mercoledì 23 gennaio 2013

La spedizione a Rotzo per la difesa degli usi civici




San Pietro, le sue contrade e Pedescala, malgrado le loro differenze etniche, hanno dimostrato nei secoli un grande e geloso amore per le loro montagne, acquistate e difese anche con perdite di vite umane.
Già nell'anno mille, ci hanno tramandato i nostri  antenati, quei pochi abitanti della valle si battevano a Vezzena contro i Levicani. Ci furono delle lotte contro le angherie dei conti Trapp di Caldonazzo.
Senza parlare della guerra che nel 1508 condusse l'imperatore d'Austria Massimiliano contro gli abitanti dei 7 Comuni distruggendo tutto nel suo passaggio, ma sconfitto da due metri di neve.
La seconda volta, il suo esercito fu annientato allo Scaletto del Restello in Valdassa.
 Ma  sopratutto contro  Rotzo e i suoi abitanti che, pur uniti in un solo comune dal lodo Piovene del 1578 (Rotzo, Albaredo, Castelletto, Pedescala e San Pietro) fu una continua lotta giuridica per gli USI CIVICI, con un enorme dispendio di denaro, in quelli anni di miseria.E dopo la separazione dei due comuni il 1 luglio 1940 le cose peggiorarono. Ai primi di Giugno del 1947 si diffuse la notizia che ROTZO voleva mettere all'asta otto lotti di legname per conto  proprio. Sette  eminenti uomini di San Pietro e tre di Pedescala, decisero di impedirla.
Al suono della campana, come nei tempi antichi, tutta la popolazione si radunò nell'allora splendido cinema-teatro Santa Barbara, (ora ridotto ad un cumolo di macerie) e con voce unanime ed immenso entusiasmo si decise di salire a Rotzo ed impedirne lo svolgimento.

Gesto illegale, ma che doveva fare un grande effetto sulle Autorità. Solo il 9 giugno si poteva, secondo tradizione, mettere all'asta il legname, annullarla voleva dire niente taglio per quell'anno!
A mezzanotte del sopradetto giorno si cominciò a sentire i rintocchi della "campana a martello".
A tal suono gli abitanti della Valle cominciarono a salire un po' per la strada e i più giovani per i "scùrtuli", verso l'Altopiano.
Mancavano tanti uomini e donne lontani per lavoro, al SIRU ed all'estero. Fu un sacrificio anche per tante persone  perdere una giornata di lavoro in questa stagione .
Grande fu il disappunto degli abitanti di Rotzo al nostro arrivo, non si aspettavano una simile invasione e non si privarono di dimostrarlo con gesti e parolacce in cimbro!
Stavamo tranquilli occupando la strada ed il parcheggio quando qualcuno cominciò  a gettare pezzi di legno (stéle) dal granàro  del Municipio sulle persone sottostanti. Durò qualche istante, ma sufficiente per prendermene una sulla spalla. Ci fu qualche grido e qualche imprecazione, ma tutto finì lì.
L'asta doveva svolgersi alle 8,30 erano già le undici dunque era stata annullata!
Stavamo per partire quando dalla parte di Asiago vedemmo arrivare quattro camionette  della famosa
Celere. Poliziotti antisommossa armati di grossi manganelli, si misero in rango ed al grido del loro comandante: "Scioglietevi " cominciarono  a fingere di colpire quei quattro che erano rimasti indietro.
Ci rincorsero fino alla  chiesetta di Castelletto. Per due tre ore furono arrestati i promotori della spedizione, ma subito rilasciati.
Lo scopo lo avevamo raggiunto!!!

Lino Bonifaci

Nessun commento:

Posta un commento

Girovagando

  Il passo internazionale “Los Libertadores”, conosciuto anche come Cristo Redentore, è una delle rotte più spettacolari che collegano l...