ci ha invitato a ricordare
questa immensa tragedia
e noi lo facciamo ben volentieri,
anzi lo ringraziamo
per avercelo ricordato.
La fonte della descrizione è Wikipedia.
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La diga del Vajont è una diga in disuso progettata dall'ingegner Carlo Semenza e costruita negli anni tra il 1957e il 1960 nel territorio del comune di Erto e Casso (PN) lungo il corso del torrente Vajont.
Descrizione
Di tipo a doppio arco, lo sbarramento è di 261,60 m (la quinta diga più alta del mondo, la seconda ad arco) con un volume di 360.000 m³ e con un bacino di 168,715 milioni di metri cubi. All'epoca della sua costruzione era la diga più alta al mondo.
Lo scopo della diga era di fungere da serbatoio di regolazione stagionale per le acque del fiume Piave, del torrente Maèe del torrente Boite, che precedentemente andavano direttamente al bacino della Val Gallina, che alimentava la grande centrale di Soverzene.
Le acque sottratte al loro corso naturale vennero così incanalate dalla diga di Pieve di Cadore (Piave), da quella di Pontesei (Maè) e da quella di Valle di Cadore (Boite) al bacino del Vajont tramite chilometri di tubazioni in cemento armato vibrato e spettacolari ponti-tubo.
A questo complesso si aggiunse successivamente la vecchia diga di Vodo di Cadore, che con la sua quota permise di alzare di 15 m la diga del Vajont, rispetto al progetto originario. In questo sistema di "vasi comunicanti", le differenze di quota tra bacino e bacino venivano usate per produrre energia tramite piccole centrali come quella del Colombèr, ricavata in caverna ai piedi della diga del Vajont e quella di Castellavazzo. Le acque scaricate dalla centrale di Soverzene venivano poi condotte, tramite un canale, al Lago di S.Crocee ai successivi, con relative centrali.
Era un sistema concepito per sfruttare al massimo tutte le acque ed i salti disponibili del fiume Piave e dei suoi affluenti, di cui il bacino del Vajont era il cuore; esso venne presto compromesso prima dalla frana del Lago di Pontesei (ora quasi vuoto per motivi di sicurezza) e poi dalla frana che causò il disastro del Vajont.
Caratteristiche tecniche:
- Tipo: diga ad arco a doppia curvatura in calcestruzzo
- Progettazione iniziale: 1940
- Progettata da: S.A.D.E. - Società Adriatica Di Elettricità (Venezia)
- Inizio effettivo lavori: 1957
- Impresa costruttrice: TORNO s.p.a. (Milano)
- Fine lavori: 1959.
- Altezza complessiva: 264,60 m
- Larghezza alla base: 27,0 m
- Larghezza in sommità: 3,4 m
- Livello di massimo invaso:722,5 m s.l.m.
- Livello di massima piena: 462,0 m s.l.m.
- Livello massimo: 725,5 m s.l.m.
- Capacità di invaso complessiva:168,715 milioni di m³ (150 milioni. Utile)
La diga è tristemente famosa per il disastro del Vajontdel 9 ottobre 1963, quando una frana del monte Toc precipitò nel bacino, facendo traboccare lo stesso e inondando il paese di Longarone causando quasi 2.000 vittime.
È importante ricordare che la diga non crollò. Dalle verifiche effettuate durante il processo emerse che le sollecitazioni cui il manufatto fu sottoposto durante l'immane tragedia furono quasi 10 volte superiori a quelle prevedibili durante il normale esercizio, a dimostrazione della bontà del progetto e della realizzazione a regola d'arte da parte dell'impresa costruttrice.
La tragedia fu causata dall'onda provocata dalla frana che, sfiorato il coronamento della diga, lo superò abbattendosi nella valle del Piave, e dall'onda di riflusso che tornò verso il lago. Se la diga avesse ceduto le conseguenze sarebbero state ancora più disastrose, in quanto la quantità di acqua che si sarebbe riversata a valle sarebbe stata tripla (l'onda è stata valutata in 50 milioni di metri cubi, la capienza del lago era di 150 milioni e al momento dell'evento si era quasi al limite). La diga non è crollata, si è formata solo una piccola crepa in centro e ciò è molto strano perchè la potenza dell'acqua non è andata contro la diga ma è venuta a formarsi un onda anomala.
cimitero di Fortogna by Giorgio Toldo Polacco |
Negli ultimi anni è avvenuta una ripresa di interesse verso la diga e la tragedia del Vajont e si sono fatte frequenti le visite guidate da parte di specialisti interessati agli aspetti scientifici della diga ma anche di gente comune.
L'ENEL, oggi proprietaria delle strutture e dei terreni, ha aperto al pubblico nell'estate 2002 la prima parte del coronamento sopra la diga, affidando ad alcune associazioni del territorio (tra cui l'Associazione Pro Loco di Longarone) il compito di gestire le visite guidate.
L'ENEL, oggi proprietaria delle strutture e dei terreni, ha aperto al pubblico nell'estate 2002 la prima parte del coronamento sopra la diga, affidando ad alcune associazioni del territorio (tra cui l'Associazione Pro Loco di Longarone) il compito di gestire le visite guidate.
Da sabato 11 agosto 2007 è stato aperto al pubblico, dopo l'inaugurazione ufficiale, il coronamentodella diga. La gestione è affidata al Parco naturale delle Dolomiti Friulane. I turisti possono ora accedere ai primi venti metri di coronamento, pur senza la prenotazione, per osservare con i propri occhi l'impressionante scenario della frana del Monte Toc e della valle sottostante di Longarone.
Non si possono ancora perlustrare, invece, le gallerie interne alla montagna, anche se, dal settembre 2006, è stata ideata una manifestazione podistica non competitiva, con cadenza annuale denominata "I Percorsi della Memoria", che permette al pubblico partecipante di poter attraversare anche le strutture all'interno della montagna.
By Piero da Vicenza |
Marco Paolini racconta la tragedia :
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=aoXJ58MS0yY
molto patetico !