lunedì 8 ottobre 2012

Poesia - l'Emigrante


(di Renzo Cappozzo)




  
Ormai siete rimasti in pochi a tornare come le rondini
 

 
I vostri figli non vi seguono più, la loro terra è un'altra.
 


Non sanno cos'è una valigia di cartone con pochi stracci,
molti sogni e quella sirena che suonava…



La nave che si staccava dalla  terra strappandovi i colori della giovinezza.


Quanto sudore, quante umiliazioni e lacrime

e i ricordi che non ti lasciavano dormire.

La sposa scriveva, la tua vecchia pregava
e quella canzone bella e triste di Tajoli,
ti portava un po’ d'Italia e tanta nostalgia…


Immagini che sfumano dentro le stagioni,
ma tu torna, torna ancora perchè questa è la tua terra.


Guarda la tua vecchia casa anche se non c'è più,
esiste, è lì dentro il tuo cuore…


Entra nella tua  chiesa, porta un fiore a quelle croci.
Perchè tu appartieni alla terra
dove sono sepolti i tuoi cari.


Gira ancora per il tuo Paese, qualcuno ti riconoscerà
e se un vecchio ti parlerà dei tuoi,
l'emozione ti chiuderà la gola.
Se puoi, ogni tanto, torna dove sei nato.



(questa triste poesia, ma bellissima, è stata letta il 15 agosto 2012 alla festa dell’Emigrante.
Ringraziamo Mario Lorenzi “galo” oriundo dalla Contrà Costa, ma da anni Emigrante a Ginevra, che ci ha chiesto che venisse pubblicata nel Blog e noi lo facciamo con immenso piacere e ne condividiamo le emozioni che suscita)


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La vignetta