“La chiesetta del Redentore
sopra Pedescala:
una luce nel buio del Piovan”
Nel periodo natalizio è diventata ormai una tradizione, quasi una gara, l’acquisto di luminarie per addobbare alberi, giardini, case, vetrine, negozi. Per non parlare della festa di luci pubbliche che creano atmosfere meravigliose che fanno parte di questo speciale periodo. Tutto normale, tutto al solito o più del solito… passando per i centri delle città, si viene catturati da tanto splendore, da tanti giochi di luce... Ma se si pensa all’inutile spreco, all’esagerazione, se si pensa alla semplicità delle cose, ai veri simboli del Natale, si comprende che tanto è andato perduto… Sono d’accordo nel dire che tutto questo è gioia per gli occhi, che leggendo il vero senso del Natale si trova tanta luce, ma il troppo chiarore a volte storpia… La luce che io amo di più in questo periodo è quella che, nel buio totale, viene irradiata dalla Chiesetta del Redentore, posta sopra L’abitato di Pedescala, sulla strada che porta a Rotzo, detta del “Piovan”. Chi transita per la valle viene sicuramente colpito da quella luce che rischiara la notte e fa immaginare la strada che porta all’Altopiano; tutti ammirano la chiesetta per ciò che rappresenta e per come è stata modificata nelle luci, anno dopo anno. Vorrei tornare indietro nel tempo… precisamente a circa 25 anni fa, quando l’idea di illuminarla venne buttata lì per caso dalla Pro Loco del Paese, allora in carica. L’idea venne raccolta dall’Amministrazione Separata di quei tempi, che fece costruire una stella in ferro, dove furono posizionate delle lampadine, e fu posta sul tetto della chiesetta. Venne chiesto in prestito al consorzio, un gruppo elettrogeno che funzionava a benzina; con l’aiuto di alcune persone del paese, fu posizionato all’interno della chiesa e collegato con la stella. Si riempiva di benzina all’imbrunire, a mezzanotte bisognava fare il pieno e poi si lasciava che le luci si spegnessero da sole quando il carburante era finito. A questo proposito bisogna ricordare e ringraziare la prima persona che ha fatto un’offerta per acquistare la benzina: la signora Luigia Dal Pozzo che, pensando alle spese sostenute e contenta del risultato, donò diecimila lire. Tante furono poi le persone che contribuirono a far risplendere la stella che veniva illuminata nei giorni più importanti del periodo Natalizio, vista la comprensibile difficoltà della gestione luminosa. Per tanti anni si è andato avanti così, poi ci sono state delle modifiche alle luci, si è aggiunto il contorno della chiesa, poi le luci sulle campane e sulla porta d’entrata. La situazione era però diventata pesante, anche se le persone erano disponibili, andare ad accendere e a fare benzina a mezzanotte, era un grosso impegno. Si è pensato così di collegare l’illuminazione a un filo, che con fatica fu fatto scendere dal Sojo e fatto passare attraverso i tombini, fino ad arrivare alla casetta dell’acqua, appena sotto il primo tornante, dove c’era l’energia elettrica. Bisognava fare attenzione a ogni uscita del filo dai tombini, posizionarlo in modo che non fosse danneggiato in caso di passaggio dello spartineve. Da allora tutto sembrava più facile: bastava andare alla casetta, accendere un interruttore e la chiesetta si illuminava! Un problema erano sicuramente le lampadine: se una non funzionava, bisognava provarle tutte, a una ad una per vedere dov’era il guasto…cose da passare ore in bilico su di una scala! Ma il risultato ripagava di tanti sforzi fatti, ogni anno si modificava qualcosa, si è provato anche a mettere un timer, così dopo averlo impostato, si era sicuri dell’orario di accensione e di spegnimento (era facile dimenticarsi di accendere o di spegnere). Da ricordare che il filo veniva ritirato ogni anno dopo le festività e rimesso quando giungeva nuovamente il periodo natalizio. Ora, da circa 10 anni, è la Pro Loco di Pedescala che si occupa dell’illuminazione della Chiesetta, portando all’insieme nuove modifiche, molte più luci anche sulla ringhiera sottostante, rendendo l’insieme ancora più bello. Adesso però è tutto più facile, i tubi luminosi danno modo di creare senza problemi ciò che si desidera, la varietà di colori è migliore, non si deve ricorrere a stratagemmi per ideare contrasti luminosi e l’accensione avviene insieme alle luci pubbliche. Nelle nostre zone, altre sono le illuminazioni di questo tipo, ma la Chiesetta del Redentore ha il merito di essere stata la prima a illuminare le notti buie, grazie a tante persone che si sono impegnate e hanno portato avanti questa iniziativa. A tutti quelli che in tanti modi hanno aiutato nei tempi passati e a quelli che lo fanno tuttora, va un grande grazie, con la speranza che questi punti luminosi continuino a splendere nelle notti invernali, per portare gioia, serenità, calore e luce! Io quando alzo gli occhi e ammiro la chiesetta, penso alla storia delle sue luci e sorrido perché la conosco personalmente; so quanto impegno c’è stato e ora, a distanza di tanti anni, sono certa che ne è valsa la pena….
Lucia Marangoni
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