martedì 22 settembre 2020

MONTANELLO [2] Giro dei Lagorai Centrali - Dal Passo Manghen alla Forcella di Val Sorda


Gianni Spagnolo © 20IX13
Questa parte del Lagorai presenta un ambiente montano verdeggiante e ricco di torbiere, laghetti, ruscelli e pascoli in quota, che emergono dagli sfasciumi dei pendii lastricati dai grandi massi di porfido costellati di licheni dalle intense sfumature di verde. La mancanza di vette iconiche e  l'assenza di punti d’appoggio sui percorsi, li fanno frequentare prevalentemente da escursionisti locali e non è infrequente percorrerli senza incontrare anima viva.
Partiamo dunque con un giro ad anello piuttosto lungo, ma che può essere ridotto a piacere, dato che è la concatenazione di ben quattro anelli successivi che possono essere fatti anche singolarmente.
L’itinerario parte dal  Passo del Manghen [2047m], raggiungibile dalla Valsugana via Castelnuovo e Telve, risalendo la Val di Calamento. Si parcheggia liberamente proprio sul Passo o accanto al rifugio sottostante. Il percorso può essere fatto in senso orario sul sentiero 322A o antiorario sul 322, a scelta, ma è preferibile la seconda opzione per i panorami che offre al mattino.
Perciò prendiamo il sentiero 322 che sale alla Forcella del Frate. Da qui si può salire a Cima Ziolera [2470m] con un breve diversivo lungo la ripida la cresta Sud-Ovest, ripagato dal grandioso panorama che offre. Dalla cima si scenderà poi al sentiero congiungendovisi più avanti per il versante orientale (brevi passaggi su roccette: prudenza), ma se si vuole proseguire senza varianti si continua a Sud sul 322. C’incamminiamo dunque lungo il versante meridionale, ammirando il grandioso colpo d’occhio sulle propaggini settentrionali di Cima d’Asta e sulle Pale, raggiungendo la Forcella Ziolera. Su questo passo si chiude il primo anello, per cui chi volesse limitare il giro può scendere sul versante opposto al Lago delle Buse 361+322A e ritornare alla partenza.
Continuiamo lungo il 322/B fino ad una forcelletta dove c’è un bivio: a dx si prosegue per il l’Herta Miller Haus (ex infermeria austriaca), mentre noi caliamo a sx verso la Pala del Becco, raggiunta la quale scendiamo al suggestivo Lago di Montalòn attraverso un pendio lastricato di grossi massi costellati da licheni (attenzione ai segnavia in caso di nebbia). Più sotto il sentiero si appiana e si cammina tra l’erba e una gran varietà di fiori, secondo la stagione. Si riparte sulla traccia 362 alla volta della vicina Forcella di Montalòn, dove si chiude il secondo anello e volendo si può tornare alla partenza lungo il versante settentrionale sui sentieri 322+322A. Noi invece proseguiremo lungo il 322 che taglia diagonalmente le Laste, cioè le lunghe pendici settentrionali delle cime Delle Buse e di Montalon, su un pendio di sfasciumi che in primavera potrebbe essere ancora innevato. Doppiato un promontorio, cominceremo a scorgere in basso il Lago delle Stellune, incastonato sulla testata dalla Val Stua. Continuiamo il cammino fino alla Forcella di Val Sorda, che costituisce il punto di svolta del nostro itinerario. Qui intercettiamo il Sentiero Italia 318, che scende per la Val Stua verso il lago. (ma si possono prendere anche diverse scorciatoie che abbreviano il percorso). Il Lago delle Stellune [2091m] è un gioiellino alpestre che merita una sosta, magari immergendoci le estremità provate dalla camminata. Ora scendiamo più a valle fino alla Malga Cazzorga [1845m] e alla curva subito sotto prendiamo a sx il 362 che risale il Pian della Maddalena, verso la Forcella di Montalòn, che però non raggiungeremo perché c’immetteremo prima alla nostra dx sul sentiero 322 che percorre il versante settentrionale del Montalòn. Più avanti, in basso, si comincia a vedere la malga Buse e a fianco la verdissima e suggestiva torbiera del Pian delle Fave, attraversata dalle anse dei ruscelletti. Raggiungiamo quindi l'ampia  e verdeggiante piana del lago delle Buse [2066m] seguendo il 322A. Da li costeggeremo il versante nord del Manghen, passando infine per una cappella votiva scavata nella roccia e sbucando subito dopo nel cortile del Rifugio/Ristorante Manghenhütte. No, non siamo ancora in Tirolo, ma quella capanna me la ricordo da ragazzo gestita dal Franz, che veniva da lì e vendeva intagli in legno e speciali kamunwurzen di sua produzione. Allora la strada era ancora sterrata e la Val Calamento costellata da ricoveri di pastori dove adesso vediamo simpatiche casette di vacanza in stile rustico.
Partendo dal Passo, l’itinerario si snoda intorno ai duemila metri e non presenta dislivelli significativi (tranne la salita alla Ziolera, peraltro facoltativa) ed è ben segnalato. Anche se lungo, può essere quindi affrontato dall'escursionista medio. Concatenando in successione ben quattro anelli, il percorso può essere inoltre abbreviato a piacere secondo le proprie forze e le condizioni meteorologiche in atto. 
  • Lunghezza: 18 Km;
  • Durata: 6h:30’;
  • Dislivello in salita: 1020 m (con salita alla Cima Ziolera), 780 m altrimenti;
  • Dislivello in discesa: 970 m (730 m senza Ziolera);
  • Altezza massima: 2.248 (Cima Ziolera);
  • Altezza minima: 1.830 m (Malga Cazzorga).

Questi crinali, durante la prima guerra mondiale, erano pressoché sulla linea del fronte e perciò  fortemente militarizzati. Le vestigia di strade e arroccamenti sono visibili ancor oggi, come anche qualche ricovero di fortuna che può offrire riparo in caso di maltempo. Se la giornata è serena, questo giro offre un grandioso panorama a 360° su tutta la cerchia di montagne intorno, senza trascurare la flora e la fauna locale, che riservano sempre gradite sorprese.
Buon Giro!




  




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