martedì 29 settembre 2020

La lingua Bio

Gianni Spagnolo © 20IX08
Stiàni, si sa, era tutto bio e a chilometri zero.
Lo era ovviamente l’alimentazione di uomini e bestie, ma anche quasi tutti gli altri aspetti della vita. Alcuni arrivavano ad essere anche protovegani, anche se non lo sapevano. Non certo per scelte filosofiche, figurarse! Quanto perché tutto quello che era elaborato e sofisticato costava semplicemente di più e non potevano permetterselo; incluse, per i più disperati, anche le proteine animali. Quello che invece molti non sanno, è che i nostri progenitori di “bio” avevano anche la lingua. Eh sì, ciò. Ancamassa!
Cossa galo bio? - Andélo bio stà? - A l’è bio sta oltra inti àldere...  E via bioleggiando.
Il bio ci stava quasi dappertutto, un po' come il sale e dava senso e vigore alle frasi. A volte ci andava a proposito, mentre altre un po' meno; almeno a guardare dall'ottica della lingua dotta.
Mentre: "Cossa galo bio?" (Cos’ha avuto?) aveva un senso compiuto, non altrettanto si può dire di: "Andélo bio stà?" (Dov’è avuto stato?), dove la traduzione letterale in italiano è un palese non-senso. Ma noi avevamo la lingua bio e se aveva senso per noi, la lo ghéa par tuti. 
Bio, infatti, è una strana aferesi del participio passato del verbo avere: bio – vio – vudo – avuto. Da noi, la “v” del veneto è diventata “b”, dato che abbiamo anche l’originale abitudine di ribattezzare le consonanti, come trasformare la “z” in “d”, per esempio.
Lasciamo ai fini linguisti discettare sull’origine di queste costruzioni verbali, a noi bastava essere bio. Stranamente però, al giorno d’oggi, in piena epoca “bio”, abbiamo abbandonato proprio la lingua bio. Vi preferiamo, nel caso si parlasse ancora in dialetto, la pronuncia di pianura con la “v” e la sintassi più prossima all’italiano: Cosa galo vudo?
Varatì, ciò!  L'unica volta che eravamo all'avanguardia, abbiamo abbandonato la partita prima dell'inizio...

7 commenti:

  1. Simpaticissimo, come al solito "Bravo Gianni", spero presto altra analisi sul verbo "laorare" tipo "cosa laurito a fare? No te vidi, a laoro laorare.

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  2. Gianni, te ghe bio na bona idea de contarne ste storie, e te me ghe fato ridare un pasto, come che diseva me mama, me zie.

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