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Visualizzazione dei post da gennaio, 2020

Dal libro "Casotto tu nel cuore della Val d'Astico" Il triste lamento del vecchio larice - di Armando Serafini

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Un po' di tutto - l'Amore

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Aprire il cuore sembra chiedere una fiducia nell’amore, quando in realtà si tratta di non tradire se stessi e la verità di ciò che siamo profondamente. Quando chiudi il tuo cuore per paura di sentire dolore, per paura di essere di nuovo ferito, per nascondere quella meravigliosa apertura che la mente chiama vulnerabilità, vivi una vita di estrema sofferenza e separazione. Il vivere dalla paura non ti è naturale, perché l’idea di essere separati gli uni dagli altri non corrisponde in realtà al naturale sentire dell’essere umano. Ogni essere umano nasce immerso in una coscienza unificata di cui però non è consapevole. La coscienza stessa, attraverso la forma del bambino, viene immersa in un campo di vibrazioni che esprimono la sofferenza della separazione e per il troppo dolore finisce per costruire una barriera egoica fatta di strategie e credenze che permettono temporaneamente a quel dolore di non essere sentito. A un certo punto della nostra vita, nel nostro percors...

Dal drone di Flores Munari - Forte Cherle

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Dal drone di Flores Munari - Malga Camporosà

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“Protesta dei pesci di fiume”, a Pedemonte in riva all’Astico il flash-mob contro le centraline

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Si è svolto il 25 gennaio a Casotto, Pedemonte (Vi) – ci scrive Irma Lovato Serena – il flash mob promosso da cittadini e da associazioni ambientaliste denominato “Protesta dei pesci di fiume”: l’intento di tale manifestazione, svoltasi in contemporanea in un centinaio di luoghi d’Italia, è quello di informare e sensibilizzare l’opinione pubblica e gli organi preposti sull’utilizzo sconsiderato o poco accorto o per nulla controllato dell’acqua dei fiumi, da parte di chi gestisce centraline idroelettriche. Negli ultimi anni si è notato nel territorio dell’Alto Vicentino, una capillarità lievemente sospetta sulla proliferazione di progetti idroelettrici; progetti che mettono a rischio i corsi d’acqua naturali, con tutte le conseguenze che ciò comporta, a partire dall’impoverimento della vita del fiume, fino al prosciugamento dello stesso; non casuali quindi gli altri due luoghi scelti per le manifestazioni: Valdagno e Valli del Pasubio. Ben venga, sottolineano gli...

Una risata allunga la vita

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Erroneamente chiamato bucaneve, in realtà è "l'elleboro"

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Nel cuore dell’inverno l’Elleboro apre le sue corolle coraggiose che non temono il freddo, un bel simbolo di forza e di speranz Presente nella flora selvatica italiana, l’elleboro fa parte della cultura e delle tradizioni del nostro Paese.

I video di Gino Sartori - Monte Pasubio le 52 gallerie

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Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario... (Primo Levi) - Per non dimenticare...

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Domenica 26 gennaio 2020, alle ore 17,30, la Sala Consigliare del comune di Valdastico si è riempita di persone che hanno accolto l’invito di fermarsi per ricordare i crimini della storia passata. Anche se non abbiamo più testimonianze dirette, ci sono molte persone che hanno studiato e si sono documentate perché le giovani generazioni sappiano cos’è accaduto e si ricordino che la cosa più importante, in ogni storia, è il rispetto per gli altri. Sono intervenuti a questo momento: il consigliere regionale Maurizio Colman, l’architetto Domenico Molo e lo storico-scrittore dott. Andrea Vollman. Assieme al sindaco Claudio Sartori, hanno portato un loro pensiero sul tema proposto, intervallati dalle musiche di Gabriele De Rosso che con chitarra acustica e violoncello ha creato un’atmosfera speciale. Interessante ogni intervento, ma sbalorditiva la carrellata storica che Andrea Vollman ha proposto, travolgendo il pubblico con date ed episodi, raccontando la storia degli Ebrei da Mosè a...

Non mandate i vostri figli in gita premio ad Auschwitz

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Contesto la parola gita in tutte le sue forme quando è riferita ai campi di sterminio. Ai campi di sterminio si va in pellegrinaggio, non in gita. Sono posti da visitare con gli occhi bassi, meglio in inverno con vestiti leggeri, senza mangiare il giorno prima, avendo fame per qualche ora. La gita i ragazzi la devono fare a Lucca o a Spoleto. Ai campi di sterminio si va in pellegrinaggio, non in gita, e i bambini non sono adatti. E poi i bambini devono giocare e conoscere più tardi possibile i mali degli uomini. Gli stessi miei coetanei all’epoca sono rimasti indifferenti e ancora oggi mi chiedono cosa sia quel tatuaggio sul braccio. Liliana Segre

Le "serate d'inverno" a Pedescala

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Le “Serate d’inverno” proposte dalla pro loco di Pedescala, sono iniziate con l’appuntamento di venerdì 24 gennaio 2020. La serata ha ospitato Daniele Zovi con il suo libro “Italia selvatica”. il suo quarantennale lavoro in servizio al Corpo Forestale Dello Stato, gli ha permesso di stare al contatto con la natura, studiando gli animali tanto da diventare uno dei maggiori esperti in materia di animali selvatici. Autore di diversi trattati su questo tema ha spiegato al numeroso pubblico presente “Sotto al Portego”, il ritorno di tanti animali selvatici in alcune zone d’Italia e anche nel territorio dell’Altopiano e della Valdastico. Specie che rischiavano l’estinzione, ma che hanno ritrovato il luogo ideale per vivere e riprodursi, anche nei nostri boschi. Il libro che ha presentato, attraverso la storia di otto animali, traccia una cartina di un’Italia selvatica misteriosa e incantevole. Con le illustrazioni di Giuliano Dall’Oglio, il volume è un alternarsi di racconti con minuzi...

I tre giorni della merla

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Il Castello di Montegalda

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Ecco lo spettacolare Castello di Montegalda in provincia di Vicenza, un castello da far invidia persino ai Francesi! Nel 1176 il Comune di Vicenza chiede ad Ottone, signore di Montegalda, di cedere le sue proprietà per costruire una fortezza militare a difesa del territorio vicentino contro gli attacchi dei padovani. Nella prima metà del ‘200 il Castello viene conquistato da Ezzelino III da Romano mentre nel 1266 il Castello passa ai padovani e, in seguito, alla potente famiglia scaligera della Scala, signori di Verona. Lo stemma della famiglia della Scala è una scala a pioli, tuttora ben visibile sopra il ponte levatoio del ‘300 perfettamente conservato e ancora funzionante. Alla fine del ‘300 il Castello diventa proprietà della famiglia Visconti, signori di Milano. Quando nel 1404 inizia il dominio della Repubblica Serenissima di Venezia, il Castello perde la funzione militare per diventare a poco a poco una villa nobiliare. A metà del ‘400 il Castell...

La partita a carte con i Nonni - di Dana Carmignani

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Si giocava a carte con Nonno e Nonna nelle sere di inverno. O meglio, loro giocavano. Si mettevano allo stesso tavolo di ora, di punta d’angolo, rivolti l’uno verso l’altra. Il braciere in mezzo alle gambe, il fuoco che ardeva, e se le davano di santa ragione. Se le dicevano pure di tutti i colori e si zipittavano come bambini. Io assistevo a quell’incontro come assistessi ad una commedia a più atti recitata solo per me. Prendevo la mia seggiolina, anche quella ce l’ho sempre, e mi piazzavo fra i due anch’io col mio caldanino fra i piedi, i miei librini e di solito il micio in collo, e poi mi preparavo a quello spettacolo esilarante che si protraeva finchè nonno non ne poteva più e sbottava alzandosi di scatto e gettando il cappello sulla tavola urlando... “Vo’ alletto con te un ci gioo più!” Io mi scompisciavo dalle risate piegata in due e tra un po’ rischiavo di cascare in terra, perché a quella scena finale, Nonno, non ci arrivava subito... prima gonfiava per ...

Non sono più tra noi - (5° - 01/20) - Giovanna Mattielli

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La villa della morte nei colli euganei

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Un vero e proprio campo di concentramento e la storia di una bambina morta ad Auschwitz. Gli ebrei di Padova e del Padovano, vennero concentrati nell’antica villa Contarini Venier – situata nel cuore di Vo’ Vecchio nei Colli Euganei. Il campo di concentramento di Vo’ è stato “riscoperto” una ventina d’anni fa grazie alle ricerche di Francesco Selmin che ne ha riportato le vicende nel libro Nessun “Giusto” per Eva. La villa Contarini Giovanelli Venier è stata abitata fino a qualche decennio fa, oggi è di proprietà del Comune di Vo’ che l’ha aperta al pubblico come sede del Museo della Shoah e del Paesaggio. Il campo di concentramento di Vo’ era così piccolo che Selmin ha potuto scriverne qualcosa come una storia totale: identificando per nome e per cognome tutti i detenuti e la maggior parte dei carcerieri. Selmin ha potuto inoltre ritrovare le tracce di alcune fra le suore elisabettine che prima dell’8 settembre avevano preso in affitto la villa, e che servi...

Per non dimenticare...

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L'indifferenza è più colpevole della violenza stessa.  È l'apatia morale di chi si volta dall'altra parte. Succede anche oggi verso il razzismo e altri orrori del mondo.  La memoria vale proprio come vaccino contro l'indifferenza. Liliana Segre

Du passi fin in Camprosà

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1 - El strodo dei Valeri 2 - La vale 3 - Architetura de sti ani al Buso 4 - La Val del Trugole 5 - Peche de Fox 6 - Ormai ghe semo 7 - Deviasion 8 - I ricordi de Vaia 9 - La casara: al 26 de genaro core l’acqua nele gorne 10 - El campigolo 11 - Fora par i Fundi Alessandro Toldo African

I gnochi con la fioreta

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Una pietanza che geograficamente nasce nelle prealpi vicentine, parte della Lessinia e delle piccole dolomiti: ovvero gnocchi senza patate! Ma come?! Eh sì, al posto delle patate vengono impastati con la “fioreta”, una specie di ricotta molto liquida prodotta nelle malghe: veniva preparato dai pastori durante l'alpeggio impastando la farina bianca con la ricotta semiliquida raccolta al suo primo affiorare. Il risultato ottenuto è un primo più leggero dei soliti gnocchi di patate, ma altrettanto allettanti e gustosi, con quel tocco di acida freschezza che ci riporta subito alla genuinità dei prodotti lattiero caseari tipici delle malghe di montagna. Un piatto dall'antica bontà nato nei primi anni dello scorso secolo.

La pagina della domenica

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LA RIFLESSIONE C’era una volta un contadino che si accorse di aver perduto l’orologio nel fienile. Non si trattava di un semplice orologio, ricopriva per lui un valore affettivo. Dopo aver cercato in lungo e in largo tra il fieno, si arrese e chiese l’aiuto di un gruppo di bambini che stavano giocando davanti al fienile. Promise loro che chi lo avrebbe trovato avrebbe ricevuto una ricompensa. Udito questo i  bambini accorsero nel fienile, perlustrarono tutto attorno e dentro l’intero pagliaio ma non riuscirono a trovare l’orologio. Proprio quando il contadino stava perdendo la speranza di ritrovare il suo orologio, un ragazzino gli venne incontro e gli chiese di avere un’altra possibilità. Il contadino lo guardò e si chiese, “Perché no? Dopo tutto questo fanciullo mi sembra sincero.” Per cui spedì il ragazzino di nuovo nel fienile. Dopo un po’ il giovane uscì con in mano il suo orologio! Il contadino era al tempo stesso contento e sorpreso e gli c...

Dal drone di Flores Munari - Ossario Monte Cimone

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Par l'anno novo... tute le galìne le fa ovo...

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Non c'è gallina ne' gallinaccia, che di gennaio l'uovo non faccia”.  Per le galline, gennaio è un mese favorevole, ricominciano a deporre le uova dopo il periodo della muta, e avere uova per la tavola o per barattarle o venderle nella bottega di paese era un'importante risorsa dei vecchi tempi... (la campagna appena ieri)

Il tempo del gelo - di Dana Carmignani

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Più che dalla fine delle feste, il primo mese dell’anno, si rappresentava al meglio col freddo. Cominciavano in questo periodo le gelate, che interessavano tutta la campagna, ma anche case e persone forzatamente. Il fuoco in questo periodo non si spengeva mai. L’unico mezzo di sostentamento per bestie e cristiani andava tutto il giorno, producendo quel tanto di calore che bastava per vivere o sopravvivere ad inverni rigidi che proprio in questo mese e in quello dopo, davano i loro picchi più forti di un diaccio, che imperversava ovunque. La brinata era spettacolare al mattino e così bianca spennellava prati e alberi che rimanevano incantati in posizioni che pareva fossero state prese di proposito dagli arbusti, come se giocassero a qualche gioco particolare che solo loro conoscevano. Mani che si protraevano al cielo allargandosi come dita vogliose, o allungandosi al contrario verso terra come se cercassero un qualcosa di incommensurabile, mi rincorrevano in quelle mattine così gelid...

Un po' di tutto - riflettere

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Si può riflettere mentre si stira o si fa un lavoro ripetitivo, prima di dormire o durante una passeggiata Oppure mentre si fanno le pulizie o si guida la macchina, e anche durante una psicoterapia. Si può riflettere in qualsiasi momento e qualsiasi luogo, ma abbiamo un bisogno innato di 'riflettere'. Riflettere non è rimuginare, non è trovare una soluzione,  è lasciar libero il pensiero di collegare fatti, recuperare ricordi, far emergere sensazioni. È in questo lavoro di "ricamo"  che costruiamo e affiniamo la nostra capacità di lettura del mondo, ed è la chiave delle nostre scelte. Agire, fare, impegnarsi continuamente serve a riempire, e non  lascia  spazio al vuoto e alla riflessione. È nel vuoto e nei momenti di riflessione che si costruisce la vita. Organizza la tua vita per trovare lo spazio. Regalati momenti di vuoto. Vuoto di parole, vuoto di azioni, ma pieno di "te". Fin fa piccola il mio vuoto lo cercavo tra le vigne assol...

Femmina di picchio rosso - Ivan Mosele

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E poi dite...

Maria Sarta - Mariano Castello - granfati

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Magistrato Cecilia Carreri denuncia...

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Bla-bla-bla

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"Fare pace con le parole, scordarsele se è necessario, dare loro il giusto peso che - ormai lo so bene - deriva in buona parte dalla bocca che le pronuncia, non farci troppo caso alle parole se è necessario per scansare una ferita, non confidare troppo nelle promesse, che a pronunciare grandi frasi sono bravi tutti, a mantenere gli impegni solo pochi. Non fermarsi alle parole, anche se sono affascinanti, guardare oltre... sempre, aspettare... aspettare i fatti, che le parole sono come una bella confezione, ma il contenuto è ben altro e poi si rischia di rimanere delusi, molto. Belle parole possono anche nascondere brutte persone, possono essere utilizzate per annebbiare, per prendere in giro, per rendere meno amaro quello che piacevole non è. Io le amo le parole, ma a volte mi fanno paura, il modo in cui vengono usate mi disturba, senza pensare, senza sceglierle, mi dispiace che delle parole si abusi, non amo chi ripete troppe volte la stessa cosa, ho come l'...