sabato 28 novembre 2020

MONTANELLO [6] Scalzeri - Luserna – Masetti – Brancafora

【Gianni Spagnolo © 201116】
Montanello rimane in Val d’Astico proponendo un giro classico, almeno nella parte di salita. Si tratta infatti di percorrere il Sentiero dell’Origine che parte dagli Scàlzeri* (446 mslm) conducendo in Luserna (1333 mslm), mentre il ritorno scende sulla Val del Rio Torto passando per i Masetti. Ascendiamo quindi la maggior via di collegamento che in passato conduceva a Luserna dalla Valle dell’Astico, lungo il tragitto più comodo ed agevole.
Luserna infatti dipese a lungo dalla pieve di Brancafora, dove in antico seppelliva i suoi morti, finché non ottenne di staccarsi in curazia autonoma nel 1711. Va da sé dunque che questo fosse un collegamento assai trafficato in tutte le epoche e relegato alla marginalità solo in tempi moderni. Non solo come via di transito, ma soprattutto per lo sfruttamento delle risorse della montagna per entrambe le comunità di valle e di monte, che vissero un rapporto simbiotico pur animato da periodici contrasti. Il tracciato sale il costone compreso fra il Rio Torto ed il Riosolo posto sulla sinistra orografica della valle dell’Astico e lo fa con parecchi tornanti che si susseguono con pendenza regolare su traccia evidente e ben segnalata. 
Si raggiunge dunque la Frazione Scalzeri di Pedemonte, attraversando il ponte di Posta sulla curva a gomito della statale; si svolta quindi a sinistra in direzione dei Longhi e si parcheggia l’auto sull’ampio posteggio situato subito a sinistra in riva all’Astico, proprio di fronte alle suggestive cascate del Gorgo Santo. Il sentiero CAI con segnavia 601 parte a margine del piccola area di sosta accanto alla Cooperativa, appena alla destra del ponte, dov’è infissa la tabella di partenza che indica Luserna ed il tempo di percorrenza in 2:30 ore. Il sentiero può essere intercettato anche salendo direttamente la traccia che monta le cascate del Gorgo Santo dirimpetto al parcheggio, potendo così ammirare quelle fresche, impetuose e perenni acque.
Il sentiero sale con continui tornanti per un lungo tratto entro un bosco ceduo di latifoglie tipiche di questi versanti, dove predomina l'ostrieto e il nocciolo, costellato da qualche pino silvestre. In stagione lo colorano anche stupendi ciuffi di ciclamini. A quota 840 slm si raggiunge una balconata rocciosa e la vista s'apre sull’orizzonte verso la parte terminale della valle dell'Astico: l’antenna del Belvedere, l’Oltresommo di Folgaria, e sullo sfondo, il poderoso promontorio proteso a Nord del Cornetto-Becco di Filadonna. Ora ci troviamo sul versante si S-O del Monte di Luserna ed entriamo in un bosco più arioso dominato dalla faggeta. Si notano le tracce dell’intenso sfruttamento della montagne nei secoli passati nelle ricorrenti “are”, cioè radure del bosco costituite da fondi prativi circondate da maestosi faggi, oppure nei minuscoli slarghi circolari delle carbonare o di qualche evanescente sedimento di bàito.  La Pro Loco di Pedemonte ha ben curato la toponomastica, apponendo tabelle identificative delle varie località che s'incontrano lungo il percorso e che dal veneto della partenza virano al cimbro man mano che ci approssimiamo al sovrastante altopiano. Questa differenziazione linguistica è tuttavia relativamente recente, dato che fino alla prima metà del Milleottocento, anche nelle località di valle si parlava l'antica lingua. 
Superata quota 1000 mslm, c’inoltriamo verso la parte terminale della salita, dove il fondo del sentiero si fa roccioso e sconnesso e i tornanti continuano ad incalzare. Inizia a vedersi la costa di monte antropizzata dagli abitanti di Luserna, con i caratteristici terrazzamenti sostenuti da murature a secco che noi chiamiamo vanéde. Sono vecchi orti abbandonati e ormai invasi dai rovi e da ogni sorta di vegetazione pioniera di queste quote. Vediamo che ogni possibile spazio è stato strappato alla montagna con un secolare e meticoloso lavoro.  Sconcerta un po’ riflettere che quel che fu ragione di vita e diligente impegno di tante generazioni è per noi oggi solo luogo di passeggero svago; consola un po' l’ancor viva consapevolezza di ciò che è stato. Immersi in questi pensieri raggiungiamo il ciglio dell'altopiano a quota 1250 slm, dove appare l'esile profilo  del campanile della chiesa di Sant’Antonio di Padova, parrocchiale di Luserna. Ci affacciamo dunque in contra’ Tezze, l’avamposto del paese verso la valle, dopo due ore e mezza dalla partenza ed aver superato un dislivello di circa 830 m. Proseguiamo ora sulla strada asfaltata fino al centro di Luserna, dove si può visitare il locale museo o comunque fare una sosta ricreativa e fotografica su questa balconata, dove lo sguardo può spaziare all’intorno senza limiti. 
Ritorniamo ora alle Tezze e imbocchiamo, sulla destra dopo il caratteristico pozzo coperto, la strada tagliafuoco  che conduce ai Masetti (1156 mslm), che è già frazione di Lavarone. Anche questa località, con il su accogliente fontanone sulla piazzetta e le abitazioni affiancate con le scale esterne ed i porticati alla foggia antica, merita una visita. Non guasta neanche una riflessione sull’equilibrata interazione della presenza umana con l'ambiente naturale, quando i bisogni si limitano all'essenziale.  C’inoltriamo ora per un viottolo verso le case più in basso della piccola contra’, dove i prati digradano verso il ciglio dell’altopiano, per intercettare il sentiero CAI 600, che si stacca a sinistra lungo il margine d'un prato, poco dopo una casetta di nuova costruzione. In estate trovare l’abbrivio potrebbe essere reso difficile dall’erba alta, ma in ogni caso è proprio dal ciglio che divalla il sentiero e non sarà difficile intercettarlo comunque. Questo non è un percorso molto frequentato e lo s’intuisce dalla labile traccia, a tratti evanescente, che scende molto ripidamente zigzagando sul costone orografico sinistro del Rio Torto, costringendo a coprire i 400 m di dislivello a velocità imposta. Attraversiamo così il bosco magro e diradato di questo pendio scosceso, dominato da carpini e roverelle dalla vegetazione sofferta e contorta, raggiungendo a quota 700 mslm l’alveo del Rio Torto e congiungendoci con il sentiero CAI 599 che sale dalla valle dell’Astico verso Monterovere. Prendiamo a sinistra sul questo tracciato in direzione di Brancafora, stretti fra le pareti imponenti di questa valle, anch'essa importante via di comunicazione del passato, dato che collegava la valle dell'Astico alla Valsugana attraverso quel valico. Il percorso si tramuta via via in strada sterrata, e poi addirittura cementata, per contrastare gli effetti delle ricorrenti alluvioni che tendono a devastare i tracciati delle basse valli. In prossimità del Sas dela Crose, un evidente masso a lato del sentiero, merita fare un sosta rinfrescante, stagione permettendo, nel suggestivo e fresco bojo del torrente. Si prosegue in discesa fino a sbucare sulla valle dell’Astico, presso la piazzola di sosta attrezzata e al capitello accanto al bivio che sale a Brancafora. Attraversiamo quindi la provinciale per raggiungere la nuova ciclabile che corre lungo l’Astico e che ci porta, in circa un chilometro di percorso pianeggiante, proprio al punto di partenza.

Anche questo è un anello di che si percorre in circa 5 ore con un dislivello altimetrico netto di neanche 900 metri e che si può fare agevolmente in giornata permettendosi anche svariate soste. Consente di esplorare e concatenare vie di comunicazione che un tempo erano trafficate strade di lavoro e di fatica per la nostra gente, riscoprendo quelle aree di media montagna che stanno diventando sempre più selvagge e solitarie e perciò più suggestive di molti altri luoghi di maggior richiamo e blasone.

*Preferisco indicare così, secondo la nostra parlata, i masi e le località della Valle: gli Scalzeri, non Scalzeri; i Masetti, non Masetti; in Luserna, non a Luserna.

3 commenti:

  1. Ringrazio con simpatia il nostro Montanello per aver percorso e descritto con dovizia di particolari il percorso delle origini con Luserna o della "Frau Pertega",entità femminile misteriosa e immaginaria che nei suoi profondi antri rocciosi, concepiva l'inizio di ogni vita da donare a giovani sposi al termine del loro primo incontro.Una"verità"alternativa alla solita storia suggestiva dei cavoli per rispondere alla curiosità dei bambini.Il sentiero Scalzeri-Luserna-Masetti-Riotorto è un percorso ad anello ,croce e delizia di tempi lontani,che nella nostra storia ha avuto un ruolo importante per il godimento dell'uso civico essenziale:"legnatico,erbatico e strame",volto a comprimere l'indigenza della popolazione.Il sentiero era dedicato alle liturgie celebrative di eventi lieti e funesti delle due Comunità ma anche fonte di dispute e contenzioni per diritti di proprietà con comparse giudiziarie fino a Vienna e sentenze prive di effetti come conviene negli alterchi di antipatia privi di merito giuridico.In merito al Sasso della Croce descritto(per noi saso de la crose)osservo che quello storico è posto sul lato opposto dell'argine,con soprastante una croce il legno.Su di esso Luserna avevo scolpito la croce di confine della sua presunta proprietà boschiva, proseguendo poi in linea orizzontale fino alla cascata del Gorgdo Santo,subito a monte dei terrazzamenti coltivati.Pedemonte aveva sempre contestato tale delimitazione territoriale che però aveva trovato espressione grafica nei fogli catastali di une certa epoca.Ora il monte non è più conteso da nessuno,serve solo da palestra di arrampicata dolce aperta a tutti, fonte salutare per ritemprare il fisico contagiato dal virus della pigrizia e stimolo per cercare nella fatica la misura per comprimere le ansie quotidiane.

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  2. Questa Frau Pertega ci incuriosisce: urgono maggiori informazioni..

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  3. Caro Gianni la Frau Pertega la trovi citata anche nelle bacheche disposte lungo il sentiero dell'immaginario.A Luserna tutti la conoscono e considerano vegliarda storica delle favole serali per i bambini nella attesa del loro abbandono nelle braccia di Morfeo.Beati quei tempi di innocenza felice.Buona domenica

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