarla come una figlia. E così è stato, lei con la zia Margherita e lo zio Giovanni stava bene, la sua vita ha avuto così una svolta positiva ed è stata amata come una figlia. Dopo aver conosciuto Giuseppe Pretto, si è sposata e ha continuato a vivere insieme alla zia, rimasta vedova. Con Bepi ha costruito una bella famiglia: i figli Maddalena, Giovanni e Leonardo, sono stati la loro gioia e poi con l’arrivo dei nipoti, la felicità è stata piena.
Il fratello Piero da giovane si era ammalato e fu mandato, con non pochi sacrifici a imparare un mestiere: diventò un bravo calzolaio e chi ne ha ricordo, sa che era una buona persona, mentre la sorella Suor Leonarda, dopo alcuni anni, si è trasferita in un convento a Chicago. I tre fratelli sono sempre stati uniti da quel grande sentimento d’amore che ancor più diventa solido e forte, quando si devono superare le avversità della vita.
Oggi Fausta, con le sue novantacinque primavere, vive sempre nella sua casa a Pedescala, accudita con amore dai figli, dalla nuora e avvolta dall’amore dei nipoti e pronipoti di cui va fiera. Quante tavolate piene di ogni ben di Dio ha preparato Fausta per la sua grande famiglia! Chi arrivava da lei per un saluto, se ne andava sempre con qualcosa di pronto da mangiare perché lei amava cucinare e abbondava nelle dosi, lei era sicura che qualcuno sarebbe passato.
Ancora oggi, ricorda con precisione i giorni terribili del 30 aprile 1945: ascoltare i suoi racconti è come vedere immagini, sentire emozioni e paure, tanto sono realistiche le sue parole.
Ascoltare fatti e aneddoti della sua lunga vita è sempre piacevole e interessante e ogni mattina ci diamo il “buongiorno” quando scende le scale per annaffiare i suoi amati fiori; in occasione del S. Rosario in contra' e al capitello, che il figlio ha costruito, poi al passaggio della Rogazione, lei è voluta essere presente per una preghiera insieme e vederla è per tutti una gioia.
Fausta, continua a essere la “Guardiana della Contrà”, la sua presenza è come la luce di un faro che segnala e abbraccia chi arriva, o come una sentinella sempre al suo posto di guardia.
Lei continua a svolgere il suo compito e quando esce di casa, scambia volentieri due chiacchiere con chi passa.
L’augurio che io voglio fare a questa “Santola” speciale è che possa continuare la sua vita avvolta dall’amore dei suoi cari, circondata dall’affetto di nipoti e pronipoti e dall’amicizia di tante persone che le vogliono bene.
Voglio dirle un grande GRAZIE, perché in ogni giorno della sua vita è stata ed è un esempio per chi ha avuto modo di conoscerla e per chi le sta vicino: persone come lei sono tesori preziosi da custodire con cura.
Lucia Marangoni Damari
Pedescala 24/06/2022
Che bella signora! Purtroppo la sua storia è molto simile alle persone di quegli anni: stenti, fame, guerra...
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