giovedì 25 ottobre 2012

I paradossi del nostro tempo


    Abbiamo edifici sempre più alti, 
ma moralità sempre più basse

         Abbiamo autostrade sempre più larghe, 
ma orizzonti sempre più ristretti

 Spendiamo di più, 
ma abbiamo meno

         Comperiamo di più, 
ma proviamo meno felicità

         Abbiamo case più grandi, 
ma famiglie sempre più piccole

         Abbiamo più comodità, 
ma sempre meno tempo

         Abbiamo più istruzione, 
ma sempre meno buon senso

         Abbiamo più conoscenza, 
ma sempre meno giudizio

         Abbiamo più esperti, 
ma sempre più problemi

         Abbiamo più medicine, 
ma meno benessere

  Beviamo troppo, 
fumiamo troppo, 
spendiamo senza ritegno, 
ridiamo troppo poco, 
guidiamo troppo veloci, 
ci arrabbiamo troppo, 
facciamo le ore piccole, 
vediamo troppa TV, 
ci alziamo stanchi 
e meditiamo di rado

         Abbiamo moltiplicato le nostre proprietà, 
ma ridotto i nostri valori

         Parliamo troppo, amiamo troppo poco 
e odiamo troppo spesso

         Abbiamo imparato 
come guadagnarci da vivere, 
ma non come vivere

         Abbiamo aggiunto anni alla vita, 
ma non vita agli anni

         Siamo andati e tornati dalla luna, 
ma non riusciamo 
ad attraversare la strada 
per incontrare un nuovo vicino di casa

         Abbiamo conquistato lo spazio esterno, 
ma non quello interno

         Abbiamo creato cose più grandi, 
ma non migliori

         Abbiamo pulito l’aria, 
ma inquinato l’anima

         Abbiamo dominato l’atomo, 
ma non i pregiudizi

         Scriviamo di più, 
ma impariamo di meno

         Pianifichiamo di più, 
ma realizziamo meno

         Abbiamo imparato a sbrigarci, 
ma non ad aspettare

         Costruiamo computer più grandi, 
ma comunichiamo sempre meno

         Questi sono i tempi del fast food 
e della digestione lenta, 
dei grandi uomini e dei piccoli caratteri, 
dei ricchi profitti e delle povere relazioni, 
di due redditi e più divorzi, 
di case più belle, 
ma di famiglie distrutte

         Questi sono i tempi dei viaggi veloci, 
dei pannolini usa e getta, 
della moralità a perdere, 
delle relazioni di una notte, 
dei corpi sovrappeso 
e delle pillole che possono farti fare di tutto, 
dal rallegrarti, al calmarti, all’ucciderti

         Un tempo in cui la tecnologia 
può farti arrivare questa lettera 
e in cui puoi scegliere di condividere 
queste considerazioni 
con altri o di cancellarle

         Ricordati 
di spendere del tempo con i tuoi cari ora, 
perché non saranno con te per sempre

         Ricordati 
di dire una parola gentile 
a qualcuno 
che ti guarda dal basso con soggezione, 
perché quella piccola persona 
presto crescerà e ti lascerà

         Ricordati 
di dare un caloroso abbraccio 
alla persona che ti sta a fianco, 
perché è l’unico tesoro 
che puoi dare con il cuore 
e non ti costa nulla

         Un bacio e un abbraccio 
possono curare ferite 
che vengono dal profondo dell’anima

         Dedica tempo all’Amore 
e alla conversazione 
e dedica tempo 
per condividere i pensieri preziosi 
della tua mente

Ricordati di dire più spesso 
   “TI VOGLIO BENE” ai tuoi cari, 
 non pensarlo solamente




e ancora...



Abbiamo mangiato le mele senza lavarle né sbucciarle 
e siamo ancora qui.
Abbiamo girato scalzi sei mesi l'anno 
e siamo ancora in piedi.
Abbiamo mangiato tanto pane, 
vecchio anche di vari giorni, 
e non abbiamo avuto bisogno di cure dimagranti.
Allora eravamo stesi, ora solo tesi.
I vecchi non riscuotevano la pensione, 
ma non venivano abbandonati.
I prodotti alimentari non avevano la scadenza, 
ma si mangiavano subito.
Non c'erano gli elettrodomestici 
e per il bucato le donne usavano 
sapone, cenere e tanto sudore.

Mancava il frigorifero? Nessun problema, 
si comprava alla giornata.
Non ci riempivano le buche della posta di pubblicità, 
mancavano entrambe.
C'erano pochissimi sportelli bancari, 
mancavano i soldi da depositare
e ce n'erano troppo pochi 
per poterne chiedere a prestito con qualche speranza.
Allora gli sposi novelli, uscendo dalla chiesa,
 buttavano alla gente gli zuccherini 
(nobiltà della miseria!) 
oggi vengono coperti di riso 
(stupidaggine della ricchezza!).
Le automobili per suonare usavano la tromba 
con la pompetta di gomma;
nessun problema, le automobili erano rarissime.
Non c'erano i compact-disk, 

ma si cantava molto più di adesso.
Non c'era la televisione e il computer, 
ma quanta fantasia!
Non c'erano i telefoni cellulari, 
ma eravamo sempre informati lo stesso.
Andando a scuola non avevamo lo zaino pieno, 
eppure non ci mancava nulla.
Quei pochi gelati che si mangiavano
se li mangiavano col pane.
Avevamo i pantaloni con le pezze,
ma era una necessità, non una moda.
Pochi giocattoli ci venivan regalati,
ma ci siamo divertiti con le cose più semplici.
A sei anni si cominciava
ad andare a scuola e a spigolare,
col tempo avremmo imparato a fare di tutto.
Dove mettevamo i rifiuti? O ai maiali o nel fuoco.
La crusca la davamo ai maiali, 
adesso la vendono in farmacia.
Non ci han portato al mare o a sciare, 
noi però ci abbiam portato i figli e i nipoti.
Esistevano già il parmigiano e il prosciutto di Parma, 
ma noi conoscevamo solo la mortadella.
I bimbi non nascevano in provetta, ma nascevano.
Pochissimi avevano il bagno o la doccia, 
ma c'erano i torrenti e i mastelli.
Abbiamo bevuto l'acqua del pozzo 
e siamo sopravvissuti.
Non abbiamo mai chiuso la porta a chiave
 e non ci è mai mancato nulla.
Non andavamo mai dal dottore, né lui veniva da noi: 
eravamo sani come pesci.
Non si andava a teatro o al cinema, 
ma avevamo il cortile e la stalla.
Si parlava solo il dialetto,
ma ci si intendeva benissimo.
Il sogno di noi maschietti era la bicicletta.
Il  lavoro più bello? La vendemmia.
Cosa non avremmo voluto? I geloni.
Il mio punto di riferimento? La chiesa e l'oratorio.
Cosa invidiamo ai giovani di oggi? La biro e i jeans.

Il mio rimpianto? Gli amici e la mia gioventù.


 









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