giovedì 26 novembre 2020

Altro che B&B

San Pietro Valdastico - Albergo alla Vittoria - Anni '50 
Foto gentilmente concessa da Gianna Lucca 

Ai tempi in cui Berta filava certamente meno, il nostro paesello aveva una sua decorosa ricettività alberghiera e il viandante di passaggio, il commesso viaggiatore o il sensaro di turno poteva alloggiare all'Albergo alla Vittoria, situato proprio in centro, comodo a tutti i servizi. Volendo apprezzare qualche genuino sapore nostrano, bastava voltar l'angolo e raggiungere la Bastiana, dove concedersi un sapido piatto di trippe per cui andava famoso il Tones.

Ecco come appariva negli anni '50 l'Albergo sulla piazza, con la Dina a far gli onori di casa podà ala batùa dell'ingresso principale. Meno chiara è l'identità e l'attività del giovanotto che appare inquadrato furtivamente nella porta della cucina, che allora era ancora trafficata. In seguito al restauro del fabbricato e al cambio di gestione, quell'accesso venne dotato di scalini con massicce spallette di cemento, ma rimase inesorabilmente chiuso per il resto del secolo. 

Chiuso, ma non impresidiato, dato che quegli scalini funsero per decenni da panchina e punto d'osservazione privilegiato dei Gemelòti.



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2 commenti:

  1. Vero è che quando Berta filava,in S.Pietro c'era un albergo,a Pedescala si trovava alloggio da Grijo con forno e gioco delle bocce e "balineto" dove una grossa boccia era posta su apposito sostegno di legno e copriva il "balin" sulla linea di tiro e con un lancio a parabola si doveva far saltare il "balin" senza toccare la grossa boccia.
    Casa Giacomelli a Pedescala era sempre piena in estate, ma poi è stata venduta.(sic) Adesso che mi piacerebbe trascorrere qualche tempo di relax non è più possibile perché non c'è ricettività.

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  2. L'entusiasmo era grande quando si partiva da Padova per le vacanze. Finalmente liberi, liberi di gestire il tempo come ci si inventata. I cugini e gli amici che ci aspettavano. La vita scorreva in avventure ed esplorazioni in Val d'Assa e nella vita di paese. I più grandi avevano le morose e i bar. La cooperativa era un punto importante della vita del paese, lì all'inizio della strada del Piovan, un poco più giù verso la piazza c'era il casolin la Rita Tati con una sopressa che ancora ricordo.
    Ricordo quanto era scuro dentro e che buoni i panini. La tabaccheria di Caterina, sempre gentile e sorridente. Più giù vicino alla chiesa la farmacia Casentini dove si creavano i farmaci che venivano inseriti dentro a cialde o in bustina e gli unguenti in scatoline di bachelite marrone scuro. E poi come dimenticare Grijo, che ci ospitava, il profumo del pane, il vociare vivo di tante persone che tra un bicchiere e l'altro giocavano a carte in inverno e a bocce in estate.
    Alla sera mi sedevo fuori e Grijo mi raccontava cose allegre e le tristi della guerra.
    Non di rado veniva a trovarci lo zio Giacomo (Bortolan) parroco a Meda. Arrivava in sella al galletto Guzzi ed era uno svolazzare di tonaca nera, e ci portava notizie "fresche" e i saluti dei parenti. Un ricordo importante va a "Checco Brentari" (Spagnolo) con l'ufficio postale di fronte alla canonica e a Teresiano che in casa mi hanno accolto e ospitato come un figlio. Grazie Pedescala!

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