Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose:
«Io sono voce di uno che grida nel deserto:
Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaia».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell'acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.
Oggi, a metà dell’Avvento, riceviamo un invito all’allegria e alla
speranza: «Siate sempre lieti (...) in ogni cosa rendete grazie» (I Tes
5,16-17). Il Signore è già vicino: «Figlia mia, il tuo cuore è il cielo
per Me», dice Gesù a santa Faustina Kowalska (e, certamente, il Signore
lo vorrebbe ripetere ad ognuno dei suoi figli). E’ un buon momento per
pensare a tutto quello che Lui ha fatto per noi e ringraziarGlielo.
L’allegria è una caratteristica essenziale della fede. Sapersi amati e
salvati da Dio è una grande gioia; riconoscerci fratelli di Gesù Cristo
che ha dato la Sua vita per noi è il motivo principale della gioia
cristiana. Un cristiano abbandonato alla tristezza avrà una vita
spirituale mìsera, non riuscirà a vedere tutto quello che Dio ha fatto
per lui e, perciò, sarà incapace di trasmetterlo. La gioia cristiana
sgorga dall’atto di ringraziamento, specialmente per l’amore che il
Signore ci mostra; ogni domenica lo facciamo in comunità al celebrare
l’Eucaristia.
Il Vangelo ci ha presentato l’immagine di Giovanni Battista, il
precursore. Giovanni godeva di grande popolarità tra la gente semplice;
ma quando gli rivolgono la domanda, egli risponde con umiltà: «Io non
sono il Messia...» (cf. Gv 1,21); «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a
voi sta uno che voi non conoscete. Colui che viene dopo di me» (Gv
1,26-27). Gesù Cristo è Colui che aspettano; Lui è la Luce che illumina
il mondo. Il Vangelo non è un messaggio assurdo, e nemmeno è una
dottrina come tante altre, ma è la Buona Nuova che da senso a tutta la
vita umana, perché ci è stata comunicata dallo stesso Dio che si è fatto
uomo. Ogni cristiano viene invitato a manifestare la sua fede in Gesù
Cristo e ad essere testimone della sua fede. Come discepoli di Cristo,
siamo chiamati ad apportare il dono della luce. Ma oltre a queste
parole, il testimonio migliore, è, e sarà l’esempio di una vita fedele.
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