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Visualizzazione dei post da novembre, 2021

Murajùni, fora febraro e vecio ano novo..

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  【Gianni Spagnolo © 21M25】 Chissà come appariva San Pietro ai primordi, ossia quando i primi Sanpieroti si stabilirono sotto questa sassàra. Lo sfondo del paese della nostra fanciullezza era proprio il bianco pendio sassoso e spoglio delle Jare, delle Giare o delle Marogne, che dir si voglia, sostenuto dai massici muraglioni in pietra eretti nel primo dopoguerra. Al giorno d’oggi, fortunatamente, quella riva è ormai completamente boscata e fa da piede vegetale del Sojo, che ne guadagna in prospettiva, assieme al paese. Forse i primi abitanti trovarono una situazione simile; magari quella distesa detritica era ancora fresca e il Sojo continuava ad alimentarla periodicamente con crolli e smottamenti. Chissà!  Scalare i murajùni era la nostra specialità di bociasse, anche perché quei grossi sassi squadrati sovrapposti a secco, garantivano buoni appigli e fessure per essere superati con relativa facilità. Un secondo intervento estese la protezione per mezzo di gabbioni di sassi s...

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Solo GRAZIE

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  Per ognuno di noi la vita è un mistero: ci dà, ci toglie, ci illude, ci fa sperare…   A tutta la mia famiglia, la vita ha dato tanto dolore, con noi è stata avara di tutto. Scorrendo le pagine di quel libro che ognuno scrive, nel nostro trovo più dolore che gioie, più preoccupazioni che serenità, più lacrime che sorrisi.  In qualche modo, abbiamo provato a risollevarci, ad andare avanti perché comunque, la vita ci chiede ogni mattina di essere vissuta e anche perché, fermarsi e stare nel dolore, non cambia le cose. Anche stavolta la vita ci ha colpito pesantemente, ci ha tolto un ramo importante del nostro albero, facendoci sentire forte il vuoto e l’assenza di chi ci ha lasciato. Ci ha fatto sperare per tanto tempo, ci ha illuso per poi bastonarci ancora una volta, ancora con violenza… In questi momenti non esistono parole per consolare, non ci sono ricette per sanare, non ci sono soluzioni a tante domande e ai tanti perché, che non trovano alcuna risposta. Trovar...

I video di Gino Sartori - l'antica via dei Prioni in Val d'Assa

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In ricordo dei Cavalàri

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Riecco per voi il nostro murale dedicato ai “ CAVALLARI ”, in versione diurna e notturna. Ma in cosa consisteva il loro duro mestiere? I cavallari, come ben illustrato nel murale, avevano il compito di andare in montagna, ritirare e portare a valle i tronchi degli alberi tagliati, che tenevano accatastati per alcuni giorni vicino alle loro case. Due/tre volte la settimana li portavano poi a vendere in pianura. Il tutto, servendosi di carri trainati da cavalli (da cui il nome “cavallari”). Avremo ancora modo di parlare di questo murale, che potete ammirare nelle vicinanze della Casetta della Pro Loco a San Pietro Valdastico. Nel frattempo, ancora tutto il nostro plauso all’artista Fernando Protto che lo ha realizzato. (ViviValdastico)

La calcara del Folo - Pedescala (foto del 1928)

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  Essa era situata in località "Folo" di Pedescala proprio dove terminava il ciclopico "Murasso" costruito dagli scalpellini di Tonezza nel 1882 ed in gran parte scomparso con l'alluvione del '66. La "Calcara" assieme ad un'altra sita in Valdassa servì al paese nella sua ricostruzione dopo la Grande Guerra e dopo i tragici eventi del 30 Aprile 1945. Il prodotto si otteneva cuocendo le pietre calcari per tre giorni e tre notti in una fornace, utilizzando la legna come combustibile; dopo questo primo passaggio i sassi diventano completamente bianchi, venivano quindi successivamente riposti in una vasca d'acqua diventando così "calce". Lo scatto mostra inoltre i fabbricati del "Folo" i quali da sempre sfruttando l'energia dell'acqua della vicina Valdassa furono adibiti nei secoli alle più svariate attività produttive come ad esempio: si macinava la corteccia di larice per colorare il cuoio, movimentavano dei follon...

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La Croce dei Rìghele

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【Gianni Spagnolo © 21M25】 Questa piazzola è situata lungo la strada di fronte all’abitato dei Rìghele e prossima all’incrocio con la diramazione che scende a contra’ Basso. Era rimasta a lungo in stato d’abbandono e sprovvista della precedente croce in legno andata distrutta. Ne è stata recentemente eretta a nuovo una in legno a cura di Dario Basso, che abita nei pressi. Si trova a delimitare il confine meridionale della parrocchia di San Pietro, così come il capitello della Torra presidia quello settentrionale. Non si ricorda la data di erezione di questa piazzola votiva, ma è sicuramente anteriore alla seconda guerra mondiale. Originariamente vi esisteva una croce in ferro, poi corrosasi, che costituiva il terminale della solenne processione del Venerdì Santo sui termini meridionali della parrocchia di San Pietro. Per l’occasione venivano realizzati un altarino e degli addobbi dalla vicina famiglia Ninato. È l’unica struttura religiosa di questa parte della parrocchia, giacché i tre ...

La pagina della domenica

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28 novembre 2021 Lc 21,25-28.34-36 I Domenica di Avvento di Luciano Manicardi In quel tempo Gesù disse:" Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra.  Le potenze dei cieli  infatti saranno sconvolte. Allora vedranno  il Figlio dell'uomo venire su una nube  con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina». State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all'improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò ch...

Comunione della classe del 1957 a San Pietro

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  O1 - Sandro Lucca 02 - Giuseppe Alessi 03 - Riccardo Nicolussi 04 - Marco Fontana 05 Stefano Bonifaci 06 - Walter Sella 07 - Massimo Stefani 08 - Lorenzo Slaviero 09 - Don Emilio Garbin 10 - Antonella Sella 11 - Rosanna Spagnolo 12 - Claudia Toldo 13 -  14 - Piero Lorenzi 15 - Elisabetta Rossati 16 - Lina Stefani 17 - Caterina Rossi 18 - Maria Paola Serafini

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Il torrione dall'alto

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  non ricordo più di chi sono le foto scusate😊

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Gli ambulanti di un tempo - l'ombrelàro - POST RIPROPOSTO -

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Arrivavano da Paesi limitrofi o anche da lontano, talvolta anche da fuori Regione, si spostavano a piedi, con la bicicletta o con rudimentali carretti trainati a mano. Qualcuno rientrava a casa la sera, altri anche dopo un peregrinare di svariati mesi. Fino a qualche decennio fa li vedevamo girare nei nostri Paesi e Contra' in determinati periodi dell’anno. Si facevano annunciare da un loro caratteristico grido di richiamo, per vendere le loro merci o per offrire i loro piccoli, ma indispensabili servizi di artigiani. Non si negava mai loro un piatto di minestra e un pagliericcio per trascorrere la notte al riparo dalle intemperie, anche perché non sempre c’erano soldi per pagarli… ERANO GLI AMBULANTI… piccoli commercianti al minuto, artigiani di oggetti di uso comune. Sono professioni all’oggi del tutto tramontate o comunque radicalmente trasformate. Anche loro, nel loro piccolo, erano parte utile e colorita della vita di un tempo che fu. L’Ombrelàro… ...

Non é più tra noi - nr. 15 - 11/21

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La prima bròsema...

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Pedescala  24/11/2021 N'altra matìna, salùda el paese, ma ecco, qualcosa de novo se vede... vestìo de candida bròsema, brilànte, dapartuto el xe slusegànte! I covèrti, le strade e anca i prà, pieni de fredo e tuti ingiassà... xé meravéja, xé un quadro de autore… na làgrima vien xo e... bagna el core.                                                                       Lucia

Il cimbro é ancora vivo

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VALDASTICO INCONTRA/3 Venerdì 26 Novembre alle ore 20.45, l'ultimo appuntamento al Portego del Campesan con Umberto Patuzzi, in collaborazione con la Pro Loco Pedescala. Il Cimbro è ancora vivo. Una lingua, i toponimi, le radici etimologiche. Prenotazione consigliata, green pass obbligatorio. Vi aspettiamo! La Seconda 0445745132 V iviValdastico - associazione 3333805940  

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Oggi... un tuffo nel passato...

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il ritorno dal bosco

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Questo video  ci è stato segnalato gentilmente  da Nicolò Lorenzi che ringraziamo.  Gustatevelo tutto!

Non é più tra noi

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Il prezzo della civiltà

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【 Gianni Spagnolo © 21M22】 È opinione comune che gli italiani difettino di senso civico. Tutto ciò che non ci appartiene, che è comune, pubblico, o che comunque non ci riguarda direttamente, non gode infatti della stessa considerazione e cura che riserviamo alle cose di nostra esclusiva PROPRIETÀ. Anzi, talvolta ci prendiamo addirittura gusto a danneggiarlo, a dilapidarlo o semplicemente a trascurarlo. C’è senz’altro del vero in questo pregiudizio, aggravato dal fatto che abbiamo un grande patrimonio in bellezze artistiche e paesaggistiche che avrebbero certo miglior tutela in mano di cittadini più civili, attenti e sensibili.  Eppur si dice che basterebbe poco; sì, ma quanto poco? Qui siamo in grado di quantificarlo con precisione: basta 1,00 Euro! Eh sì, ciò, ancamassa! Basta un misero Euro per fare la differenza fra un comportamento civile e uno incivile dell’ITALIANO MEDIO, potenzialmente, ma non necessariamente, incivile.  Ora vi starete senz’altro chiedendo come facciamo...

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La machina del forménto

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【Gianni Spagnolo © 21M17】 “ Giugno ha la falce in pugno ”, recita il detto. È questo il mese dalla mietitura, del sudore, della fatica nei campi dorati dalle spighe al vento, l’evento più atteso dell’anno.  Qui da noi, in verità, non è che avessimo terra dalla vocazione cerealicola, né produzioni significative di frumento; era tutto basato su coltivazioni familiari destinate al consumo domestico. Ogni famiglia lavorava il prodotto in proprio con mezzi tradizionali, finché, dai primi anni Sessanta, non s’impose la meccanizzazione delle operazioni di trebbiatura, cancellando i secolari riti. Prima di allora, infatti, per separare il chicco dalla pula, le donne dovevano batterlo sul sóco o su una tóla da lavare e poi recarsi in posti ventosi e lanciare in aria il grano, in modo che la bula ( pula ), più leggera, si disperdesse. Ogni anno, verso la fine di giugno, al tempo che maturavano i piri sampierùi,  arrivava in paese puntuale la machina del forménto. Veniva su da Thiene, da...

ASTICO TAL - VALLE DELL'ASTICO

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  200 metri più a valle del citato "Hotel Astico" (vedi precedente post) e più precisamente in località "Bellasio" di San Pietro in Valdastico, negli anni 1916/17/18 fu allestito dall'esercito imperiale Austriaco un "Ospedale da campo" sotto la direzione del dott. Leopold Strauss coadiuvato dal cappellano militare Matthias Bader (direttore anche dell'Hotel Astico) tutti e due appartenenti all'J.R. n. 14 Hessen di Linz (alta Austria). Altra foto in località "Bellasio" nella primavera 1918 vediamo la piantagione delle patate da parte degli imperiali. Dopo una comunicazione del 22 novembre 1917, le tre armate austro-ungariche stanziate nel Veneto furono informate che non avrebbero più ricevuto rifornimenti dall'interno dell'Impero, dove anche la popolazione civile soffriva la fame, ma che dovevano sfruttare le risorse dei territori occupati per sostentamento delle proprie truppe.

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Móneghe, fogàre, flasse e nane bobò

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【Gianni Spagnolo © 21M13】 Siamo ossessionati dal controllo, dobbiamo averlo assoluto di ogni situazione, anche la più insignificante. Dicono che la temperatura globale stia salendo eppur noi ci diamo da fare a isolare le case come mai s’è fatto a memoria d’uomo. Vabbè che d’estate il condizionatore deve andare a manetta, ma siamo sicuri che la caccia all’ultimo spiffero sia così salutare? L’ospite più presente nelle case de stiàni era proprio lo spiffero. Passava dalle finestre mal combinate, dalle porte con le sfése che ci passava un gatto, dalle tavole del solàro rattrappite dal tempo e da tanti altri pertugi che erano anche le vie di comunicazione di una nutrita serie di animaletti da due a  otto e più zampe. Il fogolare o la stufa della cucina erano poi una potentissima pompa di calore ante litteram, in quanto aspiravano l’aria dall’esterno e la veicolavano su per il camino. Sì, perché la gran massa d’aria calda che usciva dal camino, da qualche parte doveva pur entrare. C’entr...

Una "flebo virtuale" fa sempre piacere...

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Ogni tanto capita che qualcuno faccia un apprezzamento per il lavoro che porta avanti il Blog da più di otto anni con cadenza giornaliera.  Non è facile tener vivo questo piccolo strumento d'informazione ed intrattenimento;  ci consola quindi che ci sia chi lo riconosca e ci fa piacere che la sua consultazione sia diventata per molti una specie di rito quotidiano.  Ringraziamo perciò Diego che ci ha inviato una "flebo" d'incoraggiamento, che ci rincuora. §§§***§§§ Il caffè è un gesto, un rito, una pausa per tirare il fiato in mezzo al logorio, per non dire le legnate, della vita di tutti i giorni. Il Vostro blog è come il caffè. Sai che senza non muori, ma quando non c'è senti che ti manca.   Puoi sentirti più o meno coinvolto, sai che a quell'incontro, a quella festa, a quell'evento non ci andrai mai perché sei troppo distante, ma ti fa piacere vedere che la Valle è viva e un po' ne fai  parte anche tu, anche se ci passi sempre più raramente. Capisci ...